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Parlamento Ue

Il Parlamento europeo si prepara a rivoluzionare la struttura interna dei comitati

Il documento di riflessione, depositato a metà settembre, propone di dimezzare il numero dei comitati del Parlamento europeo come soluzione per risolvere i numerosi conflitti di competenze che spesso sorgono tra di loro

La segreteria del Parlamento europeo ha preparato un “documento di riflessione” – visto in esclusiva da Euractiv – indirizzato ai gruppi politici con degli esempi concreti su come rimodellare le commissioni del Parlamento nel prossimo mandato legislativo. Il nuovo piano organizzativo è stato consegnato al gruppo di lavoro interno alla Conferenza dei presidenti di commissione (CPC), un organismo politico che ha un’importante voce in capitolo nel coordinare il lavoro delle commissioni interne del Parlamento, che svolgono i lavori preparatori essenziali su relazioni e dossier prima della loro approvazione in plenaria.

L’ORGANIZZAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

Il Parlamento europeo attualmente è organizzato in 20 commissioni permanenti, con 4 sottocommissioni ciascuna collegata ad una permanente, ma senza poteri legislativi. Inoltre, esistono delle commissioni temporanee che si occupano di materie specifiche create ad hoc. Gli europarlamentari hanno riflettuto su un’importante riforma della struttura delle commissioni parlamentari che, se approvata prima della fine di questo mandato legislativo, porterà a dei grandi cambiamenti nell’intero processo legislativo parlamentare, una volta iniziato il nuovo mandato dopo le elezioni europee di giugno.

IL NUMERO DEI COMITATI SARÀ DIMEZZATO?

Il documento di riflessione, depositato a metà settembre, propone di dimezzare il numero dei comitati come soluzione per risolvere i numerosi conflitti di competenze che spesso sorgono tra di loro. Secondo le norme attuali, alcune proposte legislative presentate dalla Commissione europea finiscono per ricadere nell’ambito di competenza di più di un comitato. In questi casi l’amministrazione del Parlamento europeo ha il compito di risolvere il conflitto e decidere se consentire una condivisione di competenze o semplicemente assegnare il fascicolo ad uno specifico.

Il piano organizzativo proposto dal segretariato semplificherà, da un lato, il carico di lavoro delle commissioni ed eliminerà le sottocommissioni. Tuttavia, ciò rafforzerebbe anche il potere decisionale degli organi amministrativi e concentrerebbe il potere legislativo su un minor numero di deputati.

Nel discutere la riforma delle commissioni, i parlamentari sono chiamati a trovare un equilibrio tra la necessaria semplificazione e il rischio di una concentrazione dei poteri negli organi amministrativi interni, che potrebbe portare anche a nuove forme di conflitto interno.

L’ultima volta che il Parlamento europeo ha riformato l’organizzazione delle sue commissioni è stato quasi 20 anni fa. Secondo il documento visionato da Euractiv, l’obiettivo principale di questa riforma sarebbe di “modernizzare” la struttura per rispecchiarla più fedelmente alla società attuale.

LE PROPOSTE DI FUSIONE

Nel suo documento, la segreteria ha proposto come unire le competenze riducendo il numero dei comitati a soli 15, in aggiunta ad altri 5 comitati orizzontali. Ad esempio, il comitato “Affari internazionali e allargamento” sarebbe il nuovo nome della commissione per gli affari esteri (AFET), che si occuperà della politica estera dell’Unione europea in generale e, più specificamente, della supervisione del lavoro del Servizio per l’azione esterna dell’Ue (SEAE), delle relazioni con Paesi terzi e altri organismi multilaterali. Inoltre, lavorerebbe sui processi di adesione e sugli accordi internazionali dell’Unione europea, nel suo campo di competenza, e coordinerebbe il lavoro delle delegazioni Ue.

IL POSSIBILE NUOVO COMITATO “ENERGIA, TRASPORTI E CLIMA”

L’organismo interno valuta la possibilità di costituire un comitato su “Energia, trasporti e mobilità”, per evitare conflitti di competenze in materia di efficienza energetica nel settore dei trasporti. In alternativa a quest’ultimo, il documento propone di mettere insieme l’energia e il clima, poiché “l’energia è il settore più importante che contribuisce al cambiamento climatico”, si legge nel documento.

