L’accordo conferirà a SOCAR il controllo di una rete di oltre 4.600 stazioni di servizio a marchio IP e di una capacità di raffinazione di circa 10 milioni di tonnellate di petrolio all’anno. La valutazione complessiva dell’operazione si aggirerebbe intorno ai 3 miliardi di euro, compresi circa 500 milioni di euro di cassa.
Con la firma di un accordo preliminare, API Holding, la cassaforte della famiglia Brachetti Peretti, ha ufficialmente ceduto la sua partecipazione in Italiana Petroli (gruppo IP) e in MIP alla State Oil Company of Azerbaijan Republic (SOCAR). Si chiude così un’era durata oltre novant’anni per una delle aziende simbolo della mobilità e della sicurezza energetica italiana, che passa sotto il controllo del colosso statale azero. “Siamo orgogliosi come famiglia di lasciare ai futuri azionisti una solida eredità”, ha dichiarato il Presidente Ugo Brachetti Peretti, assicurando che l’accordo garantirà la continuità operativa del gruppo. Ad annunciare la storica operazione è stato lo stesso Presidente del gruppo IP con una lettera inviata a tutti i dipendenti visionata da Energia Oltre, in cui ha comunicato la firma dell’accordo e ha delineato le prospettive future dell’azienda. La notizia conferma le indiscrezioni circolate nelle ultime ore che indicavano la trattativa in dirittura d’arrivo.
LA LETTERA AI DIPENDENTI: “UN’OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO PER IP”
Nella sua comunicazione, il Presidente Brachetti Peretti ha sottolineato come la decisione sia maturata dopo un “lungo e attento lavoro di negoziazione”, finalizzato a “offrire tutte le garanzie necessarie al mantenimento dell’operatività del gruppo, in continuità con la gestione attuale”.
“Il gruppo, dopo anni difficili, è cresciuto e ha creato valore fino a diventare il principale player privato del settore”, si legge nella lettera. La cessione a SOCAR viene descritta come “un’opportunità di sviluppo per IP”, poiché l’ingresso di un “solido gruppo industriale multinazionale” permetterà alla società di “rafforzare il proprio posizionamento su scala globale, consolidandone il ruolo di hub strategico del Mediterraneo”.
Il Presidente ha poi rivolto un “ringraziamento sincero” al management e a tutti i dipendenti “che ogni giorno si dedicano con passione al raggiungimento degli eccellenti risultati”. Ha infine annunciato l’inizio di un “interim period” durante il quale l’attuale organizzazione agirà in piena continuità.
UN’OPERAZIONE DA QUASI 3 MILIARDI CHE CONSOLIDA LA PRESENZA AZERA IN ITALIA
L’accordo, secondo le fonti, conferirà a SOCAR il controllo di una rete di oltre 4.600 stazioni di servizio a marchio IP e di una capacità di raffinazione di circa 10 milioni di tonnellate di petrolio all’anno. La valutazione complessiva dell’operazione si aggirerebbe intorno ai 3 miliardi di euro, compresi circa 500 milioni di euro di cassa.
SOCAR, assistita da Intesa Sanpaolo IMI CIB, ha avuto la meglio sulla concorrenza della multinazionale svizzera Gunvor e del Bin Butti Group degli Emirati Arabi Uniti.
I PROSSIMI PASSI: DALLA GOVERNANCE AL VAGLIO DEL GOVERNO
Con la firma del preliminare, si apre ora la fase successiva, che riguarderà non solo il perfezionamento del prezzo, ma anche aspetti cruciali come la governance futura. L’operazione, data la sua evidente rilevanza strategica per il sistema energetico nazionale, dovrà inoltre superare una valutazione a livello governativo prima di poter ricevere il via libera definitivo.