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Gas

Ecco gli ostacoli (superabili) a un futuro luminoso per il gas

Fatih Birol (Aie) e un rapporto Allianz mettono in guardia il settore dalle minacce che potrebbero far deragliare la crescita dell’industria

L’Agenzia internazionale per l’energia sta rivedendo al rialzo le prospettive per il gas naturale. L’Aie considera questo combustibile un attore versatile con un grande potenziale di crescita, soprattutto perché in grado di risolvere il problema dell’inquinamento atmosferico locale nelle città asiatiche. Ma il direttore esecutivo dell’Aie, Fatih Birol, ha avvertito la scorsa settimana che due minacce potrebbero far deragliare la crescita dell’industria del gas naturale.

BIROL: DUE MINACCE AL FUTURO DEL GAS, RINNOVABILI E PERDITE DI METANO

Pensiamo che il gas abbia un futuro luminoso, ma ci sono due rischi principali per il gas, che potrebbero contribuire a non farlo crescere quanto ci aspettiamo”, ha detto Birol in un’apparizione la scorsa settimana presso la Brookings Institution. Le due minacce sono rappresentate dalle rinnovabili e dalle perdite di metano.

SULLE RINNOVABILI È TUTTA UNA QUESTIONE DI COSTI

Nel primo caso se il gas diventasse più costoso dell’energia solare ed eolica – cosa che potrebbe accadere a causa degli shock sui prezzi internazionali – potrebbe perdere gran parte del suo peso. Mentre se il prezzo del gas rimarrà vicino a quello delle energie rinnovabili, dovrebbe prosperare, ha detto Birol. “Se rimarrà accessibile, ci sarà una domanda enorme, soprattutto in Asia – ha ammesso -. C’è un grande vantaggio a favore del gas naturale ed è la ragione per cui in Asia sta andando forte. Vale a dire per contrastare l’inquinamento locale. Oggi in molti paesi si usa il gas per ridurre l’inquinamento locale nelle città, l’SO2, gli NOx e il particolato. È un problema importante. Ed è un grande vantaggio rispetto al carbone”.

TROPPE PERDITE LUNGO LA CATENA DI VALORE

Il secondo punto riguarda le perdite di metano: con l’aggravarsi dei cambiamenti climatici, i paesi saranno ostacolati nei loro sforzi per la diffusione del gas naturale, se le infrastrutture rimarranno ‘carenti’ come lo sono oggi. “Stiamo assistendo a una quantità significativa di metano in fuoriuscita nell’atmosfera attraverso la produzione e il trasporto di gas”, ha detto Birol. Infatti, un recente studio dell’industria del gas statunitense ha rilevato che le perdite di metano possono essere superiori del 60 per cento rispetto a quanto stimato dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente. “Se l’industria del gas non riuscirà ad affrontare questo problema del metano – ha detto Birol – si limiterà la crescita del settore. L’Aie sostiene che le perdite di metano possono essere corrette con la tecnologia esistente e che la metà delle perdite di metano possa essere riparata senza alcun costo per l’industria. L’agenzia raccomanda l’utilizzo di tubi non permeabili quando possibile, con un minor numero di giunti tra le sezioni di tubo. La spesa è compensata dal valore del gas trattenuto. Questo è un compito importante per l’industria del gas. Devono fare in modo che i prezzi non salgano troppo, e in secondo luogo, affrontare il problema del metano. Presumiamo che prenderanno le decisioni nel modo giusto”, ha concluso Birol.

PER ALLIANZ INDUSTRIE DI GAS E PETROLIO NELLA “DANGER ZONE”

Quelli dei prezzi e delle perdite non sono gli unici rischi che l’industria del gas e di relato quella petrolifera, devono affrontare. Secondo l’analisi dell’assicuratore Allianz, entrambi i comparti, insieme a quello minerario, alimentare e dei trasporti, occupano il primo posto in termini di esposizione al rischio del capitale naturale. Le risorse naturali, come l’aria pulita e l’acqua dolce, sono vitali per le imprese e al tempo stesso sono gravemente a rischio in molti settori industriali. La mancata gestione delle risorse naturali del pianeta ha conseguenze che vanno al di là degli effetti diretti sull’ambiente, sostiene Allianz. Per le aziende, può anche portare a nuovi scenari di interruzione e responsabilità che possono cancellare i profitti e avere un impatto sui modelli di business, con la scarsità delle risorse, l’azione normativa e la pressione da parte delle comunità e della società in generale, avverte Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) in un nuovo rapporto dal titolo “Misurare e gestire l’esposizione ambientale: Analisi del rischio del capitale naturale per settore di attività”. I settori petrolifero e del gas, minerario, alimentare e delle bevande e dei trasporti sono i più esposti al rischio, in base a cinque fattori: biodiversità, emissioni di gas serra e di altri gas, acqua e rifiuti. Tutti sono classificati nella “zona di pericolo”, il che significa che il capitale naturale che le imprese devono affrontare è, in media, superiore alle opzioni di mitigazione attualmente utilizzate. Le imprese del settore petrolifero, del gas e minerario, in particolare, sono esposte a un elevato livello di rischio legato al capitale naturale a causa della natura delle loro attività.

 

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