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Geotermia: un nuovo trend (anche in Italia) per la rinnovabile che viene dal sottosuolo

Per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la sicurezza energetica in tutto il mondo si sta riscoprendo una risorse spesso dimenticata, quella della geotermia

I paesi di tutto il mondo, tra cui Regno Unito, Giappone, Kenya e Indonesia, ma anche l’Italia, stanno cercando di sviluppare le loro capacità di energia geotermica per diversificare il loro mix di energie rinnovabili.

Se da un lato il Regno Unito valuta il suo profondo potenziale geotermico, un’importante utility giapponese sta scommettendo molto sull’energia geotermica in Germania e il Kenya sta adottando un approccio regionale per sviluppare la capacità. Si tratta di un fenomeno positivo, visto che maggiori investimenti nel settore consentiranno di sostenere scoperte tecnologiche e attirare l’interesse degli investitori rendendo le operazioni più redditizie dal punto di vista economico.

COME FUNZIONA LA GEOTERMIA

geotermiaLe operazioni geotermiche utilizzano il vapore per produrre energia. Questo vapore è derivato da serbatoi di acqua calda, tipicamente a poche miglia sotto la superficie terrestre. Il vapore viene utilizzato per far girare una turbina, che alimenta un generatore per produrre elettricità. Esistono  tre varietà di centrali geotermiche: vapore secco, flash steam e ciclo binario.

Le centrali elettriche a vapore secco utilizzano risorse di vapore sotterranee, convogliando il vapore dai pozzi sotterranei a una centrale elettrica. Il vapore istantaneo è la forma più comune, utilizzando serbatoi geotermici di acqua con temperature superiori a 182°C. L’acqua calda viaggia attraverso pozzi nel terreno sotto la sua stessa pressione, che diminuisce man mano che sale per produrre vapore per alimentare una turbina. Infine, le centrali elettriche a vapore binario utilizzano il calore dell’acqua calda per far bollire un fluido di lavoro, tipicamente un composto organico con un basso punto di ebollizione, che viene poi vaporizzato in uno scambiatore di calore e utilizzato per far girare una turbina.

IL LIBRO BIANCO DELLA BRITISH GEOLOGICAL SURVEY SULLA GEOTERMIA

Il British Geological Survey (BGS) e Arup, una società britannica di consulenza ingegneristica, hanno recentemente sviluppato un Libro bianco intitolato ” The case for deep geothermal energy — unlocking investment at scale in the UK “, finanziato dal governo del Regno Unito. Il Libro bianco mira a valutare le opportunità per la costruzione di progetti geotermici profondi in tutto il paese per aiutare a diversificare il mix di energie rinnovabili della Gran Bretagna.

Per sviluppare sistemi geotermici profondi, infatti, le aziende devono scavare pozzi profondi per raggiungere fonti di calore a temperature più elevate a profondità superiori a 500 m. Esiste un potenziale significativo per sviluppare queste risorse nel Regno Unito, ma le complesse operazioni di perforazione hanno un costo elevato, che finora ha scoraggiato gli sviluppatori.

MIGLIORANO LE TECNOLOGIE E SI ABBASSANO I COSTI

Tuttavia, dato che le tecnologie stanno migliorando, grazie a maggiori finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo nel settore delle energie rinnovabili, si prevede che aumenteranno anche il numero di aree in cui lo sfruttamento geotermico risulterà  economicamente sostenibile. La maggior parte delle risorse geotermiche profonde del Regno Unito si trovano in profondi bacini sedimentari in tutto il paese.

Il Libro bianco raccomanda al governo di promuovere l’energia geotermica come una delle risorse energetiche rinnovabili del Regno Unito per aumentare la fiducia degli investitori e promuovere la consapevolezza della fonte energetica. L’istituzione di un organismo di regolamentazione potrebbe anche sostenere lo sviluppo di nuovi progetti, mentre un sistema di licenze potrebbe contribuire a razionalizzare i progetti futuri.

QUI ITALIA: I PRIMI A PARTIRE MA SETTORE ANCORA DI NICCHIA 

In Italia si è sviluppata la prima centrale geotermica al mondo a Larderello nel 1911. Ma se l’Italia ha molte potenzialità, vista la sua collocazione in un territorio vulcanico, non si può dire che queste potenzialità siano state sviluppate. 

Il nostro paese ha un potenziale energetico sulla geotermia di 5.800-116.000 terawattora, secondo i dati Enel Green Power (rispetto a un fabbisogno elettrico annuo di circa 317 TWh), ma ne ricava appena 6 TWh da questa fonte innovativa. 

Si tratta, insomma, di una tecnologia di nicchia ma sembra che il governo voglia dargli spazio, come sta accadendo in altri paesi: non l’aveva inclusa nel Fer1, il decreto di incentivazione sulle rinnovabili del 2019, ma le ha dato spazio nel decreto Fer2 

PICHETTO: QUADRO REGOLATORIO STABILE CONSENTIRÀ SVILUPPO INVESTIMENTI

“Il governo, sia in attuazione degli impegni assunti a livello comunitario per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 sia per fronteggiare la crisi energetica scaturita dal conflitto russo-ucraino, sta ponendo in campo ogni possibile misura per sostenere la più ampia diversificazione energetica attraverso lo sviluppo e la diffusione di impianti di produzione di energia rinnovabile” ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, rispondendo a un question time alla Camera i primi di agosto.

