Skip to content
nucleare

Il vento del nucleare soffia più forte. La mappa

Dall’addio al phaseout belga alla corsa europea per l’atomo: così il nucleare torna protagonista nel dibattito energetico del Vecchio Continente

Il vento del nucleare soffia sempre più forte nell’Unione Europea. La crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina, la corsa alla decarbonizzazione e la necessità di garantire forniture sicure e stabili stanno spingendo sempre più governi a riconsiderare il ruolo dell’atomo nel mix energetico. Il Belgio ha recentemente fatto retromarcia sulla chiusura delle centrali, l’Italia ha varato una legge per sfatare il tabù dell’energia dell’atomo. Intanto, Francia, Finlandia e Slovacchia stanno costruendo nuovi impianti. Controcorrente l’Austria, la Spagna e la Svizzera, che restano contrarie al nucleare.

IL BELGIO TORNA INDIETRO SUL NUCLEARE

Il Parlamento belga, con una larga maggioranza, ha approvato lo stop al phaseout dalle centrali nucleari entro il 2025, cancellando la promessa di abbandonare l’atomo e aprendo la porta alla possibile costruzione di nuovi reattori. Un segnale che il Belgio vuole candidarsi tra i protagonisti della rinascita del l’energia dell’atomo. Il nuovo governo conservatore ha fatto del nucleare il pilastro della sua strategia energetica, convinto che il Belgio potrà garantirsi sicurezza, autonomia e prezzi stabili. La Commissione Europea ha già dato il via libera al piano di prolungamento della vita dei reattori Doel 4 e Tihange 3, considerata una misura “necessaria e proporzionata” per la sicurezza energetica nazionale.

CHI COSTRUISCE NUOVI IMPIANTI

La Francia si conferma regina europea dell’atomo con 57 reattori attivi e uno in costruzione, ha messo in cantiere una nuova generazione di impianti, nonostante l’opinione pubblica sia divisas. La Finlandia e la Slovacchia, da parte loro, stanno portando avanti la costruzione di nuovi reattori, mentre la Germania – dopo aver spento i suoi ultimi impianti – resta ferma sulla linea dell’addio, nonostante le tensioni sui prezzi dell’energia.

Dopo decenni di tabù e referendum, anche Roma ha deciso di rimettere il nucleare al centro del dibattito. Il governo ha appena approvato una legge delega per il ritorno dell’energia nucleare sostenibile. L’obiettivo è avviare la costruzione dei primi impianti entro la fine del 2027, adeguando le norme agli standard europei, gestendo in sicurezza i rifiuti radioattivi e investendo nella ricerca sulla fusione. Una mossa che, nelle speranze del Governo, permetterà di ridurre le emissioni, garantire l’indipendenza energetica e abbassare i costi per famiglie e imprese.

I CONTRARI

Sul fronte opposto, l’Austria resta la roccaforte antinucleare d’Europa: qui l’atomo è bandito dal 1978, e Vienna non solo investe massicciamente su rinnovabili, pompe di calore e geotermia, ma si è anche battuta con successo per escludere il nucleare dalla tassonomia verde dell’UE. Un impegno che ha portato anche alla chiusura di una centrale ceca vicino al confine austriaco.

La Spagna e la Svizzera, invece, hanno vietato la costruzione di nuovi impianti.

LA MAPPA DEL NUCLEARE

La mappa del nucleare dell’Unione Europea è composta da 14 paesi con reattori attivi, dalla Francia alla Bulgaria, dalla Svezia all’Ungheria. La Commissione Europea stessa ha deciso di accelerare sul nucleare. Infatti, ha selezionato progetti per lo sviluppo di reattori di quarta generazione, tra cui ALFRED, guidato dall’italiana Ansaldo Nucleare, che punta su tecnologie modulari e avanzate.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su