Cinque industrie tessili di Prato, big di settore, hanno adottato in queste settimane in nome dell’ecodesign un proprio ‘passaporto digitale dei prodotti tessili’, mettendo a disposizione di brand e aziende-clienti molte informazioni, dalle caratteristiche del prodotto alle materie prime utilizzate, alla loro provenienza, agli impatti ambientali e sociali dei processi produttivi.
L’entrata in vigore delle nuove norme sull’ecodesign rappresenta una delle principali sfide del Made in Italy e del sistema produttivo nazionale del presente e del futuro. Il Regolamento europeo sulla progettazione ecocompatibile (Espr) sprona tutta la filiera della manifattura italiana a farsi trovare preparata per raccogliere e sfruttare le opportunità dei nuovi processi produttivi all’insegna della sostenibilità.
IN VIGORE IL REGOLAMENTO EUROPEO SULLA PROGETTAZIONE ECOCOMPATIBILE
Come ha spiegato la stessa Commissione europea, l’Espr fa parte di un pacchetto di misure ritenute fondamentali per raggiungere gli obiettivi del Circular Economy Action Plan 2020. Misure che contribuiranno ad aiutare l’Ue a raggiungere i target prefissati sul fronte ambientale e climatico, come l’efficienza energetica entro il 2030 e il raddoppio del tasso di circolarità nell’uso dei materiali.
Norme destinate a migliorare vari aspetti dei prodotti lungo tutto il ciclo di vita per renderli più durevoli e affidabili, più facili da riutilizzare, aggiornare, riparare e riciclare e per ridurre al minimo l’impatto ambientale.
Oggi, quindi, l’ecodesign è al centro di qualsiasi processo industriale e imprenditoriale indirizzato in maniera irreversibile verso la sostenibilità economica, sociale e ambientale.
IL TESSILE E L’ARREDO PILASTRI DEL MADE IN ITALY
Quando parliamo di sistema industriale e manifatturiero italiano lo sguardo volge inevitabilmente verso il settore del tessile e dell’arredo. Aziende, imprese, manager e addetti ai lavori sono impegnati a mettere a terra le strategie legate alla sostenibilità che impattano e impatteranno sull’intera filiera. Che non significa solo ecodesign, ma – come ricorda FederlegnoArredo – anche responsabilità estesa del produttore, valorizzazione dei prodotti Made in Italy in ottica di filiera corta, sviluppo delle certificazioni di settore.
Il nuovo regolamento europeo, ad esempio, prevede tra le altre cose l’istituzione di ‘passaporti digitali’ per i prodotti regolamentati, che forniranno le informazioni sulla loro sostenibilità e includerà nuove misure per porre fine alla distruzione dei beni di consumo invenduti.
Su questo fronte c’è già chi ha giocato d’anticipo, senza attendere le indicazioni comunitarie. Cinque industrie tessili di Prato, big di settore – Lanificio Bigagli, Lanificio Fortex, Lanificio Fratelli Balli, Lanificio Mario Bellucci, Manifattura Tessile Risaliti – hanno adottato in queste settimane un proprio ‘passaporto digitale dei prodotti tessili’, mettendo a disposizione di brand e aziende-clienti molte informazioni, dalle caratteristiche del prodotto alle materie prime utilizzate, alla loro provenienza, agli impatti ambientali e sociali dei processi produttivi.
Nel settore dell’arredo il punto di riferimento è FederlegnoArredo, da tempo impegnato a consolidare un approccio innovativo e d’avanguardia sui principi ESG. E’ di poche settimane fa l’annuncio di un progetto per la costituzione di un Consorzio che dovrà occuparsi del fine vita del prodotto di arredo all’interno della filiera, con l’obiettivo di supportare le imprese dell’arredo nella piena transizione verso l’economia circolare.
IL RUOLO DI ACCELERATORE DEL CLUSTER DEL MADE IN ITALY
A svolgere un ruolo strategico di acceleratore in ambito di ecodesign, all’interno del sistema produttivo italiano, è il Cluster nazionale del Made in Italy – che può contare sulle più importanti associazioni datoriali, del mondo della ricerca e delle università, dei cluster territoriali.
Il Cluster, riconosciuto dal Mur, si propone di mettere in relazione le diverse filiere con il mondo della progettazione, della produzione e dei professionisti che si occupano di sostenibilità, al fine di accelerare la transizione ecologica e valorizzare quei progetti di ricerca e sviluppo pronti per entrare nei processi produttivi del made in Italy.
“IL MADE IN ITALY PUO’ DIVENTARE ECCELLENZA NELL’ECODESIGN”
“L’ecodesign è una sfida per tutte le filiere del Made in Italy, dal tessile all’arredo al nautico, che il sistema Italia saprà cogliere” spiega il presidente del Cluster Matteo Tonon. “Il regolamento europeo da poco entrato in vigore presenta delle grosse opportunità che vogliamo intercettare, ma sono necessari degli approfondimenti attraverso un lavoro in sinergia, tra tutti gli attori interessati, per superare gli ostacoli che potrebbero emergere. Siamo fortemente motivati a promuovere e accelerare la progettazione e la produzione sostenibile ed ecocompatibile dei prodotti, vogliamo che il Made in Italy diventi un’eccellenza anche nell’ecodesign”.
Su queste basi si sono tenuti nelle ultime settimane degli incontri a Roma tra i vertici del Cluster, il presidente Matteo Tonon e il direttore Carlo Piemonte, con i rappresentanti dei Ministeri competenti sul Made in Italy.
“In particolare – aggiunge – abbiamo avviato un proficuo confronto con gli uffici del ministro Urso, ai quali sono state illustrate alcune delle priorità e delle finalità delle attività del Cluster. Tra queste, la realizzazione di un network dei laboratori dell’innovazione Made in Italy presenti sul territorio, al fine di promuovere il trasferimento alle imprese di competenze e conoscenze”.