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Green Talk

Infrastrutture, rinnovabili e sostenibilità: le ricette dell’Italia al Green Talk di RCS

Oggi a Milano si è svolta la prima giornata la tavola rotonda periodica tra “personalità ecologiche” facenti parti del mondo istituzionale e accademico, imprenditoriale professionale e dell’associazionismo

Transizione energetica e nuovi scenari internazionali, diversificazione e soluzioni alternative di approvvigionamento verso l’indipendenza energetica dell’Italia. Sono i temi di cui si è discusso oggi alla quarta edizione di “Green Talk”, la tavola rotonda periodica tra “personalità ecologiche” facenti parti del mondo istituzionale e accademico, imprenditoriale professionale e dell’associazionismo.

CINGOLANI: INDIPENDENZA ENERGETICA VIENE DA INFRASTRUTTURE, RIGASSIFICATORI FONDAMENTALI

Per il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, “l’indipendenza energetica viene dalle infrastrutture, ed è fondamentale che i rigassificatori vengano messi in funzione il prima possibile ne va della sicurezza nazionale, tutti stanno spostando la sicurezza verso il Gnl. Abbiamo sostituito 29 mld di mc russi con 25 mld di mc che vengono da altre fonti. Oggi abbiamo dimezzato la nostra dipendenza dal gas russo, dal prossimo anno con il rigassificatore di Piombino dobbiamo dimezzare ulteriormente. Abbiamo fatto un percorso ottimo, ma i rigassificatori sono importanti. Credo che in futuro difficilmente avremo rapporti commerciali con i russi e dobbiamo pensare a una strategia, abbiamo un mix energetico molto povero. Abbiamo avuto un’accelerazione sulle rinnovabili, quest’anno siamo a oltre 11 GW tra pregresso e richieste: se manterremo il piano del Pnrr di 7-8 Gw l’anno vuol dire che potremmo sostituire 16 mld di mc di gas. L’indipendenza completa dal gas russo è prevista a metà 2024 con l’entrata in funzione dei due rigassificatori”.

A chi gli chiedeva se Piombino arriverà in tempo, Cingolani ha risposto che “sicurezze non ne ho, è un’eredità che lascio, ma se abbiamo il Gnl e la nave è pronta. Se non saremo in grado di utilizzarla la sicurezza nazionale andrà a farsi benedire e qualcuno dovrà prendersi le proprie responsabilità. Ripeto: tre anni e lo sposteremo in un sito più idoneo, ci saranno anche compensazioni territoriali. Per me è sicuramente la fine dell’esperienza di governo, perché penso che ci sia un tempo per i tecnici e un tempo – che credo sia giunto – in cui il parlamento si debba riappropriare delle sue prerogative e fare le sue scelte politiche. Io credo di aver fatto quello che potevo, ce l’ho messa tutta. Probabilmente non sarà stato abbastanza, ma credo che il mio tempo sia finito”, ha concluso il ministro. Sugli stoccaggi “dovremmo essere in grado di fare una stagione invernale tranquilla, abbiamo superato tranquillamente il 90% degli stoccaggi”.

Per quanto riguarda il gas, il ministro ha affermato che i Paesi UE “hanno realtà diverse, ci sono difficoltà con Paesi che hanno redditi pro-capite di 100mila euro, come il Lussemburgo, e quelli con poche migliaia di euro dell’Est, e questo spiega la lentezza dei processi. Non dimentichiamoci che l’assurdo è che il gas c’è, l’Europa ha rimpiazzato il gas russo, ma nonostante ci sia offerta, il prezzo rimane alto. Anche l’Italia ne esporta un po’. La realtà è che il Ttf è sganciato dalla realtà, c’è una volatilità pazzesca e paghiamo il ritardo sul fatto che non si interviene su questo”.