Vengono presentate due diverse opzioni per i conflitti sull’agricoltura: un comitato che riunisce “Agricoltura e Pesca” o un altro in cui si fondono “Sicurezza alimentare, Agricoltura e Pesca”, per risolvere i conflitti tra AGRI, ENVI e PECH (rispettivamente, agricoltura, ambiente e comitati per la pesca).

Sulla salute, il documento propone la creazione di un comitato su “Salute e Sicurezza alimentare”, se la sicurezza alimentare non dovesse fondersi con quello di agricoltura e pesca, o in alternativa un altro su “Ecosistema, Salute e Sicurezza alimentare”.

C’è una proposta anche per creare un comitato su “Ambiente, Oceani e Foreste” come opzione alternativa a quella sull’ecosistema. Un solo comitato sarebbe dedicato alla tecnologia, mettendo insieme “Digitalizzazione, Innovazione e Nuove tecnologie”, raggruppando tutti gli argomenti che rientrano nell’ambito delle “Infrastrutture digitali generali”.

GLI ALTRI POSSIBILI NUOVI COMITATI DEL PARLAMENTO EUROPEO

Un comitato di “Partenariato e cooperazione internazionale” unirebbe le politiche delle relazioni economiche e commerciali con i Paesi terzi, insieme allo sviluppo e agli aiuti umanitari, al fine di risolvere lo scontro di competenze tra gli attuali comitati Sviluppo (DEVE) e Commercio internazionale (INTA).

Un nuovo comitato su “Sicurezza e difesa” punterebbe a riunire “tutti gli aspetti della difesa”, inclusa l’industria. Comprenderebbe l’interferenza straniera e la disinformazione, l’eliminazione del conflitto di competenze con l’industria (ITRE), la sicurezza e la difesa (SEDE) e i due comitati temporanei sull’interferenza straniera (INGE e ING2).

Il comitato “Competitività, mercato interno e industria” riunirebbe settori politici quali concorrenza, fiscalità, normativa sul mercato interno, PMI e politica industriale. Il lavoro dei comitati “Mercato interno” (IMCO), economia e affari monetari (ECON) e ITRE ricadrebbero sotto il suo ombrello.

Verrebbe istituito un comitato separato per le questioni fiscali, per eliminare i conflitti tra ECON, IMCO e i comitati per gli Affari giudiziari (JURI). Il documento propone inoltre di fondere i comitati per l’occupazione (EMPL) e la politica di coesione (REGI) in un unico comitato denominato “Occupazione, Inclusione sociale, Politica di coesione e Sviluppo regionale”. Viene proposto un solo comitato per le questioni di “Giustizia”, che unirebbe la commissione JURI e quella per le libertà civili (LIBE). Oltre ad eliminare il conflitto di competenze tra JURI e IMCO, è stato aggiunto un comitato “Giustizia e consumatori” come possibile alternativa alla “Giustizia”.

IL COMITATO DEDICATO ALLE MIGRAZIONI E LE COMMISSIONI SPECIALI

Il dossier suggerisce inoltre la creazione di un nuovo comitato per affrontare la migrazione con un approccio olistico, chiamato “Cittadinanza, Migrazione e Affari interni”. In alternativa ai comitati Giustizia e migrazione si propone un comitato generale che includa tutti gli aspetti di JURI, LIBE e IMCO, chiamato “Diritti fondamentali, Sicurezza e Giustizia”.

La proposta suggerisce inoltre la creazione di un comitato “Ricerca, Media, Istruzione e Cultura”, che unisca il comitato cultura (CULT) con alcune parti dell’ITRE. Il gruppo finale sarà composto dalle questioni di bilancio (BUDG) e di controllo di bilancio (CONT), quest’ultima definita nel documento il “comitato neutralizzato”. Per la nuova struttura sono previste 5 commissioni orizzontali, denominate “Commissioni speciali” su stato di procedura, immunità e questioni giuridiche, affari costituzionali dell’Unione europea, relazioni con i cittadini, uguaglianza di genere e mainstreaming di genere, diritti umani e democrazia.

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