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Inquinamento indoor, D’Ambrosio (Aicarr) a EO: È priorità per la salute, serve intervento politica

La presidente di Aicarr: Buona la scelta di istituire il ‘Programma sperimentale buono mobilità’ nel decreto clima. Andrebbe però soggetto a revisione, prima di essere convertito in legge, prevedendo anche l’utilizzo dei fondi delle aste di quote di emissione anche per l’attuazione del Protocollo CleanAir, siglato a Torino a giugno scorso

Si parla troppo di inquinamento atmosferico e poco di quello indoor, spesso trascurato. Per questo Aicarr, l’Associazione italiana Condizionamento dell’Aria Riscaldamento e Refrigerazione, è da tempo impegnata in un’azione di sensibilizzazione e diffusione di una corretta informazione non solo tra i cittadini ma anche tra il mondo della politica. Mondo a cui chiede di intervenire, ad esempio, attraverso l’attuazione del Protocollo CleanAir, siglato a Torino a giugno scorso, Francesca Romana D’Ambrosio, presidente di Aicarr e professore ordinario di Fisica Tecnica Ambientale nell’Università degli Studi di Salerno, in un’intervista a energiaoltre.it.

L’Italia è tra i paesi più colpiti dall’inquinamento atmosferico ma troppo spesso ci si dimentica di un fenomeno come l’inquinamento indoor.

“In generale, non si ha la percezione che all’interno delle abitazioni, dei locali in cui si svolgono le attività del terziario, delle scuole, ma anche di alcuni ambienti delle strutture sanitarie, vengono emessi inquinanti che si aggiungono a quelli immessi in ambiente con l’aria esterna”.

Cosa fa Aicarr per affrontare questo problema?

“Diffonde cultura, attraverso una corretta informazione non solo ai professionisti, ma anche ai non addetti ai lavori”.

In cosa consiste il progetto “Cambiamoraria”?

“Appunto nel diffondere la cultura della qualità dell’aria inserita in un contesto più ampio che è quello della sostenibilità energetica e della qualità dell’ambiente interno. Cambiamoaria ha già raggiunto varie località italiane con seminari dedicati essenzialmente ai professionisti e ora si sta muovendo con interventi nelle città e nelle scuole, per informare anche le nuove generazioni su questa problematica, di grande importanza per il loro futuro”.

Come vorreste che governo e Parlamento si muovessero su questo tema, visto anche l’ultimo decreto clima? Ritiene che queste misura possano essere sufficienti?

“Sarebbe fondamentale innanzitutto una corretta e diffusa informazione: stiamo ancora aspettando che il Ministero della Salute e quello dell’Ambiente pubblichino sui propri siti istituzionali una pagina tematica sul Protocollo CleanAir e gli opuscoli per “informare e promuovere la consapevolezza dei cittadini sul tema della qualità dell’aria e aumentare le possibilità di controllo dei relativi rischi per la salute”, così come previsto. A conferma di questa mancanza di informazione, va detto che in alcune Regioni nel mese di luglio è stato pubblicato il Piano Radon, che prevede alcuni obblighi per una vasta categoria di cittadini, ma senza alcuna pubblicizzazione con tutte le conseguenze del caso”, ha sottolineato D’Ambrosio.

“Per quanto riguarda il Decreto clima, buona la scelta di istituire il ‘Programma sperimentale buono mobilità’, utilizzando i fondi provenienti dalle aste di quote di emissione, soluzione che aveva suggerito come strumento parallelo al fondo nazionale per gli investimenti in efficienza energetica in un documento recentemente inviato al Ministero dello Sviluppo economico, in occasione della consultazione sul PNIEC. Il Decreto andrebbe però soggetto a revisione, prima di essere convertito in legge, prevedendo anche l’utilizzo dei fondi delle aste di quote di emissione anche per l’attuazione del Protocollo CleanAir, siglato a Torino a giugno scorso – ha aggiunto la presidente di Aicarr -. Inoltre, il Decreto Clima non tiene in alcun conto le emissioni dovute ad alcune apparecchiature che determinano l’immissione in atmosfera di polveri ormai riconosciute come uno dei contaminanti più pericolosi per la salute dell’uomo. Di queste iniziative, a distanza di 40 giorni, sembra non esserci traccia. La qualità dell’aria, esterna e interna, è una priorità per la salute del cittadino e soprattutto delle persone più a rischio, quali i bambini, gli anziani e gli ammalati di qualunque età. Cattiva qualità dell’aria significa malattie oncologiche e cardiovascolari, Parkinson e Alzheimer. Di cattiva qualità dell’aria si muore”, ha concluso D’Ambrosio.

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