Sul price cap “eravamo soli, ora la stragrande maggioranza dei Paesi lo vuole. Sarà un intervallo entro cui il Ttf potrà variare. Venerdì ci sono stati gli ultimi allineamenti, stasera ci sarà una riunione informale e credo si possa raggiungere un compromesso, dopodiché la Commissione deve impegnarsi a trasformarlo in un frame legale il prima possibile, è un anno che stiamo martellando su questo. Siamo in un’economia di guerra, non c’è correlazione tra quantità e prezzi del gas. Se la ministeriale di Praga andrà bene potremo dire di aver alleviato un problema per i cittadini. La Commissione Ue è stata un po’ lenta, ma ora che il sistema è in sofferenza si è mossa più velocemente. Quello che abbiamo fatto in questo periodo è stato difficile”.

VENIER (SNAM): SISTEMA RESILIENTE HA BISOGNO DI INFRASTRUTTURA E STOCCAGGI

L’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier, ha ricordato che “il governo ci ha permesso di fare delle cose essenziali per prepararci all’inverno e per impostare una strategia di sicurezza energetica, ma anche di riprendere dei progetti che erano stati un po’ accantonati. Ad esempio il gasdotto della Rete Adriatica, che presentammo al ministero addirittura 18 anni fa. Si sono fatti dei passi avanti perché alcuni pezzi sono stati autorizzati. Manca ancora una parte, la scorsa settimana il Cdm ha approvato un altro tratto di questo condotto. L’energia è un settore in cui bisogna ragionare sul lungo periodo, se si perdono 10 anni recuperare diventa difficile”.

VENIER (SNAM): A PIOMBINO, CON AUTORIZZAZIONE, TRA 20 GIORNI SI PUÒ INIZIARE AD OPERARE

Per l’ad di Snam quella di Piombino “è un’infrastruttura definita strategica che ha ricevuto anche un decreto specifico. Questo dovrebbe darci una certezza su tempi di approvazione e consentirci, tra circa 20 giorni, di iniziare ad operare, se come speriamo arriverà l’autorizzazione. Il problema di dover convincere le persone è legato all’offrire tutte le risposte e le analisi necessarie e che il processo autorizzativo ha comportato, coinvolgendo una quarantina di enti. Quello su cui possiamo insistere è il tema dell’importanza di questa infrastruttura che, oltre a garantire una diversificazione delle fonti – e il GNL rappresenta proprio questo – ci permetterà di avere maggiori forniture di gas”.

DESCALZI (ENI): L’INVERNO 2023-24 SARÀ PIÙ COMPLESSO

L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha parlato di sicurezza energetica, spiegando che “non è un obiettivo secondario. Il 2023-2024 sarà un anno più complesso, ora gli stoccaggi sono pieni. La diversificazione fa bene ma il sistema energetico è fragile, la sicurezza energetica è fondamentale. Il 23-24 sarà un anno più complesso perché mancherà gas russo. Oggi l’Algeria fornisce quasi quello che ci forniva la Russia. Ma deve continuare ad arrivare. Poi c’è il gas liquido. Per cui servono i rigassificatori. Senza domanda attorno ai 73-74 miliardi (attuale) rimaniamo sotto di 5-6 miliardi. Quest’anno saremo attorno ai 70, l’anno prossimo sui 68 miliardi. Nel 24-25 ci sarà una sostituzione completa delle forniture”.

STARACE (ENEL): TRANSIZIONE ENERGETICA IN ATTO È POSITIVO, OGNUNO FACCIA LA SUA PARTE

“Un paio di anni fa si parlava di transizione energetica per questioni economiche e ambientali, oggi se ne parla anche per questioni di sicurezza energetica perché ci affranca dalla dipendenza dal gas”, ha affermato l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace. “La transizione si sta facendo, è in atto in tutto il mondo e questa ovviamente è una cosa positiva. Di rinnovabili si parla ormai da 10 anni: prima erano considerate delle energie alternativa, oggi sono attuali. Nessuno può costruirsi una propria piccola centrale a gas, ma chiunque può costruirsi una piccola centrale fotovoltaica. Il trend di richieste di nuovi allacci è molto positivo e si prevede che continuerà a crescere. Attualmente per il 2022 siamo a 1,2 GW, per il prossimo anno contiamo di arrivare a 2,5 GW.

