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Idroelettrico, in autunno le nuove gare delle Regioni per le concessioni

Una norma del PNRR prevede che le procedure competitive per mettere a gara le concessioni idroelettriche scadute siano state realizzate entro la fine del 2023. Questo vale soprattutto per gli impianti di grandi dimensioni, di capacità superiore a 3 MW

Con la ripresa delle attività dopo la pausa estiva le regioni del Nord Italia faranno ripartire gli iter per le gare delle concessioni di grande derivazione idroelettrica. Resta, però, sempre insoluta la questione della modifica della norma del PNRR che impone le gare attraverso procedura competitiva, project finance o società miste pubblico private, un caso unico in Europa.

Le aziende idroelettriche chiedono l’ampliamento della norma per inserire anche una quarta via che permetta di riassegnare la concessione allo stesso operatore, a patto che quest’ultimo si impegni ad investire.

IL MINISTRO FITTO A BRUXELLES E LE NORME SULLE GARE

La questione dell’idroelettrico – spiega il Sole 24 Ore – torna d’attualità con la nomina di Raffaele Fitto a commissario europeo per il Bilancio e le Politiche di coesione. Finora Fitto non si era esposto sull’opportunità di aprire un tavolo con Bruxelles per rivedere quella norma del PNRR, probabilmente anche per evitare di complicarsi la strada verso la nomina. Se raggiungerà l’obiettivo, però, Fitto potrebbe essere una figura chiave in Europa per portare alla revisione della regola sulle gare per le concessioni idroelettriche.

L’ALLARME DI ELETTRICITÀ FUTURA

Secondo il vicepresidente di Elettricità Futura, Giuseppe Argirò, “se aspettiamo il completamento di tutte le procedure amministrative per la riassegnazione delle concessioni, prima di 10 anni non si faranno investimenti. Questi dieci anni saranno fondamentali per la transizione energetica, ecco perché noi chiediamo alle autorità di costruire insieme una normativa, confrontandoci con l’Unione europea, che permetta il rilancio immediato degli investimenti nel settore”.

I CONTENZIOSI DELLE REGIONI

La norma del PNRR prevede che le procedure competitive per mettere a gara le concessioni idroelettriche scadute siano state realizzate entro la fine del 2023. Questo vale soprattutto per gli impianti di grandi dimensioni, quelli cioè di capacità superiore a 3 MW.

Gli enti locali si sono attivati dalla metà dello scorso anno, ma da mesi è tutto fermo poiché, sia al Nord che al Centro Italia, sono state approvati delibere o bandi per avviare le gare. In Piemonte, invece, Iren ha presentato un piano di project finance per rinnovare delle concessioni scadute da anni. Dopo l’avvio di queste procedure, però, i ricorsi delle imprese del settore, delle imprese uscenti o di quelle concorrenti hanno bloccato tutto.

LA SITUAZIONE DELL’IDROELETTRICO IN LOMBARDIA E IN ABRUZZO

Ora, però, la situazione sembra giunta ad un punto di svolta: le delibere che la Regione Lombardia aveva approvato ad inizio anno per indire le gare sono state impugnate; ciononostante, l’ente locale lombardo vuole proseguire, con alcune gare che sono state indette a fine maggio ed altre che seguiranno. In tutto, la Lombardia conta 42 concessioni di grande derivazione, di cui 20 scadute e altre in scadenza entro il 2029. Anche l’Abruzzo – che aveva messo a gara alcune concessioni gestite da Acea – ha dovuto ritirare il bando dopo i ricorsi della società uscente, di Enel e di A2A.

I NUMERI DELL’IDROELETTRICO IN ITALIA

In Italia vi sono oltre 4.600 impianti idroelettrici, ma le concessioni di grande derivazione sono solo alcune centinaia. Queste ultime sono quelle che devono essere rimesse a gara. La grande incertezza normativa ha ostacolato per anni gli investimenti nel settore, volti a potenziare gli impianti e a creare nuovi bacini di raccolta delle acque. Interventi fondamentali per non disperdere la risorsa idrica che è sempre più necessaria, soprattutto in considerazione della siccità registrata in Italia negli ultimi anni.

Il settore idroelettrico confida che il governo al più presto si confronterà con Bruxelles per modificare la norma sulla concorrenza e per poter quindi riassegnare le concessioni. Un’operazione che metterebbe fine ai contenziosi e che potrebbe sbloccare oltre 10 miliardi di euro in 10-15 anni.

LE CENTRALI IDROELETTRICHE ITALIANE

Dai dati di Terna, aggiornati a febbraio 2024, nel nostro Paese sono presenti 4.860 impianti che producono energia idroelettrica. Dal punto di vista geografico, le centrali sono distribuite soprattutto lungo l’arco alpino: vi sono infatti 1092 bacini idrici in Piemonte, 891 in Trentino-Alto Adige, 749 in Lombardia e 408 in Veneto. Molto diversa la situazione nel Mezzogiorno: al Sud troviamo infatti la Calabria con 74 centrali, seguita dalla Campania con 63, dal Molise con 40, poi la Sicilia con 31 e la Basilicata con 21 centrali. Chiudono la classifica la Sardegna con 18 e la Puglia con soli 10 impianti.

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