Gas, Tap, Ecobonus. Ecco i temi al centro delle interrogazioni alla Camera al titolare del Mise Luigi Di Maio. Il commento di Annarita Digiorgio
Si sono svolte ieri alla Camera le interrogazioni a risposta immediata al ministro dello Sviluppo economico Di Maio sul tema “Iniziative per disincentivare le attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi e favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili”.
La prima ad intervenire è stata l’on. Rossella Muroni di Leu, la quale ha ritenuto non più rinviabile una scelta forte sul fronte della fuoriuscita da un modello di produzione energetica legato alle fonti fossili e il procedere in maniera spedita sul fronte delle energie rinnovabili. “Siamo preoccupati – ha dichiarato perché, mentre non vediamo retrocedere la politica rispetto al tema dell’estrazione degli idrocarburi, il decreto sulle rinnovabili continua ad essere sospeso, quando ne abbiamo sempre più fortemente bisogno”.
IL GOVERNO PUNTA ALL’ECONOMIA VERDE
Il ministro Di Maio ha così esordito “la sensibilità di questo Governo per l’ambiente è grande, pari a quella che abbiamo per i diritti sociali dei cittadini, che sono stati progressivamente calpestati negli anni, e devo dire che la stessa sorte, oltre ai diritti sociali, è toccata all’ambiente. Penso non solo all’inquinamento da idrocarburi ma anche al consumo di suolo, alle trivellazioni forsennate, al prosperare degli inceneritori andando contro le linee programmatiche dell’Unione europea, alla Terra dei fuochi. Proprio nel contratto di Governo, che tiene insieme le due forze politiche di maggioranza, uno dei capitoli più corposi e dettagliati è dedicato all’ambiente e alla sua salvaguardia. Il MoVimento 5 Stelle è da sempre in prima linea su questi temi. Fra i nostri principali obiettivi c’è il compito, come Governo, di sostenere l’economia verde, la ricerca, l’innovazione e la formazione per lo sviluppo del lavoro ecologico e per la rinascita della competitività del nostro sistema industriale, con l’obiettivo di decarbonizzare e defossilizzare l’Italia, promuovendo quella che è definita l’economia circolare. Stiamo avviando azioni mirate ad aumentare l’efficienza energetica in tutti i settori e ad incrementare la produzione da fonti rinnovabili, prevedendo al contempo una pianificazione nazionale che rafforzi le misure per il risparmio e l’efficienza energetica e che riduca i consumi attuali. Anche nella valutazione complessiva relativa all’attività di ricerca ed estrazione dal sottosuolo si sta ponendo al centro delle iniziative la sostenibilità ambientale, la sicurezza e la salute dei cittadini, per la costruzione di un ecosistema a zero emissioni. Riguardo all’emanazione del decreto sulle fonti di energia rinnovabili, voglio precisare che in questo periodo c’è stata una concertazione, prevista dalla legge e ormai in via di conclusione, finalizzata ad individuare le migliori condizioni per contemperare il sostegno alle fonti rinnovabili e la tutela dell’ambiente. È per questo che quando siamo arrivati abbiamo deciso di non emanare tout-court il progetto già previsto dal precedente Ministro ma abbiamo voluto rivedere alcuni punti fondamentali del decreto sulle fonti di energie rinnovabili.
SULL’ECOBONUS
Per quanto riguarda l’ecobonus, il Mise ha già predisposto la proroga annuale della misura e sta lavorando per una possibile ulteriore proroga da apportare in Parlamento, nella convinzione che un orizzonte temporale più lungo possa stimolare il settore delle costruzioni e i settori produttivi interessati a mettere in campo un’offerta più strutturata. Un orizzonte di medio termine potrà incidere in positivo sul tasso annuale di richieste, favorendo una migliore programmazione degli interventi e garantendo un miglior risultato anche in termini di efficienza energetica generata. Parallelamente, abbiamo avviato un’interlocuzione con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per rivedere in maniera organica il sistema di detrazioni attuali nell’ottica di premiare maggiormente gli interventi ad efficienza più virtuosi, anche in vista degli obiettivi europei, sui quali saremo chiamati a dare risposte già nella stesura del Piano nazionale per l’energia e il clima. Non solo, quindi, proseguiremo su questa strada, ma potenzieremo e innoveremo. Questo permetterà di essere in linea con gli obiettivi di efficienza energetica e di apporto alle fonti rinnovabili e alla generazione e consumo di energia, e ci permetterà di creare nuovi imprenditori, nuove imprese e nuovi posti di lavoro in questo settore”.
ESTRAZIONI PETROLIFERE, BLOCCATE SÌ O NO?
La controreplica per Leu è affidata all’intervento di Roberto Speranza, deputato lucano, la prima regione d’Italia per estrazione di idrocarburi, che ha alzato il tiro: “Io capisco il suo imbarazzo, capisco la sua difficoltà, lei è il capo politico di un movimento che ha fatto una lunga campagna elettorale dicendo che, se fosse andato al Governo, avrebbe tout-court chiuso i pozzi e fermato le estrazioni petrolifere. Questo lei ha fatto e lo ha fatto col suo movimento soprattutto in quei territori dove tale tema è vero. E oggi ci ribadisce che, sostanzialmente, quelle erano promesse buone per raccogliere qualche voto, ma sono promesse carta straccia, e oggi lei conferma che le sta stracciando. E allora le dico con chiarezza. Ministro, che lei dovrebbe chiedere scusa ai cittadini dei territori dove quelle estrazioni si fanno, scusa perché li avete presi in giro, avete detto che con voi al Governo le avreste fermate, ma fermarle, come lei vede e come lei dice oggi, non è possibile. Allora io la richiamo alla serietà, perché governare è una cosa seria, non è facile. Io comprendo le difficoltà che ci sono e quello che serve oggi su un tema così delicato come le risorse energetiche e il petrolio è un nuovo grande patto tra Stato, territori e soggetti economici, capace di tenere insieme l’interesse nazionale e l’interesse dei territori. Fare questo significa, finalmente, iniziare a governare. Io ho molti dubbi, ma, Ministro Di Maio, è finito il tempo della propaganda e inizia, se ne siete capaci, il tempo del governo”.