L’Italia può affrancarsi dal gas usando le rinnovabili, mettendoci insieme le batterie e lavorando sul sistema delle reti digitali. Noi abbiamo il compito di renderlo possibile, permettendo di collegare tante reti, ma ognuno dovrà fare la sua parte. La questione della transizione energetica in Italia è risolvibile e non è fuori portata”.

GALLO (ITALGAS): DIGITALIZZAZIONE DEVE PRECEDERE TRANSIZIONE ENERGETICA

L’ad di Italgas, Paolo Gallo, si è concentrato sul tema della digitalizzazione, dicendo che “deve precedere la transizione energetica. È un tema infrastrutturale, cioè rendere ad esempio la distribuzione del gas – che oggi gestisce una solo commodity – un sistema che a breve dovrà gestire gas diversi, come il biometano e l’idrogeno, e che potrebbe avere delle situazioni in cui si deve invertire il flusso. La digitalizzazione è l’unico metodo che può trasformare un’infrastruttura normale in una intelligente. È  fondamentale per la transizione energetica, per questo deve arrivare prima”.

MONTI (EDISON): PREZZO FINALE DOVUTO A COSTO ENERGIA PRIMARIA PIÙ ALTO

La questione extraprofitti è stato il primo pensiero del ceo di Edison, Nicola Monti: “Mi è dispiaciuto vedere che le imprese del settore siano state messe alla gogna mesi fa sul tema degli extraprofitti, ma poi si è visto che questi extraprofitti non ci sono. I profitti sono frutto di coperture che abbiamo fatto mesi fa. Oggi c’è il problema di accesso alla liquidità: in Germania il governo è intervenuto in Germania aiutando Uniper. Noi compriamo, trasformiamo e rivendiamo energia: i prezzi con cui compriamo il gas sono dei contratti con una logica di indicizzazione ai prezzi di mercato, quindi il prezzo finale sconta il fatto che il costo di acquisto di energia primaria è più alto. Oggi c’è una contrazione della domanda tra il 25% e il 30% sul segmento industriale, è un indicatore preoccupante per l’impatto sull’economia e su tutti. Il rischio credito aumenta. Non si è mai vista un’esplosione dei prezzi di 10 volte superiore al valore normale. Noi abbiamo riempito gli stoccaggi in anticipo rispetto a quanto avveniva prima e abbiamo cercato di calmierare i prezzi, assumendoci anche un rischio”.

DONNARUMMA (TERNA): NESSUNA CRITICITÀ IMMINENTE, MA SE NECESSARIO SAPREMO COME INTERVENIRE

Per il CEO & General Manager di Terna, Stefano Donnarumma, “è un periodo difficile, le condizioni di adeguatezza sono ad un punto limite, ma dire che ci sia una criticità imminente è prematuro perché si dovrebbero verificare contemporaneamente una serie di eventi. Ad ogni modo, se avverranno, sapremo come intervenire. Una cosa che può aiutare è un orientamento al consumo intelligente e adeguato a questo periodo, con gli utenti che riducono la domanda in modo spontaneo, adottando dei comportamenti corretti”.

ARMANI (IREN): MASSIMIZZARE RINNOVABILI, MA NON POSSIAMO FARE A MENO DI ALTRE FONTI ENERGETICHE

Di rinnovabili ha parlato Gianni Vittorio Armani, CEO & General Manager Iren: “Le imprese devono investire in progetti sostenibili collaborando con gli enti locali, e bisogna anche semplificare i processi autorizzativi. Dobbiamo ricordarci però che non si può fare tutto solo con le energie rinnovabili: le risorse rinnovabili sono quelle più competitive e massimizzarle è importante, questo però va fatto considerando che non possiamo fare a meno di altre fonti energetiche. Disinvestire sul gas è come spegnere il motore di una barca prima di averne assunto il controllo. Dobbiamo investire sulla filiera del gas creando delle alternative”.

