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Il passaggio all’energia eolica dell’Uruguay mostra al mondo come si fa la transizione verde

Oggi l’Uruguay ha quasi eliminato i combustibili fossili dalla produzione di elettricità. A seconda del clima, tra il 90% e il 95% dell’energia del Paese proviene da fonti rinnovabili

Negli anni 2000 i prezzi dei combustibili fossili stavano aumentando in tutto il mondo. Dopo un periodo di volatilità negli Anni 80, il prezzo del petrolio alla fine del 2001 raggiunse uno dei suoi punti più bassi – 20 dollari al barile – ma poi, nel corso di sei anni, è triplicato, prima che un nuovo shock petrolifero vedesse i prezzi superare quelli degli Anni 70, raggiungendo la cifra record di 145 dollari al barile, il 3 luglio 2008.

IL MERCATO PETROLIFERO IN URUGUAY

L’Uruguay importa il suo petrolio, quindi aveva un problema. Nell’anno precedente, il 2007, la domanda di energia nel Paese era cresciuta dell’8,4% e le bollette energetiche delle famiglie stavano aumentando ad un ritmo simile. La popolazione di 3,4 milioni di abitanti stava iniziando ad allarmarsi. Non avendo alternative, il presidente Tabaré Vázquez fu costretto ad acquistare energia dai Paesi vicini a prezzi più alti, anche se Argentina, Uruguay e Paraguay avevano un accordo di mutuo soccorso in caso di condizioni di emergenza.

Per sbrogliare quella matassa, racconta The Guardian, Vázquez aveva bisogno di soluzioni rapide. Ecco allora che si rivolse ad una fonte improbabile: Ramón Méndez Galain, un fisico che avrebbe trasformato la rete energetica uruguayana in una delle più pulite al mondo.

L’URUGUAY HA QUASI ELIMINATO I FOSSILI DALLA PRODUZIONE DI ELETTRICITÀ

Oggi l’Uruguay ha quasi eliminato i combustibili fossili dalla produzione di elettricità. A seconda del clima, tra il 90% e il 95% dell’energia del Paese proviene infatti da fonti rinnovabili (e in alcuni anni si è arrivati anche al 98%). Se alla recente COP28 l’eliminazione graduale dei fossili è stata una questione centrale e molto dibattuta, una risposta potrebbe stare in quello che l’Uruguay ha realizzato in un decennio e mezzo. “Ho lavorato all’estero per 14 anni e, quando sono tornato, c’era una crisi energetica. L’unica soluzione della gente era installare una centrale nucleare. Io ero un fisico nucleare, quindi ho pensato di poter capire qualcosa di questo problema”.

LA SOLUZIONE DELL’ENERGIA EOLICA

Più Galain studiava la questione, più si convinceva che l’energia nucleare non era la risposta per il suo Paese, fino a capire che la soluzione risiedeva nelle energie rinnovabili. Il fisico pubblicò quindi le sue scoperte in un articolo in cui esponeva la convinzione che l’Uruguay dovesse puntare tutto sull’energia eolica. Poco dopo, ricevette una telefonata che lo invitava a diventare ministro dell’Energia e ad attuare il suo piano. “Fu pazzesco, ed io feci una cosa ancor più folle: accettai”.

L’Uruguay è un piccolo Paese – circa il 26% più piccolo del Regno Unito in termini di superficie – incastrato tra i due giganti Argentina e il Brasile. In questo contesto, il l’Uruguay viene spesso trascurato. Tuttavia, ha un’economia molto florida: secondo la Banca Mondiale, nel 2022 il PIL pro capite nel Paese era di 16.420 sterline, il più alto del continente sudamericano. Solo una piccola parte della popolazione uruguayana vive in condizioni di estrema povertà e ci sono grandi aspettative in termini di stile di vita e opportunità.

Dal momento che le esigenze dei cittadini richiedono molta energia, in circa un decennio l’Uruguay, guidato Galain, ha installato circa 50 parchi eolici, ha decarbonizzato la rete e rafforzato la sua energia idroelettrica.

LA TRANSIZIONE ENERGETICA IN URUGUAY E L’ESEMPIO PER ALTRI PAESI

La questione se la transizione dell’Uruguay costituisca un progetto vitale per il mondo non è semplice. Alcune caratteristiche hanno dato un vantaggio al Paese, come i forti venti e una notevole energia idroelettrica che a volte, quando è in surplus, viene venduta al Brasile.

Una fonte energetica alternativa come l’energia idroelettrica è vitale per colmare le lacune in una rete rinnovabile, poiché l’energia eolica e quella solare sono intermittenti. A differenza di alcuni Paesi sudamericani, l’Uruguay è politicamente molto stabile, il che ha reso gli investimenti a lungo termine molto più appetibili per le aziende straniere. Aveva anche delle aliquote fiscali relativamente elevate sulle importazioni, una leva che era in grado di utilizzare per incoraggiare gli investimenti esteri.

Tuttavia, queste condizioni possono essere trovate altrove. Nel Regno Unito, ad esempio, la Scozia ha un notevole potenziale idroelettrico. L’Uruguay, nel frattempo, è passato a quella che viene già definita “la seconda fase” della sua transizione energetica: sta gradualmente convertendo i suoi bus e veicoli pubblici all’elettrico e incentivando i conducenti di taxi e minicab a cambiare. Il modo in cui funziona potrebbe fornire un esempio globale su come altri Paesi possono decarbonizzare le proprie economie.

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