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COP28

Il ruolo delle aziende italiane in vista della COP28 di Dubai

Oggi ad Abu Dhabi alcuni rappresentanti delle imprese italiane hanno spiegato il loro ruolo da leader mondiali nelle soluzioni tecnologiche per l’energia pulita

“Italia ed Emirati Arabi uniti verso COP28 – Impegno del settore privato per la transizione energetica”. È il tema di cui si è discusso oggi ad Abu Dhabi, in un evento organizzato dal Sole 24 Ore in collaborazione con il Festival dell’Economia di Trento.

La conferenza sul clima COP28, in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023, sarà una tappa fondamentale per fare il punto sui progressi della transizione energetica globale e sul raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Gli Emirati Arabi Uniti si sono impegnati a rendere la COP28 una conferenza d’azione e per tutti, fornendo risultati concreti e coinvolgendo le parti interessate private e la società civile.

Le aziende italiane sono già in prima linea nella transizione energetica. Negli Emirati la tecnologia italiana ha infatti un ruolo di primo piano nella decarbonizzazione del settore, e le imprese italiane sono leader mondiali nelle soluzioni tecnologiche per l’energia pulita.

ENEL: INVESTIREMO 37 MLD EURO IN RINNOVABILI

Ruggero Aricò, direttore Affari Istituzionali Internazionali di Enel, ha parlato del ruolo delle energie rinnovabili: “Dobbiamo migliorare e potenziale l’utilizzo delle rinnovabili. Dobbiamo elettrificare tutto quello che possiamo elettrificare: le nostre case, le nostre auto etc. Dobbiamo optare per le fonti pulite. Non esiste un futuro in assenza di rinnovabili, bisogna lavorare sulle infrastrutture e sulle reti digitalizzate. Nei prossimi anni investiremo 37 miliardi di euro”.

FONDAZIONE MED-OR: DIVERSIFICARE RISORSE PER REALIZZARE TRANSIZIONE

Umberto Tavolato, direttore Relazioni internazionali della Fondazione Med-Or, ha sottolineato che “non dovremmo soltanto pensare di diversificare le risorse per un vantaggio tattico, dovrebbe essere un impegno affinché si possa realizzare la transizione energetica. Per noi oggi è fondamentale lavorare con gli Emirati Arabi”.

ENI: AL LAVORO CON PAESI AFRICANI PER SVILUPPARE BIOCARBURANTI

Marco Piredda, Eni’s Head of International Affairs Analysis and Business Support, ha spiegato che la sua azienda lavora “con un approccio a doppia bandiera, cioè non solo per produrre energia e valore per i nostri clienti e i nostri portatori di interesse, ma anche per supportare i Paesi e le comunità in cui operiamo. Questo è un approccio molto più ampio, che ha permesso ad Eni di sviluppare la propria presenza anche negli Emirati e in tutta la regione. Quindi non soltanto un potere pubblico-privato che svolge un ruolo di rilievo, ma anche ulteriori elementi, come l’International Renewable Agency”.

“Qui ad Abu Dhabi – ha spiegato Piredda – con IRENA abbiamo una visione comune di cui siamo molto fieri. In questo partenariato stiamo dando avvio ad un programma di supporto ai Paesi africani nel settore pubblico per gestire e sviluppare i biocarburanti. In questo caso creiamo dei partenariati per creare a nostra volta ulteriori capacità e conoscenze, anche a livello normativo, e far sì che la catena del valore sia basata effettivamente sulle energie verdi”.

ANSALDO GREEN TECH: REPLICHIAMO NOSTRO BUSINESS MODEL NEGLI EAU

“Il Gruppo Ansaldo – ha affermato Daniela Gentile, CEO di Ansaldo Green Tech – arrivò qui negli Emirati Arabi 20 anni fa per creare un impianto di generazione di energia, a cui sono seguite diverse installazioni successive. Oggi abbiamo 3,5 GW installati, con una flotta totale di circa 40 GW. In parallelo abbiamo cercato di diversificare la nostra presenza nel Paese: nel 2010 abbiamo creato un nuovo sito produttivo per il ricondizionamento degli impianti, per aumentare il livello tecnologico della nazione. È stata un’esperienza di successo e abbiamo cercato di espanderla ulteriormente”.

