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Multiutility Toscana

Irace: Multiutility Toscana nasce per collocarsi tra i primi 5 player del mercato delle Utilities

Intervista all’amministratore delegato della nuova Multiutility Toscana: “I settori ambiente, distribuzione servizi integrati ed energia sono ambiti in cui c’è ancora uno spazio di consolidamento”

Maggiore efficienza, bollette più basse e attenzione al territorio per Multiutility Toscana (il nome è provvisorio, ma è stato indetto un concorso partecipativo per scegliere la nuova denominazione), la nuova realtà attiva nel settore acqua, rifiuti ed energia, che ha raccolto una pluralità di aziende toscane mettendo a fattor comune infrastrutture e costi operativi a beneficio di azionisti e utenti. Un processo ancora in corso, come ha spiegato Alberto Irace, amministratore delegato di Alia Servizi Ambientali e della Multiutility Toscana e già ad di Acea a Publiacque, in un’intervista a ENERGIA OLTRE, che ha visto da poco un allargamento del consiglio di amministrazione da 9 a 11 membri, ed entro aprile 2024, vedrà una serie di tappe che prevedono un aumento di capitale da 1,2 miliardi di euro, il rebranding, la creazione di una holding company e di una operation company per il servizio di concessione del waste, per terminare con la quotazione in borsa. E l’obiettivo di collocarsi tra i primi 5 players del settore.

D: Partiamo dalla cronaca: come mai siete passati dagli originari 9 a 11 membri per il cda e come sta procedendo il percorso di creazione di questa nuova realtà che è la Multiutility Toscana?

R: “In questo momento la società incorporante è Alia che si è fusa con altre holding locali (Publiservizi, Consiag e Acqua Toscana, ndr) che rappresentavano dei contesti, delle storie e delle esperienze territoriali. Fondamentalmente si sono cooptati gli amministratori di queste holding, in molti casi amministratori unici che avevano contribuito al processo. Si è inteso in questo modo rafforzare il board peraltro dando un segnale di inclusione dei territori che lavorano congiuntamente”, ha spiegato Irace. “Con l’approvazione del bilancio i soci potrebbero comunque metterci ancora mano. Il processo è in corso insomma: Alia è la Multiutility toscana e svolge le funzioni di corporate. Dentro il veicolo societario di Alia ( nuova Multiutility) si concentrano tutte le attività su cui ci sono le sinergie da svolgere a servizio delle regolari attività di business. Sarà Alia Opco la società operativa che gestirà l’attività in concessione sui rifiuti”.

“I soci hanno anche definito un assetto e sottoscritto un patto di sindacato, un lock up per mantenere sempre il 51%” delle azioni, ha proseguito Irace ricordando l’impegno degli azionisti a far confluire il 100% delle partecipazioni in una HoldCo pubblica e offrire al mercato fino al 49% del capitale. “Tutti gli equilibri si definiranno in questa cassaforte. E nell’ambito di questa ri-articolazione della governance alcuni manager dell’azionista pubblico svolgeranno ulteriori funzioni, altri svolgeranno funzioni più propriamente nell’area operativa e non è quindi detto che saranno ancora 11 i membri del cda di parte pubblica considerando che bisognerà riservare anche una quota al mercato. In ogni caso sono tutti passaggi già deliberati”.

Passiamo all’aumento di capitale da 1,2 miliardi di euro in vista dello sbarco in Borsa. Come stanno procedendo le operazioni e che obiettivi vi siete dati? 

“Abbiamo un perimetro di consolidamento che controlla due aziende acque e rifiuti e due potenziali target di cui abbiamo partecipazione significativa: Estra di cui abbiamo il 40% circa e Acque s.p.ap con il 19,6%. Su entrambe continuerà un’iniziativa di persuasione e convincimento. Naturalmente la prima finestra utile per la quotazione in Borsa dal punto di vista temporale è aprile-maggio 2024 – ha osservato Irace -. È chiaro che se si modificano gli azionisti la situazione cambia significativamente perché ad esempio Estra ha oltre 1 mld di euro di revenues e 120 mln di Ebtda. Quindi diciamo che l’obiettivo è giungere a settembre facendo un primo bilancio per capire dove siamo arrivati con l’aumento di capitale e qual è il perimetro che si può includere nel piano industriale che si presenterà. Poi vedremo successivamente una volta arrivati al mercato ad aprile 2024, sia dal punto di vista dei conferimenti e del perimetro sia dal punto di vista delle iniziative che sono incluse nel piano in termini di crescita interna sulle attività che già facciamo, di nuove iniziative e delle eventuali altre attività che possiamo individuare su cui concentrare il capitale che si raccoglierà in borsa e cioè fino al 49% dell’equity value che abbiamo messo insieme. Ad oggi abbiamo 1 mld e 83 mln, ma siamo ottimisti: se si completa per un miliardo di euro ulteriore si può offrire al mercato un aumento di capitale per almeno 2 miliardi. Quindi abbiamo ampi margini. Gli azionisti pubblici hanno già deciso e deliberato che questo capitale sarà destinato alla crescita, non è un’operazione di cessione ma si fa tutta in aumento di capitale”, ha ricordato l’ad di Multiutility Toscana.

Il disegno di Multiutility Toscana supera localismi e personalismi ma allo stesso tempo crea una utility leader nel Centro Italia in grado di competere anche con altre realtà: secondo lei in qualche maniera si blocca l’espansione di altri disegni di competitor in quest’area geografica?

