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Ilva

Il nuovo bando dell’Ilva promette acciaio pulito e posti di lavoro. Ma chi trasformerà il sogno green in realtà?

Il nuovo bando dell’Ilva impone tempi rapidi per la decarbonizzazione del sito di Taranto. Al centro anche la tutela dell’occupazione e il rilancio produttivo. Le nuove condizioni attrarranno nuovi potenziali acquirenti?

L’Ilva ha un nuovo bando. La decarbonizzazione del sito di Taranto diventa obbligo ed elemento decisivo per identificare il nuovo proprietario dell’Ilva. Infatti, a parità di offerta, saranno preferite le nuove offerte vincolanti che prevedano la costruzione di più forni elettrici (fino ad un massimo di 3), il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione nel più breve tempo possibile e il livello di produzione più elevato rispetto alla capacità produttiva massima autorizzata dalla nuova AIA. Spegnere i forni a carbone nel più breve tempo possibile, realizzare fino a un massimo di tre forni elettrici per coprire l’intera capacità produttiva autorizzata e rispettare le prescrizioni contenute nella nuova AIA sono solo alcune delle novità del bando. A gennaio 2025 sono arrivate 10 offerte per l’Ilva. La domanda è: le modifiche attrarranno nuovi potenziali acquirenti o faranno desistere anche i precedenti candidati?

OK AL NUOVO BANDO PER L’ILVA

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha autorizzato la pubblicazione della nuova Lettera di Procedura II sulla vendita degli asset aziendali di ILVA S.p.A. e Acciaierie d’Italia S.p.A. Il nuovo bando è un passo cruciale del nuovo iter che dovrebbe portare finalmente al cambio di proprietà e al rilancio del sito. Un atto che segue alla nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata per il sito di Taranto il 25 luglio scorso, che ha validità di 12 anni e autorizza una capacità produttiva che può raggiungere le 6 milioni di tonnellate annue. I candidati avranno tempo fino al 15 settembre 2025 per presentare le offerte vincolanti. La bozza del nuovo contratto di compravendita sarà pubblicato in Data Room entro il 31 agosto. Se tutto filerà secondo i piani del Governo, già il prossimo inverno potremmo conoscere il tanto atteso nome del nuovo proprietario dell’Ilva.

ILVA, TUTTE LE NOVITA’

Le novità rispetto al bando di gara precedente non sono poche. I potenziali acquirenti dovranno impegnarsi a spegnere le aree a caldo alimentate a carbone nel più breve tempo possibile, realizzare fino a un massimo di tre forni elettrici per coprire l’intera capacità produttiva autorizzata e rispettare le prescrizioni contenute nella nuova AIA. Il Mimit sottolinea che il Governo darà il proprio supporto all’acquirente di Ilva, anche attraverso la società pubblica DRI d’Italia S.p.A., per la costruzione di impianti di preriduzione destinati ad alimentare i futuri forni elettrici. Tecnologie che, ora, potranno essere realizzate anche a Genova, nello stabilimento di Cornigliano, insieme a impianti di prima lavorazione funzionali all’attività del sito.

Il secondo pilastro della nuova procedura competitiva è la tutela occupazionale, che “rimane un principio inderogabile, pienamente condiviso e rafforzato dal costante confronto con le organizzazioni sindacali”, si legge nella nota pubblicata pochi minuti fa dal Mimit. Infatti, rispetto al precedente bando, la nuova offerta vincolante dovrà anche prevedere l’acquisto dell’intero magazzino e includere una nuova versione del piano industriale, specificando il numero dei dipendenti che l’offerente intende mantenere nel perimetro aziendale e la durata dell’impegno in termini occupazionali e di continuità aziendale.

COSA COMPRA CHI PARTECIPA AL BANDO?

A gennaio 2025 il Governo ha ricevuto 10 offerte vincolanti per l’Ilva. Baku Steel, Jindal e Bedrock si sono candidate per acquisire l’intero complesso. Le altre 7 offerte di Marcegaglia Group, Cordata Car Segnaletica Stradale Srl + Monge & C. SpA + Trans Isole Srl, Eusider Spa, I.M.C. Spa, Vitali Spa riguardavano invece singoli asset.

“Il nuovo bando consente l’acquisto dell’intero complesso aziendale, del compendio Aziendale Nord, del compendio Aziendale Sud o di singoli rami d’azienda”, scrive il ministero. “Tuttavia, a parità di condizioni, saranno privilegiate le soluzioni che meglio garantiscono la continuità produttiva e la tutela occupazionale”, parole che sembrano lasciare uno spiraglio all’opzione che gli asset di Ilva e Acciaierie d’Italia possano essere venduti separatamente. Le nuove condizioni attrarranno potenziali acquirenti o si rischia un nuovo stallo?

URSO: OBIETTIVO DECARBONIZZAZIONE E LEADER SIDERURGIA GREEN UE

Il focus sulla decarbonizzazione dell’Ilva è il frutto dell’intesa raggiunta il 31 luglio al Mimit dal ministro Urso con le istituzioni nazionali, la Regione Puglia e gli Enti locali che, scrive il ministero, “hanno espresso un accordo unanime e deciso a favore della piena decarbonizzazione, secondo la progettualità più rapida e sfidante dal punto di vista tecnologico”.

“Le nuove condizioni corrispondono a quanto condiviso con enti locali e sindacati. È questa la grande sfida industriale dell’Italia. Serve la massima responsabilità da parte di tutti. È possibile coniugare ambiente e impresa, salute e lavoro. È doveroso farlo a Taranto. Così da conseguire la leadership nella siderurgia green in Europa. Noi ci siamo”, ha dichiarato Urso.

IL RUOLO DEI COMMISSARI

I Commissari straordinari si occuperanno di valutare le proposte secondo criteri di sostenibilità industriale, ambientale e sociale, “riservandosi la facoltà di attivare eventuali fasi di rilancio e negoziazione”, sottolinea il Mimit.

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