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Gas

Il vertice Ue non risolve le divisioni sul petrolio russo

C’è ancora stallo a Bruxelles sulle nuove misure contro il petrolio russo. Il punto dopo il vertice di inizio settimana

Parola chiave stallo. La guerra ucraina è in stallo. C’è stallo sull’avanzata russa (anche se Mariupol sta per crollare), c’è stallo sui negoziati tra Putin e Zelensky, c’è stallo sulle prossime mosse europee anti-Putin. Su tutte, quelle in ambito energetico. Ieri a Bruxelles si è svolto un vertice per decidere tra l’altro nuove misure sanzionatorie al petrolio russo. Ma come pronosticabile, non si è raggiunto un accordo.

IL PIANO UE PER L’INDIPENDENZA DA MOSCA

L’8 marzo scorso la Commissione europea ha pubblicato lo schema di un piano per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, a cominciare dal gas, alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina. Venerdì ci sarà il secondo round del vertice andato in scena ieri, ma non si prevedono svolte. La strada è lunga.

SUL TETTO AL PREZZO DEL GAS È NORD CONTRO SUD

Il fronte che aveva visto protagonista Draghi nel decidere una via mediterranea è quello del tetto al prezzo del gas. Venerdì scorso, il premier aveva incontrato i suoi omologhi di Portogallo, Grecia e Spagna. Ma ieri è arrivata la pronta opposizione dell’Olanda e dei falchi nordici. Come riporta Marco Bresolin sulla Stampa, “oggi il gruppo guidato dai Paesi Bassi pubblicherà una lettera in risposta alle proposte lanciate venerdì scorso a Roma”. Motivo: spiegare che interventi strutturali danneggerebbero la concorrenza e inciderebbero sugli investimenti per le rinnovabili.

LA GERMANIA TITUBA ANCHE SULLE SANZIONI AL PETROLIO RUSSO

C’è poi la questione dell’embargo al greggio di Mosca. Anche qui le divisioni non mancano. L’Ungheria è in testa. Scrive David Carretta sul Foglio: per Orbán, l’energia russa è una linea rossa che non va superata. “Non sosterremo sanzioni che mettono a repentaglio la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’Ungheria”, ha spiegato Szijjártó, ministro degli Esteri di Budapest.

Anche Berlino tituba fortemente. La sua dipendenza dal gas russo è principe. “Se potessimo fermare le importazioni di petrolio dalla Russia lo faremmo automaticamente”, ha detto il ministro tedesco degli Esteri, Annalena Baerbock. “Non è una questione se lo vogliamo o no, ma quanto siamo dipendenti, e per esempio la Germania importa molto petrolio dalla Russia e come noi altri paesi dell’Ue”.

LA PRESIDENTE DEL PARLAMENTO UE CONTRO IL PETROLIO RUSSO

“Di energia si è sempre parlato anche in termini politici, oggi più che mai. Considerando quello a cui stiamo assistendo in Ucraina, il nostro obiettivo deve essere zero gas russo. Ma non possiamo ignorare il fatto che ci siano Stati membri che dipendono al cento per cento dalle forniture di gas del Cremlino”. Intervistata sul Giornale, Roberta Metsola parla del problema energetico che intercorre tra Ue e Russia. La dipendenza va interrotta per non essere “implicitamente complici dei loro crimini”.

I prossimi vertici dell’Unione, insomma, dovranno definire meglio la strada per dire addio ai rifornimenti energetici di Mosca.

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