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Gas, l’Europa ha superato la crisi: i flussi si sono invertiti

La dipendenza dalla Russia via gasdotto è crollata dal 40% al 6%. ACER promuove la resilienza del sistema, ma avverte: ora i rischi di congestione sono a Sud-Est.

L’Europa ha vinto la sua battaglia per l’indipendenza energetica dalla Russia, dimostrando una resilienza inaspettata. Il sistema integrato del gas dell’UE ha superato la crisi innescata dall’invasione dell’Ucraina, ridisegnando completamente la mappa dei suoi flussi energetici. È quanto emerge dall’ultimo rapporto di monitoraggio pubblicato da ACER, l’Agenzia dell’Unione Europea per la Cooperazione fra i Regolatori dell’Energia, che ha analizzato le dinamiche del mercato dal 2021 a metà 2025.

UNA RIVOLUZIONE GEOPOLITICA: FLUSSI INVERTITI E ADDIO ALLA RUSSIA

I dati forniti dall’agenzia descrivono una vera e propria rivoluzione. La dipendenza dalle importazioni di gas russo via gasdotto è precipitata da circa il 40% delle importazioni totali nel 2021 ad appena il 6% oggi. Questa trasformazione è stata possibile grazie a un’inversione di marcia letterale dei flussi: dal 2021, ben il 40% dei punti di interconnessione del gas in tutta l’UE ha cambiato direzione, spingendo il gas da ovest verso est per compensare il taglio delle forniture russe.

IL BOOM DEL GNL E IL CALO DELLA DOMANDA

Due fattori sono stati decisivi per questo successo: un massiccio aumento delle importazioni di Gas Naturale Liquefatto (GNL) e un significativo calo della domanda interna di gas. Questa combinazione ha permesso di ridurre i flussi di transito in molti Paesi, anche se, come effetto collaterale, ha portato a un minor numero di prenotazioni di capacità sulle reti, esercitando una pressione al rialzo sulle tariffe di trasporto. Il mercato si sta adattando rapidamente, con gli operatori che abbandonano i vecchi contratti a lungo termine legati alla Russia per assicurarsi capacità su rotte alternative tramite le aste europee.

I NUOVI COLLI DI BOTTIGLIA: RISCHI A SUD-EST E VERSO L’UCRAINA

Se la congestione di picco che aveva afflitto il Nord-ovest Europa nel 2022 è stata in gran parte superata grazie a nuovi investimenti infrastrutturali, i rischi si sono ora spostati. Dal 2024, l’elevato utilizzo della rete nel Sud-est Europa ha creato nuovi, significativi rischi di congestione. La situazione è stata accentuata dall’aumento dei volumi di gas inviati verso l’Ucraina a partire dal 1° gennaio 2025, data che ha segnato la fine definitiva del transito del gas russo attraverso il suo territorio.

LE RACCOMANDAZIONI DI ACER PER IL FUTURO

Sulla base di questa analisi, ACER ha formulato una serie di raccomandazioni precise. Agli operatori di rete (TSO) si chiede di migliorare la trasparenza e il coordinamento per ottimizzare l’uso della capacità. Ai regolatori nazionali, invece, si raccomanda di applicare in modo “completo e coerente” le regole europee, senza eccezioni, per garantire un mercato competitivo e integrato. Infine, l’agenzia sottolinea che i futuri investimenti in infrastrutture del gas dovranno essere mirati a risolvere i colli di bottiglia persistenti, essere allineati agli obiettivi climatici e garantire una distribuzione efficiente dei ricavi da congestione per stabilizzare le tariffe per gli utenti europei.

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