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Weber Price Cap Ue Tetto Al Gas

Chi ha inventato il tetto al prezzo del gas?

Isabelle Weber, economista di 34 anni e docente all’Università del Massachusetts ha proposto per la prima volta il tetto al prezzo del gas

Un tema intramontabile. Il tetto al prezzo del gas, il price cap. Lo conosciamo tutti, ormai. Si tratta della misura europea pensata, messa sul tavolo di discussione degli Stati membri dell’Ue, da dopo lo scoppio della guerra russa in Ucraina. Da quando, insomma, l’Europa ha aperto gli occhi sugli errori del passato. Cioè, sull’eccessiva dipendenza dalle forniture russe.

Ma chi ha inventato questa soluzione? Davvero è uscita fuori dal cilindro soltanto adesso? No. E tutto si spiega con un nome e un cognome: Isabelle Weber.

LE SOLITE DIVISIONI DELL’UE SUL PRICE CAP

Weber è un’economista che lavora all’Università del Massachusetts. Nasce a Norimberga nel 1987 ed è protagonista (involontaria o meno) di questo momento storico.

L’Europa continua a discutere, a dividersi, a lavorare su tante soluzioni per ovviare alla pluridecennale dipendenza dal gas russo. La strada è lunga, tortuosa, lo sappiamo. A dicembre scatterà l’embargo al petrolio di Mosca, il cap al greggio putiniano è stato da poco fissato. La transizione alle rinnovabili prosegue, le centrali a carbone continuano a lavorare, si è rafforzata la partnership con altri Paesi (Algeria, Usa, Norvegia, Azerbaigian, Libia). L’Italia lo sa bene, è tra i protagonisti in primo piano di questo complesso di operazioni. Che sono anche economiche, sui consumi e sui mercati. Cioè: domanda e offerta.

Ma l’idea delle idee rimane quella del tetto al gas. Da ultimo, giovedì e venerdì Macron ha organizzato la prima riedizione della Comunità politica europea. Si è riunito il Consiglio informale dell’energia a Praga, allargato anche ad altri partner e Paesi amici dell’Unione. Sul tavolo, appunto, anche la questione energetica. Ma ancora una volta si è faticato, si è discusso, ci si è scontrati con le stesse divisioni delle ultime settimane. Italia, Francia, Paesi mediterranei da un lato e Germania, Olanda dall’altro. Questioni di interessi.

L’INVENTRICE DEL TETTO AL GAS: ISABELLE WEBER

Torniamo a bomba. L’idea del tetto al gas nasce da Isabelle Weber. Infatti, a dicembre 2021, l’economista scrive sul Guardian dell’ipotesi di una messa sotto controllo dei prezzi dell’energia. Perché, come raccontiamo e ricordiamo sempre su queste colonne, la crisi del gas non è scoppiata con l’invasione ucraina della Russia. Già nel 2021 i costi erano rilevanti. E allora, per Weber, in situazioni del genere serve l’intervento statale. In situazioni critiche serve una protezione, una correzione che governi i prezzi per non sfociare in recessione.

Sul momento, il collega e forse ben più noto Paul Krugman le aveva risposto con una bocciatura. A cui seguì, però, un elegante mea culpa. “Cancello, con scuse estreme, il mio tweet su Isabella Weber sul controllo dei prezzi. Niente scuse. È sempre sbagliato usare quel tono contro chiunque litighi in buona fede, non importa quanto tu sia in disaccordo, specialmente quando c’è così tanta malafede là fuori”, scrisse sul suo profilo twitter.

“Un vigile del fuoco abile spegne il fuoco dove sta bruciando per evitare il contagio e salvare la casa. La storia ci insegna che un approccio così mirato è possibile anche per l’aumento dei prezzi” scriveva ancora Weber. “I controlli sui prezzi farebbero guadagnare tempo per affrontare le strozzature che continueranno fino a quando prevarrà la pandemia. I controlli strategici dei prezzi potrebbero anche contribuire alla stabilità monetaria necessaria per mobilitare gli investimenti pubblici verso la resilienza economica, la mitigazione dei cambiamenti climatici e la neutralità delle emissioni di carbonio. Il costo di aspettare che l’inflazione sparisca è alto”. L’Unione europea rilegga, allora, queste parole di Weber. Perché sono ancora valide, validissime.

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