Il 20% della produzione idroelettrica low cost per l’industria energivora. L’accordo di Elettricità Futura per mantenere le concessioni dell’idroelettrico può portare diversi benefici, ma piacerà a Bruxelles?
Gli operatori tentano il tutto per tutto per conservare le concessioni idroelettriche. L’associazione Elettricità Futura sta lavorando a un accordo per cedere tra il 15% e il 20% della produzione di idroelettrico annuale agli energivori un prezzo calmierato. Una mossa che potrebbe immettere sul mercato circa 9 TWh a condizioni vantaggiose per l’industria nazionale ad alta intensità energetica nazionale. I destini dell’oro blu italiano passano però da Bruxelles. Infatti, prima l’Europa dovrà accettare la riforma delle concessioni idroelettriche spinta dal Governo Italiano, la “quarta via”.
IDROELETTRICO, I BENEFICI DELL’ACCORDO
L’accordo su una quota di energia a prezzo calmierato accontenterebbe le imprese energivore, gli attuali titolari delle concessioni idroelettriche e lo Stato. I produttori, infatti, otterrebbero una proroga delle concessioni. Di conseguenza, gli operatori manterrebbero la gestione degli impianti, garantendo la continuità tecnica e industriale delle infrastrutture idroelettriche. Il settore manifatturiero, invece, riceverebbe una boccata d’ossigeno dopo l’impannata dei prezzi grazie a energia a costi più stabili e prevedibili, conquistando maggiore competitività internazionale sul piano industriale.
La cessione di 9 TWh all’anno, circa il 20% della produzione idroelettrica nazionale, è un quantitativo in grado di incidere sensibilmente sui bilanci energetici delle aziende energivore. Basti pensare che corrisponde al consumo annuale di circa 3 milioni di famiglie italiane.
L’accordo immaginato da Elettricità Futura potrebbe portare benefici anche in termini di sicurezza energetica del Paese e maggiori investimenti.
L’ULTIMA PAROLA SPETTA A BRUXELLES
Riaffidare le concessioni agli operatori uscenti a fronte di impegni vincolanti su investimenti, manutenzione e contributi ambientali e sociali. È questa la cosiddetta “quarta via” scelta dal Governo per convincere Bruxelles a non riassegnare le concessioni idroelettriche in scadenza tramite gara pubblica. Una proposta attualmente oggetto di discussione con la Commissione Europea, che sta valutando la compatibilità con le norme comunitarie sugli aiuti di Stato e sulla concorrenza.