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Idrogeno

Idrogeno, 400 mld di dollari di investimenti entro il 2035. Il report Rystad

I trasporti e le infrastrutture di idrogeno prenderanno la quota maggiore della torta: Rystad Energy prevede che questo segmento di mercato raggiunga un totale di 130 miliardi di dollari

Un’ondata di progetti sull’idrogeno verde e blu che sono pronti per essere sviluppati nei prossimi anni potrebbe sbloccare circa 400 miliardi di dollari di spesa per il settore dei servizi tra il 2020 e il 2035. Lo rivela un’analisi di Rystad Energy. La cifra esclude i contratti di sviluppo separati per la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS), che potrebbero raggiungere quasi i 35 miliardi di dollari per la sola Europa.

CIRCA 30 GW DI IDROGENO VERDE OPERATIVA AL 2035

In totale, Rystad Energy ha recentemente previsto che circa 30 gigawatt di capacità di idrogeno verde dovrebbero essere operativi entro il 2035. Anche le iniziative sull’idrogeno blu stanno crescendo in popolarità, con diversi mega-progetti attualmente in discussione. Affinché tutti questi progetti pianificati possano essere realizzati, nei prossimi anni saranno però necessari investimenti sostanziali, avverte l’azienda di analisi.

400 MLD DI INVESTIMENTI

Per lo sviluppo che Rystad Energy si aspetta fino al 2035, dovrebbero essere impiegati investimenti per un valore di 400 miliardi di dollari nel mercato dell’idrogeno a livello globale. I trasporti e le infrastrutture prenderanno la quota maggiore della torta: Rystad Energy prevede che questo segmento di mercato raggiunga un totale di 130 miliardi di dollari.
A seguire ci sono i costi di costruzione degli impianti con 120 miliardi di dollari, i costi delle apparecchiature che toccheranno i 70 miliardi di dollari, mentre i costi di ingegneria e manutenzione, modifiche e operazioni (MMO) ammonteranno a circa 25 miliardi ciascuno. Tutte le altre categorie di costi sono calcolate a meno di 10 miliardi di dollari per segmento.

SOPRATTUTTO AUSTRALIA ED EUROPA CONCENTRATE SULL’IDROGENO VERDE

“Al momento, i progetti sull’idrogeno, in particolare l’idrogeno verde, sono concentrati in Australia e in Europa. In Asia, nel frattempo, il Giappone e la Corea stanno esaminando la possibilità di importare idrogeno e di sviluppare catene di approvvigionamento internazionali attorno al gas, in particolare nei trasporti. L’idrogeno dovrebbe figurare anche nel prossimo piano energetico quinquennale della Cina, così come nei piani presentati dalle autorità provinciali del paese”, ha afferma Audun Martinsen, responsabile della ricerca sui servizi energetici presso Rystad Energy.

IL PROGETTO EUROPEO DEL CEO ACTION GROUP

In Europa, un gruppo di 11 società di infrastrutture del gas – il Ceo Action Group, per l’Italia hanno aderito all’iniziativa l’ad di Snam, Marco Alverà e l’ad di Eni, Claudio Descalzi – ha presentato una proposta per lo sviluppo di infrastrutture per l’idrogeno a livello Ue a partire dalle regioni chiave delle energie rinnovabili in Europa, come il Mare del Nord. Secondo la strategia infrastrutturale proposta, entro il 2030 dovrà essere costruita una rete di gasdotti di 6.800 chilometri per facilitare il trasporto.

“Circa il 75% di questa rete sarà composta da gasdotti esistenti, che saranno invece convertiti per trasportare l’idrogeno. Tuttavia, stimiamo che circa 800.000 tonnellate di nuove pipeline di grande diametro dovranno ancora essere installati per collegare ed estendere il sistema esistente entro il 2030”, ha spiegato Rystad Energy.

OPPORTUNITA’ ANCHE PER LE SOCIETA’ DI SERVIZI

Non solo: “Quando si tratta di stoccaggio dell’idrogeno, saranno necessari luoghi di stoccaggio su larga scala – caverne di sale, falde acquifere o giacimenti di idrocarburi esauriti – coinvolgendo luoghi già in uso per altri scopi o sviluppandone di nuovi. Lo stoccaggio e il recupero dell’idrogeno in questo modo richiederà la perforazione di un gran numero di pozzi – sia iniettori che produttori – creando così opportunità per i perforatori e le società di servizi di pozzi di unirsi alla grande ondata di idrogeno”, ha concluso Rystad Energy.

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