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Mercati Produzione Idroelettrica

Clima, niente allarme grande freddo ma le poche piogge sono un problema. Parla Mercalli

Secondo il climatologo, “la siccità epocale ha bloccato la produzione idroelettrica proprio nell’anno in cui ne avevamo più bisogno”

Crisi del gas, emergenza razionamenti, pericolo forniture, allarme grande freddo. La partita energetica ha un lato molto pratico e impattante sulla vita di tutti i giorni delle famiglie e delle imprese. Quello dei riscaldamenti. E allora, dal punto di vista climatico come possiamo approcciarci ai prossimi mesi? Con l’allarmismo che già prova a farsi spazio in alcune previsioni o con la prudenza della razionalità?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Meteorologia, ad esempio, c’è la concreta possibilità di un ritorno del raffreddamento della temperatura delle acque superficiali oceaniche centrali ed orientali. Quindi, di perturbazioni atlantiche non ostacolate da alta pressione. Energia Oltre ha contattato Luca Mercalli – meteorologo, climatologo e divulgatore scientifico – proprio per fare un punto su questi temi.

D. Prof. Mercalli, la situazione tra Russia e Ucraina sta rendendo difficili gli approvvigionamenti gas e c’è il rischio di razionamenti tra febbraio e marzo. Anche se difficile da prevedere con così ampio arco temporale quali saranno le tendenze per il meteo quest’inverno? 

R. Allora, anzitutto dico che non c’è nessun elemento per parlare di grande freddo. Il mese di ottobre si sta rivelando più caldo della media, graziandoci di due settimane intere sui riscaldamenti. Al nord Italia dovevano accendersi il 15 (ottobre, ndr) ma le temperature miti ci dicono che possiamo sopportare fino al 1° novembre. Ed è già un buon inizio. Nei mesi successivi, le previsioni sono molto generali. Dopo i 15 giorni si possono solo avere segnali di anomalia.

Secondo queste aspettative a scala stagionale, meno precise man mano che si va sui periodi più lunghi, anche novembre dovrebbe essere per il Mediterraneo al di sopra della media. Quindi, al momento non ci sono elementi per pensare a un inverno particolarmente rigido. Anzi, nella prima parte sembrerebbe più mite della norma.

Se l’inverno dovesse essere freddo, invece, questo significherebbe alta pressione e quindi meno vento e pioggia, anche se la tendenza di tali sistemi a presentare una minore copertura nuvolosa potrebbe, di contro, incrementare la produzione solare.

In caso di un inverno freddo si possono presentare diverse combinazioni in base al fatto che avremo più sole o più nuvole e quindi alta o bassa pressione, venti bassi o alti. Con inverno rigido e soleggiato avremmo aria fredda da nord est, con temperature basse e nuvole il freddo arriverebbe da nord e nord ovest.

E’ perfino peggio un inverno rigido e nuvoloso perché con uno o due gradi, cielo coperto e pioggia fredda richiederebbe riscaldamento importante. Con un freddo balcanico, a gennaio con -10 o -15 in pianura padana richiederebbe riscaldamenti rilevanti.

La produzione fotovoltaica può essere abbondante in caso di inverno rigido e secco ma sappiamo bene che in inverno è marginale. Può dare una mano ma non facciamoci illusioni, in quella stagione è nella situazione di minor rendimento. Sul vento, invece, dico che lo avremo. Un inverno con molte perturbazioni porterebbe molto vento, a differenza di una stagione con alta pressione. Ci sono tante combinazioni possibili.

E per quanto riguarda le piogge? Veniamo da un periodo di profonda siccità e l’acqua è fondamentale per la produzione di energia idroelettrica.

La produzione idroelettrica ha sofferto e sta soffrendo molto per colpa della scarsità delle piogge. La siccità è epocale, avuta proprio in una annata in cui avremmo avuto bisogno di più energia idroelettrica. Non abbiamo riserva stoccata. Stiamo saltando le piogge di ottobre e qualora dovessero arrivare più in là, in montagna sarebbe già neve. Insomma, siamo in una posizione di maggior debolezza.

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