Si guarda con interesse a un collegamento con il Nord Africa per importare energia pulita e chiudere il ciclo dell’idrogeno verde
E’ improbabile che la nuova tecnologia dell’idrogeno pulito possa sconvolgere le utilities europee, almeno nei prossimi cinque anni, nonostante sia un elemento sempre più importante nei piani di transizione energetica e di ripresa economica dell’Europa. È quanto afferma S&P Global Ratings in un rapporto pubblicato su RatingsDirect dal titolo “L’investimento nell’idrogeno pulito è ancora un salto di fiducia per le utilities europee”. (in inglese: “Clean Hydrogen Investment Is Still A Leap Of Faith For European Utilities“)
NESSUNA MODIFICA AI MERCATI DELL’ENERGIA E ALLE UTILITIES ALMENO FINO AL 2025
“Registriamo ancora grandi ostacoli ad un grande scale-up di idrogeno pulito, tra cui la mancanza di competitività dei costi, la tecnologia ancora immatura, l’insufficiente supporto normativo, l’incertezza sullo sviluppo futuro della domanda e la mancanza di infrastrutture di energia rinnovabile necessarie per produrre idrogeno pulito – ha detto l’analista di credito di S&P Global Ratings Pierre Georges -. Non pensiamo quindi che la tecnologia dell’idrogeno pulito trasformerà in modo significativo il mercato energetico europeo o perturberà i modelli di business delle utilities almeno fino al 2025, e successivamente solo se i numerosi progetti pilota attualmente in corso avranno successo”.
BENEFICI PER LE UTILITIES
Secondo l’analisi di S&P Global Ratings, le utilities europee “beneficeranno in ultima analisi di un aumento delle industrie dell’idrogeno pulito perché ciò è in grado di aumentare in modo significativo la domanda di elettricità per produrre idrogeno. Creando anche un nuovo ruolo per le infrastrutture del gas esistenti, nel caso si rivelassero adattate per immagazzinare e trasportare l’idrogeno”.
L’Europa, ricorda il report, punta a un aumento della capacità degli elettrolizzatori di 40 gigawatt entro il 2030. I paesi dell’Europa occidentale hanno attualmente annunciato l’intenzione di investire oltre 32 miliardi di euro in progetti per l’idrogeno nel prossimo decennio.
INVESTIMENTI UTILITIES ANCORA MARGINALI
“In definitiva – prosegue S&P nel report -, stimiamo che gli investimenti aggregati delle 15 principali società di servizi pubblici europee siano inferiori a 1 miliardo di euro all’anno nei prossimi tre anni. Secondo le nostre stime, ciò rappresenta un importo marginale del totale aggregato degli investimenti annuali di circa 65 miliardi di euro all’anno da parte di queste aziende di servizi pubblici. Sappiamo anche che i progetti saranno sviluppati principalmente attraverso partnership industriali, poiché gli attori del mercato cercano di capire come si svolgerà la diffusione dell’idrogeno pulito e da dove deriverà il valore”.
GEORGES: IL SUCCESSO FUTURO DELL’IDROGENO DIPENDERÀ ANCHE DA NORMATIVE PIÙ SEVERE SUL CARBONIO
“Nel complesso, per i grandi operatori del settore delle rinnovabili, gli investimenti nella tecnologia dell’idrogeno pulito possono dare i loro frutti, perché il successo futuro dell’idrogeno dipenderà anche da normative più severe sul carbonio, come prezzi più alti o standard ambientali più severi. Pensiamo che questi sviluppi potrebbero creare spazio per l’idrogeno”, ha commentato Georges.
SI GUARDA AL DESERTO DEL NORDAFRICA
Intanto, come riporta GreenTechMedia, l’Ue starebbe guardando al Nord Africa per importare energia pulita in abbondanza e far partire l’industria dell’idrogeno green. “L’energia del deserto è tornata. Mentre l’Unione Europea punta a un boom dell’idrogeno verde come parte dei suoi piani per soddisfare gli impegni di decarbonizzazione e ricostruire le economie devastate dalla pandemia COVID-19, il Nord Africa è emerso come una possibile fonte per una parte significativa della futura fornitura all’Europa. La versione 2020 della strategia sull’idrogeno della Commissione europea faceva riferimento a una proposta secondo la quale l’Ue potrebbe soddisfare parte del suo futuro approvvigionamento da paesi vicini come l’Ucraina, nonché le regioni desertiche del Nord Africa, che offrono sia un enorme potenziale di energie rinnovabili che la vicinanza geografica. L’idea è nata in un documento pubblicato a marzo dall’ente commerciale Hydrogen Europe che definisce ‘l’iniziativa dell’idrogeno verde 2 x 40 GW’. In base a questo concetto, entro il 2030 l’Ue disporrebbe di 40 gigawatt di capacità di elettrolizzatori rinnovabili domestici e importerebbe altri 40 GW da elettrolizzatori nelle aree limitrofe, tra cui i deserti del Nord Africa, tramite versioni rinnovate delle condutture del gas naturale che già connesso all’Europa”.