Il sistema in arrivo è la prima tassa sul carbonio su larga scala per il trasporto marittimo internazionale, e fa parte del la spinta verde dell’Unione europea per affrontare il cambiamento climatico
Le navi che, dentro e fuori l’Unione europea, trasportano di tutto – dai beni di consumo al cibo e al carburante – presto si troveranno ad affrontare ingenti tasse in materia di emissioni. L’industria marittima a gennaio aderirà al sistema Ue di scambio delle quote di emissione (ETS); di conseguenza, le grandi navi inizieranno a pagare per le loro emissioni di anidride carbonica.
Secondo BloombergNEF, alcune importanti aziende di trasporto merci – come MSC Mediterranean Shipping Company SA e A.P. Moller-Maersk A/S – potrebbero vedere questi costi arrivare a centinaia di milioni di dollari.
I DATI SUL COMMERCIO MARITTIMO IN TUTTO IL MONDO
Le navi trasportano oltre l’80% del commercio mondiale e sono una grande fonte di emissioni: nel 2018 hanno immesso nell’atmosfera circa 1 miliardo di tonnellate di CO2. Il sistema in arrivo è la prima tassa sul carbonio su larga scala per il trasporto marittimo internazionale, e fa parte del la spinta verde dell’Unione europea per affrontare il cambiamento climatico. Tuttavia, sebbene considerevoli, è improbabile che le sanzioni siano sufficientemente alte da forzare un passaggio immediato ai combustibili marini più puliti.
“L’ETS dell’Unione europea aumenterà le tariffe di trasporto, ma è probabile che l’offerta e la domanda di navi abbiano un impatto maggiore sulle tariffe di spedizione”, ha affermato Tore Longva, direttore decarbonizzazione della società di classificazione navale DNV.
Secondo DNV, per una singola nave portacontainer che naviga tra Europa e Asia, il costo delle emissioni potrebbe ammontare a circa 810.000 euro nel 2024, ipotizzando un prezzo di mercato del carbonio di 90 euro a tonnellata. Le aziende dovranno coprire una quota maggiore di emissioni nei prossimi due anni, il che significa che i costi potrebbero aumentare ulteriormente.
COME FUNZIONA LA TASSA SULLE EMISSIONI DELLE NAVI
Una nave che trasporta 5.000 container di dimensioni standard tra l’Ue e l’Asia in un anno genera circa 40.000 tonnellate di CO2. Poiché i viaggi si estendono fuori dall’Europa, però, bisogna coprire solo la metà delle emissioni. Ciò significa sostenere un costo di 20.000 tonnellate di CO2, più altre 2.500 tonnellate mentre la nave si trova nei porti europei.
Nel primo anno, il 40% delle emissioni qualificanti sono a pagamento, per cui la nave dovrà sostenere costi per 9.000 tonnellate di CO2. Ipotizzando un prezzo del carbonio di 90 euro a tonnellata, il totale sarebbe di 810.000 euro. Ciò salirebbe a 1,4 milioni di euro nel 2025, quando il 70% delle emissioni dovrà essere coperto, e a 2 milioni di euro nel 2026, quando tutte le emissioni saranno addebitabili (ipotizzando un prezzo del carbonio sempre pari a 90 euro).
I POSSIBILI SCENARI
Il regolamento riguarda le navi di stazza lorda pari o superiore a 5.000 tonnellate e si applica alle navi che entrano ed escono dai porti Ue e dello Spazio economico europeo. Tuttavia, potrebbe volerci un po’ di tempo prima che il programma riduca realmente le emissioni. “Con un prezzo del carbonio di circa 90 euro, sarebbe comunque più economico utilizzare combustibili inquinanti a base di petrolio e pagare per le emissioni, piuttosto che utilizzare dei biocarburanti marini più costosi”, ha affermato Longva.
E, sebbene i costi aggiuntivi siano notevoli, negli ultimi anni gli spedizionieri hanno assistito a delle grandi oscillazioni dei prezzi del carburante, che hanno superato di gran lunga le incombenti tasse sul carbonio. Ad esempio, un prezzo del carbonio di 90 euro equivarrebbe ad un costo inferiore a 300 euro per ogni tonnellata bruciata di carburante a base di petrolio. Eppure, il costo dell’olio combustibile a bassissimo contenuto di zolfo a Rotterdam – un propellente comune – è aumentato di circa 850 dollari a tonnellata in meno di due anni, fino all’inizio del 2022.
OBIETTIVO: REGOLE PIÙ RIGOROSE
Tuttavia, il sistema delle emissioni incoraggerà gli spedizionieri ad essere più efficienti nei consumi e, poiché il numero di quote disponibili per l’acquisto per coprire le emissioni diminuisce, ciò dovrebbe far aumentare i prezzi del carbonio e rendere il sistema più efficace. Negli anni a venire verranno incluse anche le emissioni di metano e protossido di azoto derivanti dal trasporto marittimo.
L’Unione europea ha anche un regolamento separato – che entrerà in vigore nel 2025 – chiamato FuelEU Maritime, che dovrebbe anche spingere gli spedizionieri verso carburanti più puliti. Il regolamento stabilisce dei limiti massimi all’intensità annuale dei gas serra dell’energia utilizzata dalle navi, con gli obiettivi che, con il passare del tempo, diventano sempre più severi.