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pannelli fotovoltaici

I pannelli fotovoltaci saranno sempre più Made in China, ma c’è speranza per l’Ue

La produzione di pannelli fotovoltaici sarà sempre più in mano alla Cina, ma potrebbe non essere una cattiva notizia per l’Ue. Il rapporto di Bruegel

L’Europa dovrebbe accelerare sull’installazione di pannelli fotovoltaici invece di puntare sull’aumento della produzione. Infatti, la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili rappresenta una minaccia maggiore per la sicurezza economica dell’Europa rispetto a quella dei pannelli solari importati. Sono le conclusioni del “Smarter European Union Industrial Policy for solar panels” di Bruegel.

PANNELLI FOTOVOLTAICI, NON C’È SOLO LA PRODUZIONE

Concentrarsi sull’aumento di produzione di energia solare, stoccaggio e diversificazione delle importazioni, incremento del riciclo ridurrebbero la minaccia per la sicurezza economica del Continente, secondo Bruegel.

I 263 GW aggiuntivi di capacità fotovoltaico previsti dall’Ue entro il 2030 proverranno da pannelli solari importati dalla Cina, che attualmente fornisce oltre il 95% di quelli utilizzati nell’UE. L’Unione Europea è corsa ai ripari stabilendo un’autosufficienza del 40% per fotovoltaico e altre tecnologie strategiche. Tuttavia, sostituire le importazione rischia di aumentare i costi dei pannelli solari, rallentarne la diffusione e creare industrie eccessivamente dipendenti dai sussidi, secondo il rapporto di Bruegel.

Infatti, le sovvenzioni dovrebbero andare in innovazione, secondo il rapporto, per creare business sostenibili invece di finanziare il contenuto locale.

LA PRODUZIONE DI PANNELLI FOTOVOLTAICI RIMARRÀ CINESE

La produzione di fotovoltaico continuerà ad essere prevalentemente made in China. Nel 2022, oltre il 95% dei pannelli solari europei proveniva dalla Cina, hub globale per la produzione (IEA, 2023). Una situazione che si ripeterà in futuro. Infatti, il settore richiede tali capitali e quantità di energia che l’Ue dovrebbe puntare su altro, secondo Bruegel.

Nelle attuali condizioni di mercato, i produttori europei non possono competere con i loro concorrenti cinesi, secondo il rapporto. Per questa ragione, alcuni gruppi industriali hanno chiesto misure antidumping contro i pannelli solari cinesi e altre per impedire l’ingresso sul mercato dell’UE, una strategia che si è dimostrata già perdente in passato, secondo Bruegel. Infatti, imporre restrizioni commerciali ai pannelli solari cinesi comporterebbe costi più elevati, rallentando il consumo

SOSTITUIRE LE IMPORTAZIONI

Una strategia più lungimirante si basa sulla sostituzione delle importazioni, secondo Bruegel, che sottolinea come l’Ue abbia bisogno della produzione nazionale di fotovoltaico solare per accelerare la sua decarbonizzazione. Inoltre, la produzione non creerà posti lavori e non favorirà la crescita, anzi potrebbe essere controproducente. Infatti, la produzione fotovoltaica non è intensiva come la distribuzione. Per questa ragione, per creare posti di lavoro in questo settore, l’UE dovrebbe quindi concentrarsi maggiormente sull’accelerazione della diffusione dell’energia solare.

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