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Il Niger spingerà ancora sul petrolio e gas?

Gli scenari energetici di Niamey (Niger) e le previsioni dell’Agenzia Internazionale per l’energia sulla domanda globale

Il 2022 sarà un anno all’insegna della crescita della domanda di petrolio e gas. Se è vero, infatti, che il mondo – almeno quello occidentale – muove i suoi passi sulla via della transizione alle rinnovabili, l’Agenzia Internazionale per l’energia già a metà febbraio aveva presentato un report molto chiaro.

GLI AUMENTI PER IL 2022 PER L’AIE

Il report mensile dell’Agenzia Internazionale dell’Energia aveva infatti previsto un plus della domanda storica di petrolio. Ciò equivale, scriveva Reuters, un mercato globale ristretto rispetto alle penultime stime. “I nostri saldi sono ora più in linea con i fondamentali di mercato osservati, che sono alla base del punto di vista dei trader. Riteniamo che l’equilibrio più stretto per il 2021 e il 2022 si rifletta già nel prezzo del petrolio e nella curva a termine”, aveva detto l’AIE a Reuters.

Come riporta Wordoil, l’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) prevede che la domanda globale di petrolio e gas aumenterà e la domanda di petrolio da sola si espanderà di 3,3 milioni di barili (MMbpd) al giorno nel 2022 e tornerà ai livelli pre-COVID di 99,7 MMbpd.

IL RUOLO DI SONATRACH

Il 12 febbraio, il gruppo pubblico algerino di idrocarburi Sonatrach ha annunciato il rinnovo del contratto per la produzione condivisa del blocco Kafra in Niger, a favore della sua controllata Sipex. Il blocco si trova vicino al confine tra Algeria e Niger.

Secondo Energies Media, la firma è arrivata a inizio mese a Niamey con il Ministero del Petrolio, dell’Energia e delle Energie Rinnovabili del Niger. L’obiettivo è quello di “consentire una migliore valutazione del potenziale idrocarburico del blocco Kafra a seguito della scoperta di petrolio alla fine dei lavori di perforazione esplorativa”, ha riferito la Compagnia.

Tutto il blocco di Kafra copre un’area di 23.737 km2, al confine tra Algeria e Niger, ricorda EM. È adiacente al permesso di esplorazione di Tafassasset, detenuto da Sonatrach in territorio algerino.

IL 3° ECOWAS MINING AND PETROLEUM FORUM

La terza edizione dell’ECOWAS Mining and Petroleum Forum (Ecomof) è stata inaugurata mercoledì 16 febbraio nella capitale nigerina Niamey. L’evento, durato  fino al 18 febbraio, è stato organizzato dalla Commissione della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) e dal governo della Repubblica del Niger, in collaborazione con AME Trade Ltd.

Sotto il tema “Integrare le industrie minerarie e petrolifere nello sviluppo delle catene del valore regionali”, il forum si è concentrato “sul potenziale delle catene di approvvigionamento regionali e sulla prospettiva di armonizzare gli elementi chiave dei quadri di politica fiscale per il settore geo-estrattivo nella regione”, diceva una dichiarazione dell’ECOWAS.

Tra i punti all’ordine del giorno del forum, i temi degli investimenti nelle industrie estrattive, della conformità. E della gestione ambientale. E, seguendo il comunicato dell’ECOWAS di apertura, “i partecipanti si concentreranno su temi quali: la trasformazione dei prodotti estratti, la considerazione di genere per una governance inclusiva del settore estrattivo, responsabilità sociale delle imprese e sviluppo sostenibile, esame del potenziale geologico di taluni Stati membri».

Dunque, esperti e funzionari degli Stati membri dell’ECOWAS, professionisti dell’industria mineraria e petrolifera. Ma anche dirigenti di piccole e medie imprese si sono incontrati per ragionare di vari obiettivi. Tra i quali: lo sviluppo del potenziale minerario e petrolifero dell’Africa occidentale, la promozione dell’integrazione socio-economica regionale, lo sviluppo di miniere artigianali e su piccola scala e l’organizzazione di database geologici, minerari e petroliferi negli Stati membri dell’ECOWAS.

I PROSSIMI PASSI DEL NIGER

Come scrive ancora Worldoil, proprio a Niamey il Niger ha raggiunto un accordo con Algeria e Nigeria per spingere sullo “sviluppo del progetto multimiliardario trans-sahariano di 4.128 km (2.565 miglia) che collegherà i tre paesi africani con il mercato europeo per scambiare fino a 30 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno”.

C’è poi in ballo un gasdotto, il quale avrebbe un valore da 4,5 miliardi di dollari e una misura di ben 1.950km. Ma soprattutto, aumenterebbe di ben cinque volte la capacità produttiva nazionale al 2023. Tra un anno.

IL COMMENTO DI AYUK

“Ciò che il Niger e le major petrolifere sono riusciti a ottenere in un breve lasso di tempo è impressionante, dimostrando come la volontà politica, un quadro trasparente e produttivo e un ambiente di investimento favorevole possano guidare la crescita del settore energetico”. Questo ha dichiarato NJ Ayuk, presidente esecutivo della Camera africana dell’energia.

VERSO L’AFRICA ENERGY WEEK

Anche la stessa AIE conferma la centralità del continente africano nelle prossime traiettorie energetiche continentali e globali. Difficile dare torto a questa previsione, vedremo anche nella Africa Energy Week del prossimo ottobre.

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