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Europa

La sicurezza energetica dell’Europa quest’inverno? Dipende dal tempo (e dal gas)

Un’impennata della domanda di gas indotta dal freddo potrebbe scontrarsi con una riduzione della produzione di energia da fonti rinnovabili, visto che i sistemi di alta pressione tendono a significare meno vento e pioggia compensati però da un maggiore sole

Dopo centinaia di anni, la sicurezza dei paesi europei è ancora una volta legata al tempo. Non quello dell’orologio ma al meteo, che potrebbe determinare la nostra capacità di poter continuare ad accendere lui e usare dispositivi elettronici senza limite.

PREVISIONI METEO NON BUONE

Per il momento, a causa del conflitto tra Russia e Ucraina e alla stretta sulle forniture da Mosca, i paesi europei stanno acquistando gas con prezzi alle stelle e si stanno affrettando a frenare il consumo di energia per evitare di trovarsi in una situazione di carenza questo inverno. Purtroppo le prime indicazioni sulle previsioni meteorologiche indicano il rischio di una ondata di freddo che potrebbe aumentare temporaneamente la domanda.

Le previsioni di inizio inverno pubblicate dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (ECMWF) hanno affermato che l’Europa potrebbe affrontare una ondata di freddo a dicembre.

Per le prossime settimane, il clima in Europa occidentale si preannuncia mite, grazie ai venti caldi occidentali provenienti dall’Atlantico settentrionale. Ma i modelli di ECMWF mostrano una probabilità più alta del solito che un sistema di alta pressione si sviluppi sull’Europa a dicembre, portando aria fredda dalla Siberia e dall’Asia centrale e causando un calo della temperatura potenzialmente di diversi gradi.

IL RISCHIO DI AUMENTO DELLA DOMANDA GAS

Naturalmente se ci sarà un calo delle temperature, ci sarà conseguentemente un aumento della domanda di energia per il riscaldamento.

In ogni caso le previsioni a medio termine non possono prevedere con certezza il verificarsi di un evento, né la sua durata: i “modelli di blocco” dell’alta pressione possono durare solo una settimana o più a lungo. Ma le previsioni offrono una prima indicazione alle aziende e ai governi che cercano di valutare quanto gas sarà necessario per riscaldare le case.

Un’ondata di freddo potrebbe aumentare la domanda. E infatti l’ondata di freddo che ha colpito l’Europa alla fine di settembre ha visto il consumo di gas da parte delle famiglie e delle piccole industrie tedesche aumentare del 14,5% rispetto alla media della stessa settimana negli ultimi quattro anni.

CON INVERNO FREDDO IN CALO ANCHE LA PRODUZIONE DA RINNOVABILI

Non è tutto: un’impennata della domanda di gas indotta dal freddo potrebbe scontrarsi con una riduzione della produzione di energia da fonti rinnovabili, visto che i sistemi di alta pressione tendono a significare meno vento e pioggia, anche se la tendenza di tali sistemi a presentare una minore copertura nuvolosa potrebbe incrementare la produzione solare.

STOCCAGGI UE SOPRA IL 92%

Le riserve di gas dovrebbero aiutare, ma non in tutti gli scenari meteorologici. I Paesi dell’UE hanno riempito i loro stoccaggi di gas fino a una media di circa il 92% della capacità, acquistando gas non russo a prezzi record negli ultimi mesi per creare una riserva di approvvigionamento, mentre Mosca ha progressivamente tagliato le forniture dopo le sanzioni occidentali in risposta alla guerra in Ucraina iniziata a febbraio.

Ma alcuni analisti avvertono che questo da solo non compenserà la perdita del principale fornitore di gas dell’Europa mentre un inverno freddo finirebbe per peggiorare la situazione. Il gas russo rappresenta oggi meno dell’8% delle forniture europee, rispetto al 40% circa di prima dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca, e Bruxelles ha avvertito che è possibile una chiusura totale.

L’EUROPA RISCHIA UN DEFICIT DELLA DOMANDA DEL 7-8%

“Attualmente l’Europa rischia un deficit di circa il 7-8% della domanda durante l’inverno, pari a circa 20 miliardi di metri cubi (bcm). Un inverno rigido potrebbe effettivamente raddoppiare la cifra”, ha dichiarato Emmanuel Dubois-Pelerin, amministratore delegato di S&P Global Ratings -. Se le temperature saranno miti, l’Europa non dovrà razionare né accelerare la riduzione della domanda di gas”.

IL PROSSIMO INVERNO

Ma non è solo il clima europeo a contare. Con l’aggravarsi dei tagli alle forniture da parte della Russia, l’Europa si è affidata al GNL per colmare il divario, accaparrandosi carichi sui mercati globali in concorrenza con gli acquirenti asiatici.

Secondo Leon Izbicki, analista di Energy Aspects, un inverno freddo in Europa potrebbe aggiungere 8 miliardi di metri cubi alla domanda europea di gas.

Se anche l’Asia dovesse affrontare un inverno freddo e avesse bisogno di più gas per il proprio riscaldamento, l’Europa potrebbe trovarsi di fronte a un deficit di fornitura di gas di 19 miliardi di metri cubi e concludere l’inverno con gli stoccaggi pieni solo al 18%, un livello che, secondo Izbicki, potrebbe causare carenze di carburante a livello regionale.

“Gli stoccaggi non dovrebbero mai scendere così tanto”, ha affermato. “La domanda di GNL in Asia sarà un fattore determinante per la quantità di energia che l’Europa potrà effettivamente ottenere nel corso dell’inverno”.

Se il freddo esaurisce i livelli di stoccaggio del gas quest’inverno, l’Europa dovrà rifornirsi per il prossimo inverno – con molto meno gas russo.

FORNITURE RUSSE SCESE DA 360 MLN A 85 MLN DI MC

Secondo gli analisti di Bernstein, le forniture di gas russo all’Europa sono scese a circa 85 milioni di metri cubi al giorno dai 360 milioni di metri cubi al giorno del settembre 2021.

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