SI PASSA AL GAS, LA PRINCIPALE FONTE ENERGETICA DEL NOSTRO PAESE
Al seguito interrogazione dell’on. Luca Squeri per Forza Italia: “La nostra interrogazione ha come tema l’approvvigionamento del gas. Sappiamo che il gas è la maggior fonte energetica del nostro Paese, siamo i maggior consumatori di gas in Europa, lo importiamo per oltre il 90 per cento. Abbiamo preso visione delle dichiarazioni del direttore approvvigionamento energetico del suo Ministero, che fa un quadro problematico rispetto alla fornitura di gas. Per quanto riguarda i prezzi, nell’ultimo anno la materia prima è aumentata del 30 per cento, la bolletta finale è aumentata a giugno, è aumentata a ottobre, aumenterà a gennaio, per cui chiediamo cosa intenda fare il Governo per affrontare questo problema e, nello specifico, gli intendimenti che ha sul gasdotto Tap, il Trans-Adriatic Pipeline”.
VALUTAZIONI IN CORSO SU TAP
Così la risposta di Di Maio: “tengo prima di tutto a dire che sul Trans-Adriatic Pipeline stiamo aspettando le valutazioni finali del Ministero dell’ambiente, che dovrebbero arrivare a giorni. Per quanto riguarda la fornitura di gas, anche quest’anno sono stati analizzati gli scenari di copertura della domanda di gas naturale per il prossimo inverno, proprio al fine di prevenire rischi che erano oggetto delle preoccupazioni del deputato interrogante, riferiti a diverse ipotesi relative sia alla domanda, sia alla disponibilità di gas da punti di importazione e dagli stoccaggi, basate su dati relativi alla situazione attuale e alle evoluzioni prevedibili e possibili.
In particolare, si è tenuto conto della riduzione di capacità di trasporto al punto di ingresso nella rete di trasporto nazionale di passo Gries, in conseguenza della messa fuori servizio di una delle due linee del gasdotto tedesco, Temp, di collegamento tra Olanda, Belgio e Svizzera, avvenuta lo scorso anno. Sono stati esaminati due scenari: uno è quello di freddo normale, corrispondente alle condizioni medie negli ultimi vent’anni, e uno scenario di freddo eccezionale. Proprio per verificare la sicurezza del sistema anche nel caso di interruzione di uno dei punti di ingresso del gas, si è testata la capacità del sistema di soddisfare la domanda anche nel caso di interruzione delle forniture di gas russo. Per far fronte a possibili picchi di domanda, è stata avviata la misura del peak shaving con gas naturale liquefatto, che prevede l’utilizzo di un carico di questo tipo di gas preventivamente stoccato nei serbatoi dei terminali di rigassificazione italiani, come sostegno alle necessità di punta del sistema. Questa misura è da anni presente nel Piano di emergenza per il superamento delle crisi di breve periodo del sistema gas. Voglio evidenziare che le procedure di peak shaving relative ai terminali di rigassificazione di Adriatic LNG OLT si sono concluse entrambe con esito positivo: la prima, come noto, nel mese di settembre e l’altra proprio in questi giorni. Pertanto arriveranno a breve due carichi di gas naturale liquefatto, che resteranno a disposizione per coprire eventuali brevi picchi di domanda nel corso del prossimo inverno. Continueremo a monitorare costantemente la situazione del sistema di approvvigionamento e per quanto riguarda l’allineamento dei prezzi italiani del gas, rispetto a quelli medi europei, si tratta di un fenomeno strutturale, legato principalmente ai costi e alle modalità di gestione della capacità di trasporto dei gasdotti, che collegano l’Italia ai mercati liquidi del nord Europa, fenomeno che potrà essere ridotto attraverso un miglioramento del rapporto domanda-offerta sul mercato italiano”.
MENO GAS PER L’ITALIA MA L’INVERNO STA ARRIVANDO
Rimane interdetto l’interrogante: “La risposta è insoddisfacente, signor Ministro. Lo scorso febbraio, senza alcun tipo di problema se non il freddo dell’inverno, il suo Ministero aveva già attivato il livello d’allarme per i ripetuti episodi di superamento della capacità di erogazione, a fronte di un quadro generale che rappresenta una tempesta perfetta in arrivo. I contratti di fornitura con l’Algeria sono in scadenza. Quando saranno rinnovati, saranno rinnovati con una quantità inferiore, per una maggiore domanda interna dell’Algeria e per una non aumentata capacità produttiva. Dalla Libia c’è il caos. Dal mar Egeo abbiamo le spinte espansionistiche della Turchia, che pochi mesi fa hanno bloccato una nave trivellatrice dell’Eni che andava in quella zona. Per quanto riguarda il Temp, cioè il gasdotto che arriva dal nord Europa, è dimezzato perché è una linea sotto manutenzione e non si sa nemmeno se verrà riattivata e quel gas verrà utilizzato dai belgi, dagli irlandesi, dagli svizzeri, dai tedeschi, lasciando la parte residuale all’Italia”.