“Con riguardo specifico alla Geotermia – ha aggiunto Pichetto – si evidenzia che, grazie alla presenza storica di tale tecnologia in Italia, esistono competenze industriali e scientifiche avanzate sia in ambito geologico sia per quanto attiene la conversione dell’energia. L’Italia è infatti tra i leader europei con una potenza nominale superiore a 800 MW e una produzione elettrica annua di circa 6 TWh, con ulteriori prospettive di crescita in termini di potenza installata e di energia prodotta al 2030, come previsto anche nell’aggiornamento del PNIEC. Si rileva pertanto l’importanza del contributo di tale tecnologia, anche alla luce delle innovazioni tecnologiche che consentono di garantire un minor impatto della stessa in termini emissivi. Non a caso, tale tecnologia è ricompresa anche nel novero degli impianti che saranno oggetto di incentivazione nel c.d. decreto FER 2.

PROROGATE SCADENZE CONCESSIONI GEOTERMICHE

La proroga del termine di scadenza delle concessioni geotermiche al 31 dicembre 2025 avvenuta con la conversione del decreto-legge 51 del 2023 consentirà di avviare un tavolo tecnico al ministero con tutti i soggetti interessati al fine di valutare gli opportuni interventi, anche di carattere normativo, volto a garantire al settore un quadro regolatorio stabile che – ha concluso il ministro – possa consentire lo sviluppo di investimenti, con ricadute positive sia per lo sviluppo e la tutela ambientale dei territori coinvolti, sia in termini di un maggior apporto alla decarbonizzazione del Paese”.

PLAUDE IL SETTORE

“Accogliamo con un plauso le parole del Ministro Pichetto Fratin sulla geotermia in risposta all’altrettanto valida interrogazione degli Onorevoli Rossi e Zucconi che si è svolta ieri alla Camera dei Deputati. È fondamentale che lo sviluppo della geotermia, che oltre ad avere enormi prospettive di crescita è una delle poche fonti rinnovabili programmabili e continuative, resti al centro del dibattito per la decarbonizzazione e la sicurezza energetica del nostro Paese”, ha dichiarato Ernst Gostner, amministratore delegato di Fri-El Green Power, azienda pioniera nello sviluppo di parchi eolici in Italia, e di Fri-El Geo. “Fri-El Geo, con il progetto Pangea, ha identificato oltre 100 possibili installazioni geotermiche nel solo bacino della Pianura Padana. Se dovesse venire ultimato con le sue cento installazioni in tutto, di cui tredici già in pipeline e 6,6 miliardi di euro di investimenti, l’energia generata permetterebbe di evitare il consumo di 9,6 miliardi di metri cubi di gas naturale e l’emissione di 17,3 milioni di tonnellate di CO2 nel solo nord Italia, ad oggi tra le aree più inquinate d’Europa”, spiega Gostner. “Come sottolinea il Ministro, un quadro regolatorio stabile è essenziale per poter investire ed operare, soprattutto al di fuori della Toscana dove la geotermia ha una presenza storica e consolidata. Pertanto assicuriamo fin d’ora la nostra piena disponibilità a partecipare al tavolo tecnico che il MASE intende avviare”.

IL CASO DEL GIAPPONE

In Giappone, uno dei più grandi gruppi di servizi pubblici del paese, Chubu Electric Power, ha annunciato l’intenzione di acquisire un progetto di geotermia in Germania. Chabu sta acquistando  una quota del 40% nella società , che prevede di sviluppare un progetto di energia geotermica e teleriscaldamento unico nel suo genere in Baviera. Utilizzerà la tecnologia Eavor-Loop sviluppata dalla start-up canadese Eavor, trasformando il calore sotterraneo proveniente dal centro della Terra  in energia rinnovabile, senza la necessità di scoprire serbatoi sotterranei di acqua calda. Chabu ha già investito in Eavor stesso nel 2022 e spera di promuovere la commercializzazione della nuova tecnologia in Germania.

IL KENYA

Nel frattempo, nel 2022, il Kenya, che ha perforato il suo primo pozzo geotermico negli anni ’50 e aperto la sua prima centrale elettrica nel 1981, è arrivato settimo al mondo per produzione di energia geotermica. Il Kenya produce circa il 47 per cento della sua energia da risorse di questo tipo. È uno degli unici due paesi africani, insieme all’Etiopia, che produce energia geotermica. Il paese dell’Africa orientale spera di  assistere gli stati vicini con le loro ambizioni geotermiche, nel tentativo di sostenere lo sviluppo regionale di risorse energetiche pulite in linea con la transizione verde globale. KenGen, l’ente governativo che gestisce la centrale geotermica del Kenya, sta fornendo supporto tecnico ad altri paesi della regione, avendo già perforato diversi pozzi geotermici in Etiopia e Gibuti per valutarne il potenziale.

 

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