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Governo Meloni Trivelle

L’Italia è davvero alla canna del gas?

Il governo Meloni ha dato nuova linfa alla questione delle trivelle per aumentare la quota di gas nazionale da usare

Manca poco più di un mese all’entrata ufficiale nella stagione invernale. Non sembra, dalle temperature. Veniamo da mesi di caldo, siccità e di crisi energetica. L’Ue è ancora ingarbugliata nella partita del tetto al gas ma i Paesi membri continuano a muoversi per reagire al caro bollette e alla problematica dei razionamenti. Venuta in primo piano con l’invasione russa dell’Ucraina e la conseguente escalation di ritorsioni Mosca-Bruxelles.

LA PARTITA ENERGETICA DELL’ITALIA

L’Italia? Draghi a lottato in prima fila sui tavoli europei per agire in comune con tutti gli altri Paesi del vecchio Continente, ricevendo però troppe volte i niet tedesco-olandesi e nordici. Anche il governo Meloni sta cercando di ripartire da quanto fatto nei mesi scorsi. Ma non sarà facile ottenere risultati sul price cap. Il prossimo appuntamento è il 24 novembre con i leader europei dei vari esecutivi.

Mentre a livello domestico, nel nuovo decreto Aiuti è arrivato lo sblocco alle trivellazioni. Una volta, la leader di FdI si diceva contraria. Oggi a dire ancora no sono (anche) i suoi alleati della Lega.

Intanto, a livello economico non si può negare l’impegno a oltranza per aiutare i cittadini, famiglie e imprese, a interfacciarsi con una crisi dei costi che persiste e resiste.

RAZIONARE O NO?

Intanto, questione sicurezza energetica. Secondo Davide Tabarelli, intervistato da Limes nell’ultimo numero (“Tutto un altro mondo”), “per cambiare un paradigma energetico occorrono decenni”. E questo già fa capire come occorra prudenza e non un semplice schiocco di dita per affrontare una fase letteralmente di transizione come quella attuale.

“A ottobre in Italia sono arrivati in media 10 milioni di m3 al giorno, contro i 70 milioni di un anno fa. Chiaramente i russi stanno tentando il ricatto energetico”, dice il presidente di Nomisma Energia. Oggi, fortunatamente, ancora non stiamo soffrendo il freddo che teoricamente spetterebbe a questo periodo dell’anno. E l’Ue ha lavorato bene sugli stoccaggi, avvantaggiandosi anche da un minor ricorso ai consumi.

Quindi, è corretto dire che c’è il timore di razionamenti per arrivare a primavera? “A meno che non scoppi la pace con la Russia o che non faccia un caldo anomalo per tutto l’inverno, il che produrrebbe forse altri problemi, nei prossimi mesi dovremo razionare”, secondo Tabarelli. Dipenderà dalle temperature, tenendo conto che non tutto il gas stoccato è utilizzabile. E, comunque, non salva per tutta la stagione. Vedremo, monitoreremo.

MELONI SBLOCCA LE TRIVELLE. UN DIETROFRONT

Nel frattempo bisogna lavorare alla sicurezza energetica in ogni sua sfaccettatura. Ecco allora che dal Dl Aiuti Quater, il governo di destra insediatosi da qualche settimana ha introdotto lo sblocco alle perforazioni in Adriatico.

Una misura che era nell’aria ma che continua a produrre polemiche politiche. L’obiettivo dell’esecutivo tricolore è lo svolgimento di attività di ricerca ed estrazione nei giacimenti ubicati ad almeno 9 miglia dalla costa (corrispondenti a 14,5 chilometri) , per ridurre l’attuale limite di 12 miglia (cioè su per giù 19 chilometri), vigente da sedici anni.

Il governo Meloni (GM una volta osteggiava e non poco questo tipo di operazione) vuole dunque rinvigorire la quota nazionale di gas estratto e utilizzabile. Nel 2021 la quota è stata pari a 3,3 miliardi di metri cubi, il 4,4 % del totale consumato su suolo domestico. Vent’anni fa, invece, arrivavamo a tirar fuori dalle acque quasi 17 miliardi di mc.

Ma la svolta servirà? Intanto, coinvolgerà 514 dei quasi 1300 pozzi da cui estrarre. Mentre le piattaforme utilizzabili sono 44 su 138. Ma ciò che è importante capire è che neanche questa mossa, presa singolarmente, potrà soddisfare l’indipendenza energetica nazionale. Ennesima conferma del fatto che tutto è necessario ma nulla è sufficiente per risolvere la questione energetica.

IN BILICO TRA IL CARO PREZZI E LA TRANSIZIONE

Dentro la quale c’è poi tutto il fronte economico. Nel quarto Decreto Aiuti, oltre alle trivelle, il governo in carica ha agito sul Superbonus spostando la quota al 90%, prorogato del mercato tutelato del gas fino al 2024, rateizzato gli importi dovuti a titolo di corrispettivo per la componente energetica di elettricità e gas naturale ed eccedenti l’importo medio contabilizzato. Cioè, le bollette per famiglie e imprese.

Commentando le misure in conferenza stampa, la premier ha definito quello sull’energia come “il decreto più importante che abbiamo approvato”. 9,1 miliardi di euro che “in parte sono proroghe ma dove si inseriscono anche nuove norme”.

Confermati anche i crediti d’imposta per l’ultimo mese dell’anno, il decreto ha sostanzialmente confermato l’impegno dell’esecutivo contro il caro prezzi che grava sulla popolazione. Mosse simili sono arrivate nel corso di questi mesi in tutta Europa. Pensiamo al taglio delle accise sui carburanti, anche.

GLI SCENARI PER IL GOVERNO

Insomma, continua a esserci una linea di demarcazione tra l’oggi e il domani. Se ne dovrà fare carico Giorgia Meloni con il suo governo. Tanto in Italia quanto in Ue. Sono tre le date segnate sul calendario di Palazzo Chigi e dei ministri Giorgetti, Pichetto Fratin e Urso. Rispettivamente alla guida del dicastero economico, energetico e industriale.

Il primo dicembre scade la necessaria presentazione alla Commissione di Ursula von der Leyen delle iniziative contro i consumi elettrici. A fine anno, invece, termina il periodo riguardante la tassa europea sugli extraprofitti. Che punta le imprese del settore dei combustibili fossili e incide sugli utili maturati nel 2022 e nel 2023 eccedenti di almeno il 30 per cento quelli del quadriennio precedente.

Infine, occorrerà monitorare il gettito di queste misure. L’Italia usa tanto gas e per questo il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, punta a sfruttare i fondi Ue contro il caro energia. Servirà l’accordo con le Regioni, appuntamento al 21 novembre.

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