Con le sue 37 interconnessioni transfrontaliere, la Francia occupa una posizione strategica nella rete elettrica europea. Nel 2024 le esportazioni hanno portato benefici a Germania e Belgio, con un saldo positivo di 27,2 TWh, ma anche all’Italia e al Regno Unito, rispettivamente con 22,3 e 21 TWh
Se ci si aspettava un record di esportazioni, secondo RTE la quantità di elettricità esportata nel 2024 ha superato ampiamente il precedente record di 76,9 TWh stabilito nel 2002. Abbastanza per confermare l’aumento della produzione energetica francese e il suo ruolo chiave nel panorama europeo.
Perché in realtà – scrive Economie Matin -, a trarne vantaggio sono i Paesi europei, mentre altri, come Germania e Italia, non hanno centrali nucleari sul territorio e fanno fatica a soddisfare il loro fabbisogno energetico.
L’ESPORTAZIONE DI ELETTRICITÀ DELLA FRANCIA
Due anni fa la situazione era radicalmente diversa. Nel 2022 la Francia è stata un importatore netto di elettricità, un fenomeno senza precedenti negli ultimi 42 anni. Le ragioni di questa scarsa performance sono molteplici. Il settore nucleare, storicamente pilastro del mix energetico francese, in quel momento stava attraversando una crisi senza precedenti: dei problemi di corrosione nelle condutture essenziali per la sicurezza dei reattori avevano portato alla chiusura di 32 dei 56 reattori. La produzione nucleare era scesa a soli 279 TWh, il livello più basso degli ultimi 30 anni.
A ciò si aggiunse una siccità eccezionale, che aveva ridotto la produzione idraulica a un livello critico. Come risultato, la Francia, nota per la sua autosufficienza energetica, ha dovuto importare massicciamente per soddisfare la domanda interna di elettricità. Un duro colpo per il settore, ma anche per l’immagine dell’industria del Paese.
LA PRODUZIONE DI ELETTRICITÀ
L’anno 2024 segna invece una svolta decisiva: grazie ai notevoli sforzi profusi per ripristinare la capacità della flotta nucleare, EDF è riuscita a produrre tra 358 e 364 TWh, un aumento notevole rispetto al 2022. Le previsioni sono state riviste al rialzo due volte, a dimostrazione della rinnovata fiducia nell’industria nucleare. Inoltre, le condizioni climatiche hanno giocato a favore della Francia: le abbondanti piogge hanno consentito una produzione idraulica eccezionale e le dighe – che negli ultimi anni sono state spesso sottoutilizzate – hanno finalmente potuto funzionare a pieno regime.
A questa performance ha contribuito anche lo sviluppo delle energie rinnovabili. Sebbene l’energia eolica e quella solare restino una minoranza nel mix energetico, la loro crescita in termini di potenza è innegabile. Questo continuo sviluppo ha contribuito ad allentare la pressione sulla rete, facilitando le esportazioni. Le esportazioni nette di energia elettrica sono quindi esplose, raggiungendo gli 89 TWh, oltre 13 TWh in più rispetto al precedente record del 2002.
PER LA FRANCIA UN RUOLO CENTRALE NEL MERCATO EUROPEO DELL’ENERGIA
Con le sue 37 interconnessioni transfrontaliere, la Francia occupa una posizione strategica nella rete elettrica europea. Nel 2024 le esportazioni hanno portato benefici a tutti i suoi vicini diretti: i principali beneficiari sono stati Germania e Belgio, con un saldo positivo di 27,2 TWh; seguono da vicino l’Italia e il Regno Unito, rispettivamente con 22,3 e 21 TWh. La Svizzera, altro partner importante, ha ricevuto 16,7 TWh, mentre la Spagna ha importato 2,8 TWh.
Questa posizione di leadership della Francia è rafforzata anche dalla debolezza dei consumi interni. Sebbene questo possa essere visto come un problema a lungo termine – poiché le transizioni energetiche sono lente nel ridurre l’uso dei combustibili fossili – questa situazione ha permesso di generare un surplus esportabile significativo.
L’ASPETTO GEOPOLITICO
Questo record nelle esportazioni di energia elettrica riflette non solo un’impressionante ripresa tecnica, ma anche una dinamica geopolitica favorevole. La Francia, con un mix energetico diversificato e in gran parte decarbonizzato e una solida infrastruttura, conferma il suo status di pilastro energetico europeo.
Tuttavia, la persistente debolezza dei consumi interni solleva interrogativi sull’adeguatezza delle politiche di transizione energetica. Mentre l’Europa cerca di liberarsi dai combustibili fossili, la leadership francese nelle esportazioni di energia elettrica potrebbe rivelarsi al tempo stesso una benedizione e una sfida per i prossimi anni.