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In Italia investimenti sulla rete oltre 4,8 miliardi, l’86% per la transizione: lo studio Deloitte

Le fonti rinnovabili coprono quasi metà della produzione elettrica nazionale, ma cresce la dipendenza dall’estero con le importazioni che hanno coperto il 16,3% del fabbisogno, in aumento del 4,7% annuo dal 2020.

L’Italia accelera sulla transizione energetica con investimenti record: nel 2024, le spese per la rete di distribuzione elettrica hanno superato i 4,8 miliardi di euro, di cui l’86% è stato destinato a supportare la svolta green. Un impegno destinato a continuare, con piani che prevedono oltre 4 miliardi di euro di investimenti anche per il 2025 e il 2026. Nonostante ciò, il Paese rimane ancora legato alle forniture estere, con una dipendenza in crescita. Questi dati chiave emergono dal report “Il settore Power, Utilities & Renewables in Italia nel 2025 | Analisi del Settore Elettrico nel contesto della transizione energetica e regolatoria: sfide ed opportunità”, pubblicato oggi da Deloitte. Lo studio offre una fotografia dettagliata del comparto energetico nazionale, analizzando l’intera catena del valore e raccogliendo il contributo di otto tra i principali operatori del settore, tra cui Enel Italia, Eni Plenitude, Edison, ERG, Gruppo Hera, Iren, Dolomiti Energia ed E.On.

UN MIX ENERGETICO TRA DECARBONIZZAZIONE E DIPENDENZA

Il 2024 ha segnato un passo avanti significativo per le energie pulite. La produzione elettrica nazionale, attestatasi a 261 TWh (+2,5% sul 2023), ha visto le fonti rinnovabili raggiungere una quota del 49%, con un balzo del 14,2% in un anno. Di conseguenza, le fonti fossili sono scese al 51%, in calo rispetto al 56% del 2023 e al 64% del 2022. Tuttavia, questo progresso non si è tradotto in una maggiore autonomia energetica. Al contrario, le importazioni nette hanno coperto il 16,3% del fabbisogno, invertendo il trend positivo registrato tra il 2015 e il 2019.

“L’aumento della dipendenza energetica dall’estero evidenzia la necessità di accelerare lo sviluppo delle infrastrutture di rete e dei sistemi di accumulo”, commenta Claudio Golino, Partner ed Energy, Resources & Industrials Industry Leader di Deloitte, che aggiunge: “Il 42% dell’import arriva dalla Francia, che ha un mix di generazione molto accentuato sul nucleare e questo rende quanto mai attuale la necessità di un confronto a livello nazionale su condizioni e tempi per un eventuale ritorno del nucleare in Italia”.

GLI STRUMENTI PER SOSTENERE LE RINNOVABILI

Per garantire la sostenibilità economica dei nuovi progetti rinnovabili, gli operatori si affidano a due strumenti principali: gli incentivi pubblici, come il futuro decreto FER X, e i contratti di fornitura a lungo termine (PPA). Secondo gli esperti intervistati, entrambi sono essenziali per rendere i progetti finanziabili. Tuttavia, emergono criticità legate ai ritardi nell’attuazione dei decreti e a un mercato dei PPA ancora immaturo.

Un ruolo cruciale è ricoperto anche dal Capacity Market, che assicura la stabilità economica degli impianti a gas, fondamentali per bilanciare l’intermittenza delle rinnovabili e garantire la sicurezza del sistema. Deloitte osserva una preferenza per la capacità esistente rispetto a quella nuova e un ruolo crescente dei sistemi di accumulo (storage).

LE RETI AL CENTRO DELLA TRANSIZIONE

Le infrastrutture di rete sono il cuore della trasformazione energetica. In Italia, Terna ha già pianificato investimenti per 23 miliardi di euro sulla rete di trasmissione fino al 2034. Per quanto riguarda la distribuzione, l’analisi di Deloitte mostra che nel 2024 quasi 4,2 miliardi di euro (l’86% del totale) sono stati destinati ad aumentare la capacità della rete per accogliere nuovi impianti rinnovabili.

La sfida, però, non è solo tecnologica. Oltre un terzo degli investimenti è mirato a rafforzare la resilienza contro eventi climatici estremi, che nel solo 2024 sono stati 351. La digitalizzazione assorbe circa il 6% degli investimenti, con le smart grid considerate un passaggio chiave per ottimizzare l’equilibrio tra domanda e offerta.

UN MERCATO IN TRASFORMAZIONE: LA SFIDA DEI CLIENTI

La fine del mercato tutelato per i clienti non vulnerabili ha ridisegnato il mercato retail, con circa il 78% dei clienti luce e l’86% dei clienti gas passati al mercato libero. Questo ha generato una maggiore mobilità dei consumatori, con tassi di abbandono del fornitore che nell’elettrico superano il 25%. Gli operatori si trovano ora a gestire una base clienti in crescita ma con margini ridotti.

La chiave del successo, secondo lo studio, risiede nella capacità di costruire un brand affidabile e offrire servizi a valore aggiunto, evolvendo da semplici fornitori a orchestratori di ecosistemi energetici. Il potenziale del digitale resta ancora inespresso, con solo il 9,5% delle nuove sottoscrizioni luce che avviene online.

I FATTORI ABILITANTI: TECNOLOGIA, AI E TALENTI

La trasformazione del settore poggia su tre pilastri: tecnologie verdi, intelligenza artificiale e talenti. Gli operatori si concentrano su fotovoltaico, eolico e, sempre di più, sui sistemi di accumulo. L’IA sta già innovando processi e servizi, anche se con velocità di adozione diverse. Infine, resta cruciale la sfida di attrarre e gestire il capitale umano necessario a guidare il cambiamento.

“Le Utility possono giocare un ruolo centrale nel rendere le tecnologie verdi accessibili a cittadini, imprese e territori”, concludono Golino ed Enrico Ferraresi, Partner e Power, Utilities & Renewables Sector Leader di Deloitte. “Sarà imprescindibile, però, guidare questa trasformazione investendo in maniera adeguata sul capitale umano”.

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