Advertisement Skip to content
Idrogeno

Il commercio mondiale di idrogeno potrebbe essere indicizzato al gas o alla CO2. Le parole del Cto di Saudi Aramco

Aramco sta sviluppando da tempo progetti di produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio: si pensa all’export soprattutto verso l’Asia.

L’idrogeno potrebbe essere scambiato su base indicizzata, collegandosi a mercati come il carbonio e il gas naturale per applicazioni nel settore energetico. Lo ha dichiarato il Chief Technology Officer di Saudi Aramco Ahmad Al Khowaiter secondo quanto riferito da Sp Global Platts.

GAS O CO2 GLI INDICI DI RIFERIMENTO

Interrogato sulle strutture di mercato per l’emergente vettore energetico a basse emissioni di carbonio, Al Khowaiter ha affermato al forum di Energy Intelligence che indici come quelli utilizzati nei mercati del GNL in passato, possono fornire un buon modello per l’idrogeno.

“Se si guarda, ad esempio, alla generazione di energia l’alternativa può essere, forse, la cattura del carbonio e il gas naturale”, ha affermato. “Quindi, si potrebbe indicizzare a entrambi; il costo del carbonio e il prezzo del gas naturale, come un doppio indice”.

Al Khowaiter ha affermato che anche il ciclo di vita della produzione dovrebbe essere considerato quando si analizzano le emissioni derivanti dalla produzione di idrogeno.

MECCANISMI DIVERSI A SECONDA DELLA CATENA DI VALORE

Parlando allo stesso panel, Louise Jacobsen Plutt, Senior Vice President di BP, idrogeno e CCUS, ha aggiunto che diversi meccanismi di mercato e modelli di business potrebbero applicarsi a diverse parti della catena del valore ad esempio se verde o blu.

“In queste prime fasi, l’importante è pensare non solo al lato della produzione, ma anche all’incentivo al cliente nel cambio di carburante e nell’utilizzo”, ha aggiunto.

ARAMCO GUARDA ALL’ASIA

Aramco sta sviluppando da tempo progetti di produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio: Al Khowaiter ha affermato che i mercati naturali di esportazione sono da individuare soprattutto in Asia.

Paesi come il Giappone e la Corea del Sud stanno infatti aprendo la strada a strategie di importazione di idrogeno e ammoniaca tecnologicamente neutre, ha affermato Al Khowaiter aggiungendo essere improbabile che la capacità delle energie rinnovabili asiatiche sia in grado di soddisfare la domanda energetica della regione, rendendo quindi necessarie le importazioni. Le prime applicazioni potrebbero essere nell’industria pesante, come l’acciaio e la petrolchimica, e anche la generazione di energia da ammoniaca a basso tenore di carbonio.

Diverse società di servizi pubblici nella regione stanno prendendo in considerazione l’ammoniaca per la generazione di energia termica con il carbone.

Anche il trasporto marittimo ha mostrato molto interesse per l’ammoniaca come combustibile per la decarbonizzazione, ha aggiunto Al Khowaiter.

Il carburante del futuro

L’idrogeno è stato annunciato come il carburante del futuro diverse volte in passato, ma i relatori hanno affermato che l’hype questa volta è giustificato.

“L’accordo di Parigi e l’ulteriore ambizione di decarbonizzare e raggiungere il net-zero hanno messo in primo piano l’idrogeno – ha sottolineato Al Khowaiter -. Non puoi arrivare a zero senza un vettore energetico decarbonizzato per sostituire quell’80% del mix energetico che è a base di idrocarburi. Il miglior drop-in è l’idrogeno, perché può davvero essere utilizzato nelle sostanze chimiche, nel calore e nei carichi pesanti. Ecco perché questa volta non vedremo un hype, ma la realtà”.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su