La proposta è destinata a incontrare una forte opposizione da parte di Ungheria e Slovacchia, due paesi ancora fortemente dipendenti dalle forniture russe. Poiché ogni pacchetto di sanzioni richiede l’unanimità, la trattativa tra le capitali europee si preannuncia complessa.
La Commissione Europea si prepara a proporre lo stop a tutte le importazioni di Gas Naturale Liquefatto russo entro il 2026, un anno prima del previsto. La mossa, che sarà inclusa nel 19° pacchetto di sanzioni, mira a prosciugare le casse del Cremlino e arriva dopo le forti pressioni del presidente americano, che chiede all’Europa di recidere ogni legame energetico con Mosca. Bruxelles accelera e si prepara a calare la scure sul Gas Naturale Liquefatto (GNL) russo, con una proposta per vietarne completamente le importazioni a partire dalla fine del 2026, un anno prima di quanto inizialmente previsto. Questa stretta decisa, che sarà il cuore del 19° pacchetto di sanzioni contro Mosca, mira a “ridurre ulteriormente le entrate della Russia” e arriva dopo le fortissime pressioni esercitate dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
La notizia, che delinea un’ulteriore escalation nella guerra energetica contro il Cremlino, emerge da una bozza di proposta visionata in anteprima da POLITICO. La proposta, datata 19 settembre e annunciata venerdì dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, si concentra sulle reti finanziarie, sulle esportazioni di energia e sulle rotte commerciali clandestine utilizzate da Mosca per aggirare le sanzioni.
LA SPINTA AMERICANA E L’OPPOSIZIONE INTERNA
Il pacchetto arriva a pochi giorni dalle dichiarazioni infuocate di Donald Trump, che ha nuovamente esortato l’Europa a smettere di acquistare energia russa, definendo questo commercio un’ancora di salvezza finanziaria per lo sforzo bellico di Putin. Diversi membri chiave dell’UE, secondo una fonte di alto livello citata da OilPrice.com, si sarebbero mossi per sostenere l’idea di anticipare lo stop di almeno un anno.
Tuttavia, la proposta è destinata a incontrare una forte opposizione da parte di Ungheria e Slovacchia, due paesi ancora fortemente dipendenti dalle forniture russe. Poiché ogni pacchetto di sanzioni richiede l’unanimità, la trattativa tra le capitali europee si preannuncia complessa.
I DETTAGLI DEL DIVIETO: CONTRATTI A LUNGO E BREVE TERMINE
Al centro della proposta c’è la decisione di imporre una scadenza anticipata alla fine del 2026 per i contratti a lungo termine di fornitura di GNL russo, e di concedere solo sei mesi dall’entrata in vigore del pacchetto per terminare gli accordi a breve termine.
Questa misura va oltre un disegno di legge separato, già in discussione, che prevedeva la fine di tutte le importazioni di GNL entro la fine del 2027, ma che riguardava solo le forniture fisiche e non gli acquisti.
NON SOLO GNL: STRETTA SU BANCHE, CRIPTOVALUTE E TURISMO
Il 19° pacchetto di sanzioni non si limita al GNL. La bozza visionata da POLITICO include una serie di altre misure restrittive:
Finanza: Oltre a nuove restrizioni sulle banche, l’UE punta per la prima volta a colpire le piattaforme di criptovalute, vietando le transazioni per chiudere una scappatoia utilizzata per incanalare denaro in Russia.
Commercio e Logistica: Alle aziende europee sarà vietato fare affari con porti extra-UE se questi vengono utilizzati per il commercio di tecnologia militare o per aggirare il tetto al prezzo del petrolio.
Zone Economiche Speciali: Alle aziende dell’UE sarà vietato investire nelle zone economiche speciali russe, che offrono un trattamento fiscale agevolato.
Elusione delle Sanzioni: Vengono aggiunti controlli sulle esportazioni per altre 45 aziende, tra cui 12 entità cinesi, due thailandesi e tre indiane, accusate di aver aiutato la Russia ad aggirare le sanzioni.
Turismo: In una mossa simbolica, viene proposto di vietare la fornitura di “servizi direttamente collegati alle attività turistiche in Russia”.
LA SERBIA VA CONTROCORRENTE E FIRMA UN NUOVO ACCORDO CON MOSCA
Mentre l’UE stringe la morsa, la Serbia va in controtendenza. Il capo della compagnia statale del gas, Dusan Bajatovic, ha annunciato che il mese prossimo firmerà un accordo triennale per l’importazione di gas con la Russia, garantendosi una fornitura di 2,5 miliardi di metri cubi all’anno. Una decisione che evidenzia le profonde divisioni che ancora attraversano il continente europeo sulla questione energetica russa.