Advertisement Skip to content
Caro Energia

General Motors vende il centro di Torino ai belgi di Punch group: focus sull’ idrogeno

Siglato il passaggio alla multinazionale belga delle trasmissioni ibride e automatiche retta dalla famiglia Dumarey che supporterà i progetti del colosso di Detroit fino al 2021. Antonioli: Produrremo motori a idrogeno e la città sarà un brand globale

“Dopo l’Australia, tocca a Torino. La fuga dal diesel fa fuggire General Motors dalla nostra città, abbandonando l’ultimo suo presidio europeo dopo la vendita di Opel a Psa Peugeot per 1,3 miliardi di euro nel 2017. Ieri il colosso di Detroit ha siglato il passaggio del centro General Motors Global Propulsion System a Punch Group, multinazionale belga delle trasmissioni ibride e automatiche retta dalla famiglia Dumarey”. È quanto riporta il Corriere della Sera edizione Torino.

IL CENTRO ECCELLENZA MONDIALE PER IL DIESEL

“Il centro di ingegneria di corso Castelfidardo è considerato una eccellenza a livello mondiale nella ricerca e sviluppo di propulsori diesel e sviluppo di centraline ed è presente a Torino da 15 anni. Occupa circa 700 lavoratori, in larga prevalenza ingegneri e tecnici, e in questi anni ha avviato numerosi progetti di ricerca con il Politecnico di Torino. Da ieri sono tutti passati a Punch mantenendo il contratto dei metalmeccanici. L’accordo prevede comunque che Gm continui a usufruire del sostegno ai suoi piano di sviluppo prodotto a livello globale almeno fino alla fine al 2021”, aggiunge il quotidiano.

L’OPERAZIONE NON È PIACIUTA AI SINDACATI

“L’operazione non è piaciuta ai sindacati. ‘L’importanza del Centro di Torino e la consolidata presenza sindacale tra i lavoratori avrebbe richiesto una informazione tempestiva da parte dell’azienda. La cessione — ha osservato Edi Lazzi, numero uno della Fiom Cgil —, al di là delle formali rassicurazioni pubbliche, ci preoccupa per il numero di lavoratori coinvolti così come per la qualità delle attività di ricerca e sviluppo tecnologico che svolge il Centro, a cui viene assicurato il proseguimento dei programmi per Gm per soli due anni’”, prosegue ancora il quotidiano.

PIERPAOLO ANTONIOLI, PRESIDENTE DELLA NEONATA SOCIETÀ, ILLUSTRA IL NUOVO CORSO

“’È una delle notizie più belle per il nostro territorio’. Pierpaolo Antonioli risponde al telefono che ha appena appeso all’attaccapanni la casacca di managing director di General Motors Global Propulsion System per indossare quella di presidente di Punch Torino spa. La sua sede di lavoro però resterà sempre la stessa, il centro in corso Castelfidardo, vicino agli startupper delle Ogr e dirimpetto agli ingegneri del Politecnico”, si legge sempre sul Corriere della Sera edizione Torino.

SI PUNTA SULL’IDROGENO

“’Noi pensiamo che il diesel sia tutt’altro che morto. Molti nostri concorrenti si stanno concentrando sulle batterie elettriche, mentre i motori diesel di ultima generazioni hanno livelli bassissimi di emissioni’. Punch è uno dei più grandi produttori di motori ibridi e trasmissioni automatiche. Uno dei maggiori fornitori di Bmw. Come si svolgerà la sinergia con Torino? ‘A Torino produrremo anche motori diesel con trasmissioni ibride grazie alla collaborazione con l’impianto di Strasburgo, una fabbrica che proprio General Motors cedette a Punch. Metteremo in campo diesel ibridi e soluzioni ancora più green nel campo dei veicoli commerciali, dei pick up e dei suv. Riteniamo di poter raggiungere livelli molti elevati di efficienza. Ma non è finita qui’. Andrete sul full electric? ‘Meglio, il gruppo Punch crede nell’idrogeno e stimiamo che il suo impiego, assieme al fuel cell, nei prossimi dieci anni sarà prerogativa di tutti. È un sistema più pulito rispetto alle batterie e che consente un rifornimento migliore. Quindi a Torino faremo ingegneria e produzione di motori ibridi diesel e a idrogeno, destinati alla produzione che riporteremo in Europa. Qui in corso Castelfidardo abbiamo avuto anche la produzione, che poi è sparita, basti pensare a cosa è successo quando Gm vendette Opel. Ora nel business plan di Punch c’è la creazione di stabilimenti nel Vecchio continente’”, conclude il quotidiano.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su