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Gas, gare distribuzione: favorire la aggregazioni sarà un bene?

Ad oggi solo due gare distribuzione gas sono state assegnate, di cui una sospesa con contenzioso al TAR, su un totale di 177 ambiti territoriali minimi, ossia aggregazioni sovracomunali di dimensioni ottimali.

Dopo quasi 20 anni dal decreto Letta – era il 2000 – le gare per il servizio di distribuzione del gas sono ancora in alto mare.

INTERROGAZIONI SENZA ESITO IN PARLAMENTO

Numerose interrogazioni e interpellanze hanno cercato di chiarire i contorni della vicenda. L’ultima in ordine di tempo è stata depositata in Senato dalla Lega ed evidenzia che “nonostante la produzione di circa quaranta provvedimenti di normativa primaria e circa novanta atti dell’Autorità di regolazione settoriale” la gara “stenta a partire”.

AD OGGI SOLO DUE GARE IN PORTO (O QUASI)

Ad oggi solo due gare sono state assegnate, di cui una sospesa con contenzioso al TAR, su un totale di 177 ambiti territoriali minimi, ossia aggregazioni sovracomunali di dimensioni ottimali.

ARERA PENSA AD AGGREGAZIONI DI OPERATORI E INCENTIVI PER SBLOCCARE LA SITUAZIONE

Dai documenti posti in consultazione da parte di Arera sono arrivate diverse proposte da parte di operatori e associazioni per cercare di sbloccare la situazione. L’Autorità, ad esempio, ha ipotizzato la strada delle aggregazioni tra operatori nella speranza che si potesse favorire sia lo svolgimento delle nuove gare sia nell’ambito delle misure per l’uscita anticipata dai contratti di concessione in essere con scadenza posteriore a quella delle gare. Vista la situazione di stallo, inoltre, ha indicato “l’orientamento a valutare se sussista l’esigenza di introdurre specifici incentivi alle aggregazioni tra operatori entro il Quinto periodo regolatorio”.

LE OSSERVAZIONI

Sugli incentivi alle aggregazioni le osservazioni degli stakeholder raccolte da Arera sono state di diverso tenore, oscillando tra chi pensa che nuove forme di incentivo possano diminuire la possibilità per le imprese di distribuzione di minori dimensioni di competere e partecipare alle gare e chi chiede di introdurre specifici incentivi alle aggregazioni e suggerisce di reintrodurre il meccanismo incentivazione già in vigore nel terzo periodo regolatorio.

SI PENSA A INCENTIVI MIRATI

I processi di aggregazione osservati negli ultimi anni hanno visto protagonisti principalmente gli operatori di grande dimensione che hanno per lo più acquisito imprese di piccola dimensione. Questi processi, ad avviso dell’Autorità, “che pur favoriscono il miglioramento dell’efficienza, non necessitano però di incentivi specifici”. E infatti si pensa di valutare l’ipotesi di prevedere incentivi mirati sia sui costi operativi, sia sui costi di capitale, che possano favorire le aggregazioni tra imprese di dimensione medio-piccola, favorendo la creazione di realtà di maggiore dimensione e forza competitiva.

LE PERPLESSITÀ AL DISEGNO COMPLESSIVO

Questo disegno complessivo solleva però qualche perplessità sulla questione incentivi a cominciare dalle finalità dell’intervento: se la finalità è quella di favorire i processi di aggregazione, finora portati avanti solo degli operatori più grandi, introdurre degli incentivi limitati ad operazioni che coinvolgono soltanto i piccoli e medi operatori rischia, contrariamente alle aspettative, di frenare questi processi perché è facilmente prevedibile che i piccoli e medi sarebbero, a questo punto, meno disponibili ad aggregarsi con i grandi. Stesso discorso sulla legittimità dell’intervento: l’introduzione di tali meccanismi andrebbe ad alterare gli equilibri concorrenziali del settore prevedendo delle penalizzazioni a danno degli operatori più grandi. Infine, le modalità attuative dell’intervento non appaiono coerenti con la regolazione vigente. Da ultimo, sarebbe forse opportuno riflettere se favorire il rafforzamento nel settore di soggetti piccoli e medi sia coerente con le prospettive di sviluppo del settore che necessariamente imporranno notevoli investimenti in tecnologie nonché la necessità di offrire ai consumatori servizi.

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