Advertisement Skip to content
Pompe Di Calore

In Europa è boom di pompe di calore, l’Italia è il secondo mercato

In Italia lo scorso anno sono entrate in funzione 520.000 unità pompe di calore (nel 2021 erano 383.000). Il nostro Paese è il secondo mercato europeo dietro alla Francia, che la classifica con 626.000 impianti

La transizione ecologica spinge le vendite di pompe di calore. Complice la crisi energetica e il ruolo che queste apparecchiature possono avere ai fini della decarbonizzazione del settore edilizio, Tutti i principali Paesi europei stanno adottando sempre più questa tecnologia, e l’Italia non fa eccezione.

Secondo i dati raccolti dal Politecnico di Milano e pubblicati dall’Osservatorio sulla transizione ecologica dell’economia e delle imprese italiano, lo scorso anno l’Europa ha raggiunto i 3 milioni di impianti venduti, per una crescita di circa 800.000 unità rispetto al 2022.

Secondo la European Heat Pump Association (EHPA), nel vecchio continente vi sono oltre 20 milioni di pompe di calore installate, che in un anno consentono di evitare 52 milioni di tonnellate di emissioni di CO2. Lo scorso anno il Paese che ha evitato la maggiore quota di emissioni è stata la Francia (15,6 milioni di tonnellate), seguita da Germania (5,7) e Italia (5,4).

LE POMPE DI CALORE IN ITALIA

Di queste pompe di calore, circa un sesto – 520.000 unità – sono entrate in funzione in Italia (nel 2021 erano 383.000). Il nostro Paese è il secondo mercato europeo dietro alla Francia, che guida questa speciale classifica con 626.000 impianti.

Un decreto interministeriale del 2016 ha introdotto il “nuovo conto termico”, un incentivo che, a differenza dell’Ecobonus, è stabile, ovvero non ha scadenza e si rivolge ai privati e agli enti pubblici. Le pompe di calore sono ammesse all’incentivazione del Conto termico. Esiste un catalogo di pompe di calore prequalificate come idonee, una sorta di registro dei modelli, curato dal GSE, che riporta i produttori e i loro apparecchi.

LE POMPE DI CALORE IN EUROPA

In Europa le pompe di calore rappresentano il 35% delle vendite annuali nel settore del riscaldamento. Questo exploit non è legato solamente agli incentivi, ma anche ai divieti. La Francia, ad esempio, vuole vietare l’installazione di nuove caldaie a gas in tutti i nuovi edifici a partire dal 2024, mentre la Germania sta pensando di prevedere nel riscaldamento degli edifici, sempre dal prossimo anno, una quota minima di produzione da fonti rinnovabili maggiore del 65%.

Si prevede che entro il 2030 il mercato europeo delle pompe di calore raggiungerà dei numeri molto significativi: le unità installate saliranno a 60 milioni, con dei volumi attesi di 50 miliardi di euro. Secondo gli esperti si dovrebbe lavorare ad una politica industriale mirata, per capire come aiutare il settore italiano del riscaldamento nel passaggio dalla produzione di caldaie alle pompe di calore a propano (come riportato anche nel RePowerEU), attraverso l’allentamento delle norme sugli aiuti di stato e prevedendo un forte sostegno alle industrie nazionali.

GLI OBIETTIVI DEL REPOWEREU E LE EMISSIONI DI CO2

L’impiego delle pompe di calore è considerato strategico ai fini della decarbonizzazione del settore edilizio. Per questo, sono diversi gli incentivi introdotti per l’acquisto di pompe di calore. Il piano dell’Unione Europea REPowerEU ne prevede l’installazione di 20 milioni di unità nei Paesi Ue entro il 2026 e di 60 milioni entro il 2030.

Il settore edilizio è responsabile del 36% delle emissioni totali di gas serra dell’Unione europea. “Circa il 50% di tutta l’energia consumata oggi nell’Ue viene utilizzata per il riscaldamento e il raffreddamento. Oltre il 70% del riscaldamento e del raffreddamento si basa ancora sui combustibili fossili, principalmente gas naturale. Nel settore residenziale, circa l’80% del consumo energetico finale viene utilizzato per il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua”, ha scritto la Commissione nella propria richiesta di prove in occasione dell’avvio della consultazione pubblica. Con le attuali politiche in atto, l’esecutivo Ue stima che le emissioni derivanti dai trasporti e dagli edifici si ridurranno del 6,2%.

LA CONSULTAZIONE PUBBLICA UE

Per accelerare l’introduzione delle pompe di calore – e, allo stesso tempo, stimolare la produzione nazionale – la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica per informare il suo prossimo piano d’azione, che avrebbe dovuto essere pubblicato entro la fine dell’anno. Secondo l’EHPA, però, da allora il piano è stato ritirato dall’agenda della Commissione. Contattata via email, quest’ultima ha affermato che il “lavoro preparatorio è ancora in corso”. In questa fase, ha spiegato un portavoce, “non possiamo fornire una data precisa per la presentazione del piano d’azione”. Questo significa che, probabilmente, il piano d’azione sarà ritardato fino a dopo le elezioni europee in programma a giugno 2024 e la nomina di una nuova Commissione europea, che verrà finalizzato solo alla fine dello stesso anno.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su