Advertisement Skip to content
Dati Terna Idroelettrico E Non Solo 2023

Idroelettrico ma non solo: ecco le principali fonti energetiche italiane del 2023

Da gennaio a dicembre 2023 l’Italia ha utilizzato energia elettrica da sette fonti: prevale quella termoelettrica, torna l’idroelettrico ma non solo. I dati Terna

Nel panorama dei bilanci del 2023 arrivano i dati Terna sulle fonti di energia elettrica prodotta in Italia.

ADDIO AL CARBONE, COSA DICONO I DATI DI TERNA SUL 2023

L’anno appena concluso ha confermato i progressi nel processo di distacco energetico dell’Italia dalla Russia. Ma non solo.

Come mostrano i dati di Terna, la società responsabile delle reti elettriche del nostro Paese, nell’arco del 2023 hanno prevalso nell’ordine le fonti di termoelettrico (134,584.9 GWh); interconnessione con l’estero (51,245.5 GWh); idroelettrico (39,832.5 GWh); autoconsumo (31,402.6 GWh); fotovoltaico (24,180.7 GWh); eolico (23,342.7 GWh); geotermico (5,347.1 GWh); pompaggio (-2,175.6 GWh).

Nel 2022 la situazione finale era la seguente:

COME ERA ANDATO (MALE) L’IDROELETTRICO NEL 2022

Come ricorda su X Matteo Villa, analista dell’Ispi, “nel 2022 in Italia era tornato il carbone: la crisi del gas e la siccità (crisi idroelettrico) ci avevano messi in ginocchio”.

Immagine

Immagine

“Naturalmente – specifica Villa – resta ancora molto da fare: il grande assente nella figura qui sopra è il gas naturale. Se lo includiamo, possiamo farci un’idea realistica di quanta strada ancora rimanga, adesso che il carbone è quasi sparito dal nostro mix elettrico”.

Quanto, ancora, all’idroelettrico la situazione non è però risolta. A dicembre, Giuseppe Argirò, ad di CVA e vicepresidente di Elettricità Futura, ha lanciato l’allarme sulle concessioni e sul rischio privatizzazioni. Entro il 2029 l’86% delle concessioni andranno a procedura competitiva in Europa, un tema assente nel decreto Energia di novembre. Come abbiamo ricordato su questo giornale, “il governo, anziché metterle a gara, preferirebbe allungare di 20 anni la durata della concessione idroelettrica allo stesso operatore, in cambio di un accordo sugli investimenti”.

Ancora.”L’energia idroelettrica è la prima fonte rinnovabile di energia in Italia, ma il nostro parco idroelettrico ha un’età media alta e richiede investimenti. Secondo una ricerca di Bain & Company, il 70% delle centrali idroelettriche italiane ha oltre 40 anni, il che rende necessari ed urgenti interventi di manutenzione e lavori di ammodernamento delle infrastrutture. Secondo Bain & Company servirebbero almeno 10 miliardi di euro per ammodernare il settore idroelettrico italiano, rendere le infrastrutture più efficienti e riassegnare all’idroelettrico un ruolo da protagonista nella transizione energetica. Nel nostro Paese la produzione idroelettrica si concentra nel Nord Italia, soprattutto in Lombardia – prima regione per produzione, con oltre il 25% del totale italiano – Trentino Alto-Adige e Piemonte”.

IL DISTACCO DALLA RUSSIA PROCEDE

La risalita dell’idroelettrico e il trend più generale illustrato erano emersi già nei dati Enea sui consumi dell’ultimo trimestre 2023. Registrando che il “primo driver del calo complessivo dei consumi per circa 4,5 Mtep è ancora il gas (-5,5 Mtep), seguito da carbone (-1,3 Mtep; N.B.: dati parziali) e petrolio (-0,6 Mtep), mentre aumenti significativi hanno registrato rinnovabili elettriche (+1,9 Mtep, +10%) e import netto di elettricità (+1 Mtep)”.

Non solo: “nei primi dieci mesi del 2023, infatti, il drastico crollo delle importazioni di gas russo (la cui media giornaliera è scesa a 8 mln di m3, rispetto  ai 77 del 2021 con un calo di circa il 90%) è stato compensato da aumenti significativi di tutte le altre fonti di approvvigionamento (+16 mln di m3/giorno il GNL nel 2023 rispetto al 2021, +14 mln di m3/g il gas dal Nord Europa, +8 mln di m3/g il gas algerino e azero)”. Ma ancor di più, è il minor ricorso alle fonti fossili a incidere positivamente. In media, al giorno, gli italiani hanno “richiesto” 30 milioni di metri cubi in meno da gennaio a ottobre rispetto al fabbisogno del 2021.

Come rilevato dall’Ispi, elaborando dati del Mase e di Snam, “nel 2023 l’Italia ha importato 2,6 miliardi di metri cubi di gas da Mosca, il valore più basso dal 1975″. In generale, diminuiscono i consumi di gas (situazione “principalmente dovuta alla ripresa della generazione del parco nucleare francese e al contributo della produzione da fonti rinnovabili”, secondo Arera) e gli stoccaggi si mantengono su una quota rassicurante per affrontare il prosieguo della stagione invernale. 

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su