“Sulla base dell’esperienza dei nostri centri diagnostici in Italia – ha aggiunto Gentile – abbiamo presentato un trasferimento di tecnologia anche qui. Da ultimo, c’è anche un supporto reattivo, con diversi team che si occupano del livello di sviluppo operativo. È un buon esempio di collaborazione pubblico-privato. Come Ansaldo Green, abbiamo seguito la via tracciata dall’azienda nel settore del futuro, ovvero il settore energetico, replicando qui il nostro business model, però rispetto alla transizione energetica”.

SAIPEM: POSSIAMO OFFRIRE A PMI TECNOLOGIE CCS INNOVATIVE

“Saipem è un’azienda che eroga anche servizi ingegneristici e dobbiamo seguire la richiesta che si presenta sul mercato. Una richiesta – ha spiegato Alessandro Motta, head of public affairs di Saipem – che sta cambiando, negli anni a venire stiamo cambiando i nostri impianti strategici ed il 25% del nostro operato sarà nel settore delle energie sostenibili. Abbiamo anche una roadmap per la decarbonizzazione, con l’obiettivo di ridurre le nostre emissioni del 50% entro il 2035 e arrivare all’azzeramento completo entro il 2050, come stabilito dall’accordo di Parigi”.

“La nostra forza – ha aggiunto Motta – è nell’eolico offshore, questo fa parte della nostra strategia di decarbonizzazione. Possiamo offrire delle tecnologie di cattura della CO2 estremamente innovative, e ci sono delle tecnologie che possono essere adattate anche alle PMI per abbattere le emissioni più difficili da eliminare. Noi utilizziamo le nuove tecnologie per fornire soluzioni ad hoc, e crediamo che questo potrà essere un fattore importantissimo”.

INTESA ABU DHABI: SUPPORTIAMO TRANSIZIONE VERSO NET ZERO

Un ruolo di rilievo negli Emirati lo svolge da anni anche Intesa San Paolo, come ha affermato Pietro Calugi, general manager di Intesa San Paolo Abu Dhabi: “siamo una presenza storica qui, Intesa è l’unico istituto bancario italiano con una presenza stabile negli Emirati Arabi, sia nei mercati onshore che offshore. Nell’arco degli anni siamo riusciti a consolidare una partnership straordinaria con questi Paesi, che non vedono l’ora di sviluppare un modello di crescita diversificato, ma che non venga meno ai pilastri dell’efficienza energetica e dell’innovazione. Questo ci ha permesso di consolidare ulteriormente il nostro posizionamento nel mercato, per poter supportare efficacemente la transizione verso il net zero”.

“Il net zero – ha proseguito Calugi – implica molti capitali, ma i capitali non sono sufficienti, a meno che non vengano combinati con un cambio di paradigma. Sicuramente tutto questo passa per l’economia circolare, che può diventare uno strumento molto importante in quanto ridefinisce i valori e fornisce un modello per le economie per poter mitigare i rischi”.

ACWA: LANCEREMO PROGETTO IDROGENO VERDE NEGLI EMIRATI

È intervenuto infine Andrea Lovato, vicepresidente esecutivo e direttore globale sviluppo rinnovabili e idrogeno verde di ACWA Power: “siamo partner di questo viaggio congiunto ormai dal 2011. Abbiamo i più grandi impianti di desalinizzazione del mondo e riusciamo a fornire anche le tariffe migliori. Abbiamo introdotto nuove tecnologie e stiamo attuando dei progetti anche nel fotovoltaico. Negli anni abbiamo battuto diversi record, ad esempio nel 2015 la nostra tariffa è diminuita da 8 a 5,8 centesimi di dollaro. Oggi il target è di 1 centesimo. Oggi siamo i primi ad attuare un progetto incentrato sull’idrogeno verde e siamo l’ente finanziatore di diversi progetti, tra cui sulle turbine a gas. Noi sfruttiamo tutte queste tecnologie, che utilizziamo per arrivare a tariffe inferiori ed avere quindi un beneficio ulteriore”.

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