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GNL

L’ondata di GNL americano che farà scendere i prezzi in Ue e salire quelli negli USA

Nei prossimi due anni arriveranno in UE 100 Gmc di GNL, a fronte di una domanda di appena 20-30. Una valanga di offerta che stabilizza i prezzi europei e pesa sul mercato domestico americano, ribaltando la retorica geopolitica di Washington, secondo Matteo Villa, Head of DataLab di Ispi

Dagli Stati Uniti arriverà in Europa un’ondata di GNL che ridisegnerà le dinamiche dei prezzi e dei rapporti di forza. Infatti, la politica statunitense immagina il gas come leva di pressione geopolitica. Tuttavia, il mercato sta dicendo tutt’altro. Infatti, il boom di GNL americano è un fattore che stabilizza i prezzi in Europa più di quanto favorisca i consumatori americani. A sottolinearlo è Matteo Villa, Head of DataLab di ISPI, in un thread su X.

TRA DUE ANNI +100 GMC DI GNL IN UE

Nei prossimi due anni un grande quantitativo di gas naturale liquefatto sarà immesso nel mercato europeo, molto superiore rispetto alla reale domanda, secondo quanto scrive Matteo Villa, Head of DataLab di ISPI, in un thread su X.
“Nei prossimi due anni l’offerta di GNL aumenterà di 100 Gmc. A noi ne servono solo 20-30. Il gioco è fatto”, sottolinea
Villa. Un’espansione dell’offerta così rapida — +100 Gmc in appena due anni — rappresenta un elemento di forte pressione al ribasso sui prezzi globali. L’Europa potrebbe trovare finalmente stabilità dopo la crisi energetica del 2022.

USA PRIMI FORNITORI DI GNL

Chi fornirà il GNL all’UE? La risposta, dice Villa, è semplice: gli Usa. Gli Stati Uniti, ormai diventati il primo esportatore mondiale di GNL, stanno riversando sul mercato volumi crescenti, trainati da nuovi impianti in fase di avvio e dal boom dello shale gas.

È una scelta economica comprensibile, secondo Villa. Infatti, il mercato internazionale paga di più, e i produttori USA assecondano la domanda globale, soprattutto quella europea.

PIU’ ESPORTANO PIU’ GLI AMERICANI PAGANO IL GAS

Gli USA metteranno sul mercato più del triplo della domanda di GNL europea, secondo Villa. Ma a questa corsa all’export corrisponde un effetto collaterale che l’analista definisce “ovvio ma all’apparenza paradossale”: “Più gli USA vendono il loro gas al mondo, anziché consumarlo in casa, più il loro prezzo interno sale”.

Meno gas disponibile sul mercato domestico significa infatti prezzi più alti per cittadini e imprese americane. È un fenomeno già visibile. “Lo spread tra il costo del gas in Europa e quello in USA è al livello più basso dal 2021”, segnale che i benefici dell’export si stanno spostando sempre più verso gli acquirenti esteri, secondo Villa.

L’ERRORE DI TRUMP

Il punto finale del thread tocca anche il dibattito politico negli Stati Uniti. “Trump non ci ha capito nulla: più ci vende gas, più sta facendo un favore ai consumatori europei, not ai suoi”, scrive Villa, ricordando che già lo scorso agosto molti criticavano l’Europa per avere “ceduto” sui dazi. Una lettura che, alla luce di quanto sta accadendo, appare ancora più ribaltata: “Continuiamo a fargli credere il contrario”, scrive Villa.

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