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Stretto di Hormuz

L’Iran abbaia ma non morde sullo Stretto di Hormuz. Ecco perché

La minaccia dei pasdaran di chiudere lo Stretto di Hormuz agita i mercati, facendo schizzare in alto i prezzi di petrolio e gas. A rischio c’è il 30% del petrolio mondiale. Tuttavia, il blocco marittimo dello Stretto sarebbe un suicidio per l’Iran

Continuano gli attacchi israeliani contro i siti del programma nucleare dell’Iran, l’ultimo bersaglio è il reattore ad acqua pesante di Arak. I pasdaran minacciano di chiudere lo Stretto di Hormuz se Trump entrerà in guerra al fianco di Netanyahu. Il 30% del petrolio mondiale è a rischio. Ma è una minaccia senza fondamento. Ecco perché.

L’ATTACCO AL REATTORE NUCLEARE DI ARAK

I caccia Israeliani hanno colpito il reattore nucleare di Arak per il timore che l’Iran potesse riattivarlo. Il controverso impianto a 250 chilometri a sud-est di Teheran attualmente non è operativo. Tuttavia, nel 2015 è stato oggetto dell’accordo tra la Repubblica islamica e le potenze mondiali. Un’intesa che ha portato alla riprogettazione dell’infrastruttura per scopi medici. L’Iran ha violato per due volte il limite consentito di acqua pesante immagazzinata e nel 2019 è stato riacceso il circuito secondario del reattore, ricorda La Repubblica.

“Non si sono verificati effetti radiologici”, ha detto L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), secondo quanto riporta La Repubblica. Tuttavia, non si hanno ancora informazioni riguardo possibili attacchi al vicino impianto di produzione di acqua pesante di Khondab.

LA MINACCIA DEI PASDARAN SULLO STRETTO DI HORMUZ

L’attacco di Israele ha provocato l’immediata reazione dei pasdaran, che hanno minacciato la chiusura dello stretto di Hormuz alla navigazione. “La chiusura dello stretto di Hormuz è una delle possibili opzioni per l’Iran”, ha detto Behnam Saeedi, membro del Comitato per la sicurezza nazionale del Parlamento di Teheran, sottolineando che chiuderlo sarebbe una misura legale.

La goccia che potrebbe far traboccare il vaso potrebbe essere l’entrata in guerra degli Stati Uniti al fianco di Israele contro la Repubblica Islamica.

I RISCHI DELLA CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ

La chiusura dello Stretto di Hormuz avrebbe conseguenze importanti sul commercio di energia. Infatti, da lì transita circa il 30% del petrolio mondiale. Un eventuale blocco del commercio marittimo provocherebbe un aumento importante dei prezzi energetici. I mercati hanno risposto immediatamente alla minaccia. Il prezzo del petrolio Brent ha quasi raggiunti i 79 dollari al barile, livello ai massimi da gennaio. Il gas, invece, ha superato i 40 euro per Megawattora, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore.

“Il conflitto tra Iran e Israele ha già provocato prezzi del petrolio e dell’energia più alti. Se persistono i rialzi, possono filtrare nei costi alla produzione e nelle bollette energetiche nell’Ue”, ha avvertito il commissario europeo all’Economia Valdis Dombrovskis.

PERCHE’ CHIUDERE HORMUZ SAREBBE UN SUICIDIO PER L’IRAN

La minaccia di chiudere lo Stretto di Hormuz suonano come parole vuote. Infatti, il blocco del commercio marittimo nello Stretto è l’ultima spiaggia per l’Iran. Hormuz è la principale scelta di Teheran per il transito delle sue petroliere poiché è la via più rapida per l’Asia ed evita il rischio di attacchi degli Houti. I maggiori produttori di petrolio della regione, cioè Arabia Saudita ed Emirati Arabi, invece hanno alternative.

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