MAZZONCINI (A2A): PRODUZIONE DEVE INCROCIARSI CON RINNOVABILI IN MODO INTERMITTENTE

“Il gas è importante soprattutto per sviluppare le rinnovabili: bisogna fare in modo che, nelle ore in cui funzionano le rinnovabili, queste non siano disturbate, cioè producano solo loro”. Così Renato Mazzoncini CEO & General Manager A2A. “La produzione deve incrociarsi con le rinnovabili in maniera intermittente: da un lato bisogna sviluppare le rinnovabili, dall’altro dobbiamo usare le centrali termiche in modo intermittente, cosa che con l’energia nucleare non si può fare. Dobbiamo sfruttare poi la filiera dei rifiuti, utilizzando e valorizzando gli scarti, senza esportare i rifiuti e farli valorizzare da altri Paesi”.

RICCI (SACE): INVESTIRE NELLA SOSTENIBILITÀ È FONDAMENTALE

Per Alessandra Ricci, amministratore delegato di Sace, “ogni crisi è un’opportunità, quella delle materie prime va insieme a quella dei costi di produzione. O si consuma meglio o si consuma meno. O entrambe. Nel nostro portafoglio ci sono circa 25mila imprese, tutte continuano a investire. Oggi il 18% investe in sostenibilità tra quelle esportatrici, il 10% tra quelle non esportatrici. Le prime hanno più bisogno di migliorare processi produttivi.  Lo Stato quando vuole, e lo ha dimostrato, supporta le imprese a investire”.

Per Ricci “servono garanzie su finanziamenti alle imprese, Sace interviene fino al 90% per fabbisogno di liquidità. Vengono rilasciati in 48h. Poi c’è la Caro energia: cioè aiuti al credito. Infine c’è lo strumento dove abilitiamo assicurazioni per pagamento bolletta elettrica. Anche quest’ultimo si ispira a quello preso in era Covid. Ma accanto all’emergenza c’è la visione strategica. Da 20 mesi abbiamo lanciato un prodotto per favorire investimenti contro emissioni, per l’efficienza energetica. Garantendo circa 70 operazioni in questo lasso di tempo, l’84% per le Pmi. Circa 4mld in sostenibilità”.

PRYSMIAN: NOI LEADER NEL MONITORAGGIO ASSET ELETTRICI

Roberto Candela, CEO Prysmian Electronics, ha evidenziato come “dieci anni fa, quando abbiamo creato la società, abbiamo deciso di vendere i nostri asset con sistemi di monitoraggio integrati. Le nostre tecnologie servono, in tempi di pace, per verificare che tutte le attività funzionino bene, mentre in tempi di guerra ci permettono di verificare eventuali attività non chiare intorno a gasdotti e oleodotti. Oggi siamo leader nel monitoraggio degli asset elettrici”.

BAKER HUGHES: INVESTIAMO IN STARTUP, DAVANTI ANNI DI SVILUPPO

“All’interno della nostra azienda – ha affermato Alessandro Bresciani, Senior Vice President Climate Technology Solutions Baker Hughes – abbiamo deciso di creare una divisione dedicata al clima che si occupa di 4 aree: CCS (carbon capture and storage), idrogeno, clean power solutions ed emission management. Il 25% delle tecnologie di CCS ci sono già, le altre sono in fasi di sviluppo. Abbiamo investito in diverse startup ma abbiamo davanti ancora anni di sviluppo per poter utilizzare efficacemente queste soluzioni nel mondo dell’energia e dell’industria. Nella nostra sede di Firenze, ad esempio, abbiamo 1.200 ingegneri che quotidianamente lavorano su questi sviluppi”.

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