Lo ha detto il Direttore dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN) Francesco Campanella durante la Relazione al Governo e al Parlamento sulle attività svolte e sullo stato della sicurezza nucleare nel territorio nazionale presso la Sala della Regina di Montecitorio.
“L’ispettorato per come è costituito oggi ai fini dell’attuazione della rinnovata ipotesi di politica energetica prefigurata dal disegno di legge delega in materia di nucleare sostenibile rappresenta un utile punto di partenza per eventuali interventi legislativi di innovazione di sistema che potrebbero essere rapidamente applicati in particolare adeguando e potenziando le strutture esistenti come peraltro è stato più volte prefigurato a livello politico negli ultimi mesi”. Lo ha detto il Direttore dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN) Francesco Campanella durante la Relazione al Governo e al Parlamento sulle attività svolte e sullo stato della sicurezza nucleare nel territorio nazionale presso la Sala della Regina di Montecitorio.
VALORE AGGIUNTO DALLA SINTONIA TRA DIRETTORE E CONSULTA
“Vale la pena evidenziare che a fronte di una tendenziale composizione collegiale delle autorità indipendenti nel nostro ordinamento giuridico nel caso dell’Isin si è perseguito l’idea di dotarlo di un organo di indirizzo politico monocratico, il direttore appunto che non è scelta inusuale tanto nell’esperienza interna quanto in quella internazionale” come l’esperienza svizzera e finlandese, ha citato Campanella, a “testimoniarne la validità come modello organizzativo efficace per garantire rapidità decisione e chiarezza della responsabilità gestionale. L’organo direttivo monocratico è peraltro coadiuvato da un organo consultivo collegiale, la Consulta, che esprime pareri non vincolanti sui temi di principale impatto sui temi di funzionamento dell’ente, piano di attività, atti programmativi, obiettivi operativi, tariffe da applicare agli operatori, procedure operative, regolamenti interni, proposte di guide tecniche”.
ORGANICO INSUFFICIENTE E NECESSITÀ DI MEZZI FINANZIARI ADEGUATI
“La sintonia creatasi tra il direttore e la Consulta a seguito del rinnovo degli organi nel 2024 è un valore aggiunto prezioso che sta accompagnando da ormai un anno l’ispettorato nel suo cammino all’insegna di una collegialità improntata sulla condivisione e sul confronto”, ha ammesso il direttore di Isin. Tra le competenze di Isin c’è anche quella di “fornire supporto ai ministeri competenti nell’elaborazione di atti di rango legislativo nelle materie di competenze. Tale ruolo va rimarcato perché attribuisce all’Isin il compito della specialistica assistenza tecnica al Governo così come al Parlamento in particolar modo nel momento in cui dovranno essere sciolti nodi tecnico-giuridici del progetto di riforma in ambito nucleare attualmente in discussione”.
Dal punto di vista dell’organico, quest’ultimo “è oggi fissato in 90 unità complessive di cui 60 di provata competenza tecnica nelle specifiche aree di pertinenza dell’ispettorato e trenta di provata competenza giuridica amministrativa”, ha proseguito Campanella che poi ha aggiunto: “Prescindendo dalle sfide di domani, anche nel presente al fine della gestione del nucleare italiano di oggi, il numero complessivo dell’organico non appare sufficiente alle attività assegnate all’ispettorato che paga anche la scarsa attrattività economica”. Mentre altri interventi “sono auspicabili anche in relazione ai mezzi finanziari dell’autorità”.
CRITICITÀ NELLA DISATTIVAZIONE DEGLI IMPIANTI E TRASPARENZA
Dal punto di vista della sicurezza, “per quanto riguarda le attività di disattivazione delle installazioni nonostante un generale positivo livello di avanzamento e un dialogo crescente e costruttivo con l’operatore nazionale che di certo nel lungo tempo costituirà un elemento di crescita sostanziale del quale beneficerà il paese permangono tuttavia alcune criticità già presenti in passato in particolare sia riguardo alla realizzazione del complesso Cemex presso l’impianto Eurex di Saluggia sia dell’edificio di processo dell’impianto di cementazione presso l’impianto Itrec di Rotondella per il condizionamento dei rifiuti di alta attività e l’impianto di trattamento delle resine esaurite stoccate presso la centrale Enrico Fermi di Trino. Queste criticità certamente potranno essere tanto più rapidamente superate quanto più si rivelerà di grande efficacia e di cristallina trasparenza l’interazione dell’autorità con l’operatore nazionale”, ha evidenziato il direttore di Isin.
MATERIALI NUCLEARI SOTTO CONTROLLO
“Nell’anno 2024 sono state complessivamente condotte 22 azioni di controllo che hanno confermato la ormai consolidata quantità delle materie nucleari detenute anche in conseguenza del progredire dei programmi di disattivazione tali quantità almeno nelle installazioni nucleari risultano ormai sostanzialmente stabili o comunque non in crescita cosa che evidentemente non è vero in ambito civile. Sotto il profilo operativo Aiea ed Euratom hanno confermato la sostanziale corretta applicazione della salvaguardia alle installazioni nazionali e la puntuale rispondenza delle registrazioni contabili con i quantitativi effettivamente detenuti”, ha affermato Campanella.
NESSUNA EMERGENZA RADIOLOGICA IN ITALIA DA AVVIO CONFLITTO IN UCRAINA
“Come previsto dal piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologica nucleare in relazione alla crisi ucraina a partire dal febbraio 2022 il laboratorio Resorad ha reso immediatamente disponibili i dati delle misure effettuate sul particolare atmosferico e dall’inizio del conflitto oltre 60.000 dati sono stati raccolti e nessun valore anomale è stato riscontrato”, ha rassicurato il direttore di Isin.
IN ITALIA SONO PRESENTI COMPLESSIVAMENTE CIRCA 33.000 MC” DI RIFIUTI RADIOATTIVI
“I rifiuti di bassa e molto bassa attività sono dal punto di vista volumetrico la parte preponderante” e sono raccolti “presso siti e depositi e le quantità stoccate sono destinate aumentare. Dai dati di cui dispone Isin pubblicati nel 2024 nell’inventario nazionale dei rifiuti radioattivi fatto con i dati forniti dagli operatori al 31 dicembre 2023 tramite il sistema di tracciabilità streams risulta che in Italia sono presenti complessivamente circa 33.000 mc” di rifiuti radioattivi “la maggior parte ancora da sottoporre a processi di condizionamento al fine di renderli idonei al loro trasferimento al deposito nazionale. Essi sono attualmente stoccati in 62 depositi temporanei che operano in condizioni di totale sicurezza” ha detto il Direttore dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN).
A questi si aggiungeranno “nel prossimo futuro rifiuti generati dalle operazioni di smaltimento delle installazioni nucleari classificabili prevalentemente ad attività bassa o molto bassa e attualmente stimata in circa 48.000 metri cubi. Questi dati devono essere poi integrati con i rifiuti prodotti dalle operazioni di riprocessamento del combustibile esaurito inviato a tal fine all’estero: si tratta di circa 36 metri cubi ad alta attività e circa 48 metri cubi a media attività al netto del volume dei contenitori da utilizzare per trasportare questi rifiuti in Italia e che si prevede corrispondente a un volume effettivo lordo Comprensivo dei contenitori metallici di trasporto e stoccaggio di circa 780 metri cubi. I dati dell’inventario forniscono un quadro che negli ultimi anni se mantenuto sostanzialmente costante anche in relazione alle rilevanti quantità di materiali derivanti dallo smantellamento delle installazioni nucleari che che se privi di rilevanza radiologica possono essere riciclati né differenti settori produttivi”, ha concluso Campanella.