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Cartelloni Prezzi Benzina Carburanti

Il Consiglio di Stato boccia i cartelloni con i prezzi della benzina

I giudici amministrativi hanno deciso di annullare l’articolo 7 del decreto del Ministero delle Imprese e del made in Italy n. 5 del 31 marzo 2023 – che disponeva l’esposizione di cartelloni contenenti i prezzi medi regionali dei carburanti – poiché la prescrizione “si presenta come manifestamente irragionevole e sproporzionata”

Il Consiglio di Stato ha annullato l’obbligo per i benzinai di esporre il cartello con il prezzo medio regionale di benzina e gasolio. Si chiude così una vicenda iniziata quasi un anno fa, precisamente nell’agosto 2023. Il Consiglio di Stato ha annullato l’articolo 7 del decreto del Ministero delle Imprese e del made in Italy del 31 marzo 2023, che stabilisce caratteristiche e modalità di esposizione dei cartelloni contenenti i prezzi medi regionali. Con la sentenza 1806/2024 depositata oggi, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso del Mimit contro la sentenza del Tar – che aveva annullato l’intero decreto per motivi procedurali – ma “per l’effetto, in parziale riforma della sentenza appellata e per diversa motivazione, annulla l’articolo 7 del decreto”, la cui prescrizione si presenta come “manifestamente irragionevole e sproporzionata”.

IL DECRETO DEL MIMIT SULL’ESPOSIZIONE DEI PREZZI MEDI DEI CARBURANTI

Il decreto 5 del 31/03/2023 prevedeva che gli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione, inclusi quelli operanti lungo la rete autostradale, esponessero dei cartelloni riportanti i prezzi medi di riferimento. Il decreto però non prevedeva che l’aggiornamento avesse cadenza giornaliera: questa specifica prescrizione fu introdotta dal decreto del 31 marzo 2023.

LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO SUI CARTELLONI CON I PREZZI DEI CARBURANTI

“Tale prescrizione, però – si legge nella sentenza del Consiglio di Stato – si presenta come manifestamente irragionevole e sproporzionata. Per un verso si impone di rendere conoscibile nei singoli punti vendita una informazione che il consumatore può avere, collegandosi al sito del ministero o scaricando delle app; per altro verso, si addossano i relativi costi informativi unicamente in capo ai distributori, imponendo loro degli oneri irragionevoli e sproporzionati rispetto alla limitata utilità che l’informazione relativa al prezzo medio, in sé considerata, può avere”. La sentenza dei giudici amministrativi definisce l’articolo 7 del decreto “illegittimo” e stabilisce che “deve essere annullato”. Infine, secondo la Corte di Stato l’esposizione di una pluralità di prezzi “può confondere il consumatore, anziché aiutarlo ad assumere la soluzione migliore nel proprio interesse”. Una posizione che in precedenza era già stata rilevata dall’Antitrust.

CODACONS: STOP DEL CDS NON AVRA’ EFFETTI SUI CONSUMATORI

Subito sono arrivati i commenti delle associazioni dei consumatori. Per il Codacons “lo stop del Consiglio di Stato al decreto sui cartelli con i prezzi medi dei carburanti non avrà effetti sui consumatori perché la misura, nonostante garantisse maggiore trasparenza ai cittadini, non ha prodotto gli effetti sperati sul fronte del contenimento dei listini alla pompa”.

“Avevamo da subito evidenziato come i cartelli con i prezzi medi della benzina non avrebbero avuto alcuna conseguenza sul fronte della riduzione dei listini alla pompa”, ha dichiarato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, che ha aggiunto: “questo ovviamente non significa che il governo non faccia bene ad intervenire sul fronte dei carburanti, ma deve farlo sia con misure più incisive in grado di difendere i consumatori dalle speculazioni, sia riducendo la tassazione che vige su benzina e gasolio. L’esecutivo, soprattutto in vista delle festività e degli esodi legati alle vacanze, deve assolutamente studiare un provvedimento che blocchi i rincari speculativi dei carburanti, che puntualmente si verificano in occasione delle partenze degli italiani”. Per Rienzi “serve poi uno strumento realmente efficace per ridurre automaticamente il peso di Iva e accise quando sale il prezzo industriale di benzina e gasolio, per evitare un’altra forma di speculazione, quella dello Stato, che aumenta le proprie entrate grazie ai rincari dei carburanti”.

UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI: NESSUN DANNO PER I CITTADINI

Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, la sentenza del Consiglio di Stato non comporterà “nessun danno per i consumatori. L’introduzione del prezzo medio non ha influito in alcun modo sull’andamento dei prezzi, che ha seguito le solite vecchie dinamiche, a cominciare dalla doppia velocità: rialzi immediati non appena si registrano aumenti delle quotazioni internazionali, e ribassi a passo di lumaca in caso contrario”. Per Dona “l’informazione al consumatore è utile quando è perfetta, non quando è distorta e sbagliata, come è quella di accontentarsi di andare a fare il pieno da chiunque ha un prezzo più basso della media regionale, anziché da chi fa i prezzi più bassi ed è meno caro di tutti gli altri. Ci domandiamo, invece, dove sia sparita l’app carburanti prevista dal decreto-legge n. 5 del 14 gennaio 2023, che educherebbe gli automobilisti a fare il pieno nel distributore meno caro della zona. Dopo oltre un anno dalla sua previsione, è sparita dai radar. Quella sì che sarebbe utile”, ha concluso.

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