Sciopero in programma domani a Melendugno, Calimera, Vernole, Martano, Borgagne per dire no a Tap. Ma da più parti si parla di minacce per obbligare alla partecipazione
Domani 6 dicembre a Melendugno, comune di approdo in Italia del TAP (Trans Adriatic Pipeline), è in programma una nuova giornata di proteste. Questa volta i commercianti abbasseranno le serrande in segno di protesta (per la dignità, recitano i comunicati dei No TAP). A chiudere saranno anche alcuni negozi e attività dei paesi limitrofi, o comunque interessati dall’arrivo dell’infrastruttura strategica, Calimera, Vernole, Martano, Borgagne.
Il dubbio è che dietro la serrata ci sia (oltre alla adesione spontanea di tanti salentini) un clima di intimidazione. A denti stretti e senza esporsi lo hanno denunciato in molti, nei giorni scorsi.
Ed è una voce vicina a movimenti No TAP che sembra confermare questo sospetto: “Qualche imbecille vuole rovinare la festa” titola oggi Melendugno.net, testata online locale storicamente vicina a chi si oppone all’infrastruttura.
Nel pezzo a firma di Francesco Cappello si legge ” Lasciando da parte quegli imbecilli che parlano di boicottare quelle attività che non possono o non vogliono chiudere per un motivo qualsiasi, lasciando da parte coloro che minacciano ritorsioni a chi non chiude le serrande, lasciando da parte la multinazionale Eurospin che chiude per “motivi di sicurezza”. Qualcosa di più di voci a mezza bocca, non confermate, insomma.
Nel migliore dei casi messaggi sui gruppi Facebook locali, che minacciano veri e propri boicottaggi contro chi dovesse decidere di non aderire alla protesta.
A far discutere anche il messaggio sibillino (documentato, fra gli altri, anche da Melendugno.net) della catena di Gdo Eurospin. Che decide di chiudere, non per protestare contro il TAP ma per “motivi di sicurezza”. Quali, non è dato sapere.
Nel frattempo anche lo stesso Movimento No TAP è costretto a riconoscere che il clima non è dei migliori, e si dissocia dalle intimidazioni, con un post su Facebook: “Siamo stupefatti e orgogliosi della risposta ottenuta e ci rammarica sentire che alcune attività sono state minacciate di ritorsioni nel caso in cui non avessero aderito allo sciopero. Non è un nostro modo di agire; non è il nostro modo di portare avanti la lotta”.
La dignità sembra proprio non essere l’unico motivo per cui domani, a Melendugno, i commercianti abbasseranno le saracinesche.