I Paesi europei che nel 2024 hanno ridotto maggiormente le loro importazioni di gas sono stati il Regno Unito (del 47% su base annua), il Belgio (del 29%) e la Spagna (del 28%)
Le importazioni europee di GNL sono diminuite del 19% nel 2024, poiché il consumo di gas ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 11 anni, grazie in parte all’aumento delle energie rinnovabili. L’aggiornamento dell’European LNG Tracker dell’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA) rivela che la domanda di GNL nel continente nel 2024 è scesa al livello più basso dal 2021.
I Paesi europei che nel 2024 hanno ridotto maggiormente le loro importazioni di GNL sono stati il Regno Unito (del 47% su base annua), il Belgio (del 29%) e la Spagna (del 28%).
GLI SFORZI DELL’UNIONE EUROPEA PER RIDURRE LA DOMANDA DI GAS
“Gli sforzi dell’Unione europea per ridurre la domanda di gas sono stati cruciali per mantenere la sicurezza dell’approvvigionamento energetico del continente”, ha dichiarato Ana Maria Jaller-Makarewicz, lead energy analyst per l’Europa presso IEEFA. “Tuttavia, poiché la domanda di gas dell’UE è rimasta stabile lo scorso anno, è necessario un ulteriore impegno per diversificare le fonti energetiche e ridurre l’esposizione dell’Europa alla volatilità del mercato del GNL”.
LA CAPACITÀ DI IMPORTAZIONE DI GNL IN EUROPA È DESTINATA AD AUMENTARE
Il calo della domanda di GNL contrasta con l’ondata di investimenti in nuove infrastrutture di importazione. Sebbene la costruzione lo scorso anno sia rallentata, gli attuali piani prevedono un aumento della capacità di importazione di GNL in Europa del 60% tra il 2021 e il 2030. Questo nonostante si preveda che la domanda di GNL diminuisca ulteriormente entro il 2030.
La IEEFA prevede che ciò potrebbe portare la capacità di rigassificazione dell’Europa nel 2030 ad avere un tasso di utilizzo medio del 30%. I Paesi che dal 2021 hanno installato o ampliato dei terminali includono Germania, Olanda, Turchia, Italia, Francia, Belgio, Grecia, Finlandia, Polonia e Croazia. La minore domanda ha fatto sì che la metà dei terminali di importazione di GNL dell’UE avesse un tasso di utilizzo inferiore al 40%, inclusi alcuni dei nuovi impianti.
“Investire in nuovi terminal GNL senza considerare le tendenze della domanda aumenta il rischio di sovrainvestimenti e di infrastrutture sottoutilizzate, man mano che la transizione energetica accelera”, ha spiegato Jaller-Makarewicz.
AUMENTANO LE IMPORTAZIONI DI GNL DALLA RUSSIA
Quasi la metà (46%) delle importazioni europee di GNL nel 2024 proveniva dagli Stati Uniti. Le importazioni dagli USA lo scorso anno sono diminuite del 18%. Al contrario, le importazioni europee e dell’UE di GNL russo sono aumentate rispettivamente del 12% e del 18% lo scorso anno. Questo nonostante l’obiettivo dell’UE di porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi entro il 2027.
“Un terzo delle importazioni Ue di GNL russo nel 2024 erano scambi spot. I Paesi membri dovrebbero dare priorità all’eliminazione di questi flussi, che non sono soggetti a contratti a lungo termine”, ha dichiarato Jaller-Makarewicz. Francia, Spagna e Belgio hanno rappresentato l’85% delle importazioni europee di GNL russo lo scorso anno. La IEEFA stima che i Paesi Ue abbiano speso 6,3 miliardi di euro per il GNL russo tra gennaio e novembre 2024.
GLI EFFETTI DELLO STOP AL TRANSITO DI GAS RUSSO ATTRAVERSO L’UCRAINA
Le importazioni europee di GNL sono diminuite di circa 32 miliardi di metri cubi nel 2024, una quota pari ad oltre il doppio del volume di gas russo che nel 2024 ha transitato attraverso l’Ucraina (circa 15 miliardi di metri cubi).
Dal momento che questa fornitura tramite gasdotto deve essere sostituita e che gli stoccaggi di gas devono essere riempiti in vista del prossimo inverno, si prevede che la domanda di GNL europea e dell’Ue nel 2025 aumenterà, ma ad un livello inferiore rispetto al probabile picco di consumo di GNL rispettivamente nel 2022 e 2023.