“Penso che i settori di riferimento ambiente, distribuzione dei servizi integrati ed energia siano ambiti in cui c’è ancora spazio per un consolidamento. E c’è talmente tanto da fare che la creazione di un ulteriore soggetto nel panorama nazionale è solo un bene, ed un bene sia per questo soggetto sia per gli azionisti che creeranno valore ma indirettamente anche per gli altri operatori – ha detto Irace -. Sono mercati che se vanno verso un processo di crescente industrializzazione e di riorganizzazione e si mettono su un sentiero di crescita di efficienza e disciplina finanziaria, non possono che portare benefici per tutti”.

In questo senso potrebbe essere un beneficio anche per le bollette degli utenti…

“Si per il combinato disposto di due fattori: il primo dipende dal fatto che se si alloca capitale su questi business che sono essenzialmente infrastrutturali si possono contenere tutte quelle misure regolatorie che hanno scatenato sulle tariffe dei cittadini aumenti in maniera accelerata per la realizzazione di investimenti. Questo è avvenuto soprattutto nell’acqua: opere infrastrutturali che hanno tempi di vita utile regolatoria di 30 anni sono state ripagate in ammortamenti nelle tariffe in forme brevi perché c’erano difficoltà di accesso al mercato dei capitali per gli effetti dimensionali di queste aziende: sia Publiacqua sia Acque che altre aziende hanno avuto ammortamenti accelerati riconosciuti in tariffa che hanno fatto crescere le bollette proprio per via di questo limite finanziario. Sicuramente questo aspetto inciderà insomma. A ciò si aggiungono tutte le efficienze che naturalmente se da un lato generano valore per gli azionisti dall’altro la regolazione restituisce agli utenti: due fenomeni che garantiscono quindi benefici tout court. Se si garantisce un efficientamento dei costi operativi, dunque, ciò si traduce in un beneficio sia per utenti che per investitori”, ha affermato il manager.

La nuova proiezione oltre il territorio vuole partire anche da un rafforzamento del team management del gruppo?

“Abbiamo lavorato ad un rafforzamento del management team e delle tante competenze già presenti, con manager che vengono da esperienze consolidate in aziende di primo livello, quotate, utilities. Da circa un anno è arrivato Giuseppe Meduri come direttore relazioni esterne, che ha una lunga esperienza nella comunicazione istituzionale in aziende come Enel e A2a. Poi si è unita a noi la responsabile dei servizi informativi, Sara Volino, che lavorava nel gruppo Hera e in passato in Acea. Una figura fondamentale visto che molte di queste sinergie riguardano sistemi informativi robusti su cui infatti abbiamo cominciato a investire moltissimo per garantire la trasformazione digitale. Poi è arrivata la nuova CCO che ha avuto questo ruolo in Acea Silvia Frachey. Da pochi giorni Simonetta Iarlori è il nuovo direttore Human Resource, già in Cdp e Leonardo, dovrà gestire una complessa operazione di integrazione per le circa cinquemila persone coinvolte nelle varie aziende. Infine, la squadra si è rafforzata con Demetrio Mauro già CFO di Acea e nuovo Chief Financial Officier della Multiutility Toscana. Insomma per l’80-90% il team manageriale è completo manca solo qualche dettaglio”.

Infine le volevo chiedere qual è il rapporto con Publiacqua il cui principale socio privato è Acea e con Estra

“L’iniziativa della Multiutility è nata perché gli azionisti della Toscana hanno proposto di mettere sul tavolo una visione comune per realizzare servizi più efficienti attraverso un’operazione di sinergie orizzontali: sostanzialmente mettere a fattor comune le infrastrutture in settori oggi gestiti separatamente come rifiuti, acqua ed energia allocati nello stesso territorio. È una strategia industriale con cui si confida di conseguire importanti risultati sia in termini di rafforzamento delle infrastrutture sia di ottimizzazione nell’uso a beneficio degli stessi clienti. L’operazione multiutility non è un’operazione finanziaria quindi – ha tenuto a precisare Irace – ma al contrario un’operazione che ha una robusta ragione industriale che gli azionisti hanno individuato e posta alla base del progetto. Serviamo gli stessi clienti con infrastrutture sempre più efficienti realizzate nello stesso territorio e il più possibile a fattor comune. Ci sono insomma concrete sinergie che abbiamo individuato”.

Per fare qualche esempio “solo sulle linee acque e rifiuti al quinto anno ci sono circa 70 milioni di euro di benefici di cui circa 40 milioni di ricavi addizionali e 30 milioni di efficienze pure – ha ammesso il manager -. Questa è la visione della muliutility che si poggia in maniera solida anche sulle esperienze positive fatte. Penso che tutto sommato ci sia uno spazio di confronto sia con Acea sia con gli altri operatori per trovare angoli di comune interesse in questa visione. Dopodiché siamo aperti anche a valutare visioni alternative se ve ne fossero. Noi abbiamo la nostra iniziativa e non stiamo buttando fuori nessuno, è semplicemente finito un contratto di gestione – scaduto tra l’altro nel 2021 e prorogato dai comuni per permettere una riorganizzazione fino al 2024 – e stiamo lavorando alla fase successiva. Abbiamo un atteggiamento assolutamente rispettoso delle regole del mercato e degli investitori. I contratti quando finiscono prevedono una nuova esperienza e questa è la fase in cui siamo. Se ci saranno le condizioni con Acea per trovare aree di comune interesse la stessa Acea è benvenuta. Peraltro è già in corso un lavoro con Suez che è socia di Acea in alcune iniziative. Quindi non abbiamo pregiudizi, i rapporti possono essere positivi se lo sono da entrambe le parti”, ha concluso Irace.

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