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Alverà

Idrogeno, Alverà (Snam): Italia può diventare hub europeo

Secondo l’ad di Snam l’idrogeno ha ruolo strategico soprattutto nel trasporto di energia verde su grandi distanze

“La transizione non si fermerà. Ma ci saranno grandi differenze a seconda delle aree geografiche. In Europa ci sarà una grande accelerazione. Perché Bruxelles ha fatto la sua scelta con il Green Deal, il piano Marshall per l’energia sostenibile che dovrebbe portare alla creazione di molti nuovi posti di lavoro. La Commissione ha già stanziato mille miliardi a sostegno degli investimenti, ma ci sono segnali che l’importo potrebbe essere aumentai”. È questo, secondo Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, il mondo dell’energia dopo il coronavirus. Ne ha parlato in un’intervista a La Repubblica Affari&Finanza aprendo anche alla possibilità che l’Ue anticipi gli obiettivi di taglio alle emissioni al 2030.

TRANSIZIONE ACCELERATA

“La transizione – ha proseguito Alverà – verrà fortemente accelerata nel caso di un policy driver, come nella Ue. Ma altrettanto avverrà nel caso di un technology driver: una volta passata la pandemia, andremo in ufficio in macchina, con i mezzi pubblici o -mi si permetta la battuta – via wi-fi? A seconda di come cambieremo le nostre abitudini, ci sarà la possibilità di usare una maggiore leva a favore dell’efficienza energetica prima inimmaginabile. Il tema non è solo se useremo più nucleare, gas, eolico o solare, ma se riusciremo a usare meno energia”.

RINNOVABILI VANTAGGIO ENORME

In questo senso, ha proseguito il numero uno di Snam, “le rinnovabili hanno un enorme vantaggio, perché attirano i fondi di investimento. Gli impianti rinnovabili sono generalmente investimenti che oggi danno un ritorno a tassi più contenuti, mediamente inferiore al 10%, ma certo e regolare. Mentre gli investimenti in idrocarburi, più aleatori, più soggetti alla variabilità dei mercati, per dare certezze nel ritorno economico devono avere tassi superiori al 10%. Già questo contribuisce a fare la differenza”.

L’IDROGENO LA PIU’ INTERESSANTE

Tra le nuove fonti rinnovabili, è l’idrogeno quella suscita maggiore interesse. “Sei mesi fa si diceva che la produzione di idrogeno da rinnovabili, grazie all’utilizzo di eolico o fotovoltaico, sarebbe stata competitiva con un prezzo del petrolio a 50 dollari entro 5 anni. Al momento, il prezzo del greggio cosi basso non aiuta – ha ammesso Alverà -. All’ingrosso ora l’energia elettrica costa 25-30 euro a megawattora mentre l’idrogeno, sempre all’ingrosso, costa oltre 100 euro. Ma presto arriverà a 80, e poi scenderà ancora: allora possiamo dire che tutto dipenderà dai prossimi salti in avanti della tecnologia, esattamente come è avvenuto per le rinnovabili”.

ITALIA PUO’ DIVENTARE UN HUB

Ma in questo settore, l’Europa e soprattutto l’Italia possono giocare un ruolo determinante: “Nei giorni scorsi, come ad di Snam, ho partecipato a una videoconferenza con il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans che ha la delega al piano verde europeo. C’erano gli ad di 14 grandi gruppi del settore, i più interessati alla tecnologia legata all’idrogeno. Per fare cosa? Per coprire la quota di energia che al 2050 non potrà essere soddisfatta dalle rinnovabili elettriche. C’è un 40-50% di domanda energetica non elettrificabile, che richiede comunque energia decarbonizzata, sicura e a basso costo. L’idea è quindi di produrre idrogeno verde, da utilizzare nell’industria e nei trasporti. Per esempio, in Africa, dove non ci sono problemi di spazio, l’irraggiamento solare è più del doppio rispetto al Nord Europa e la minore stagionalità permette un utilizzo ottimale delle infrastrutture”. E “per la sua posizione geografica – ha aggiunto – l’Italia può diventare un hub dell’idrogeno per l’Europa. A qualcuno potrebbe ricordare il progetto Desertec di qualche anno fa, quando si pensava di realizzare immensi impianti di solare nel Sahara. Ma la differenza è notevole: trasportare elettricità ha costi 20 volte superiori al gas perché c’è dispersione, mentre le molecole di gas o di idrogeno possono utilizzare i gasdotti”.

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