Sui giornali l’incontro tra la premier Meloni e Xi che hanno parlato di auto elettriche, green e sostegni economici, il ministro Pichetto che ha ribadito la mancanza di tempi per attuare la direttiva Case green e l’intervista al Ceo di Edison Monti su idroelettrico, pompaggi e decarbonizzazione
Il faccia a faccia tra il premier Giorgia Meloni e il leader cinese Xi Jinping ha riguardato principalmente il riequilibrio della bilancia commerciale tra i due paesi: l’obiettivo è quello di migliorare la cooperazione negli investimenti economici e commerciali, nella produzione industriale, nell’innovazione tecnologica e nei mercati terzi nonché per esplorare la cooperazione in aree emergenti come i veicoli elettrici e l’intelligenza artificiale, ma anche – lato cinese – fornire un ambiente imprenditoriale equo, trasparente, sicuro e non discriminatorio affinché le aziende cinesi possano svilupparsi in Italia. Ieri, intanto, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin è tornato a parlare di Case green a #PiazzAsiago, la rassegna culturale e politica ideata e condotta da David Parenzo e Alessandro De Angelis. Il ministro è tornato a ribadire che “abbiamo 21 milioni di case sotto classe D. Con il 110, che ha messo in crisi seria le casse dello Stato, ne abbiamo sistemate 500 mila. È un obiettivo che noi abbiamo, ma non con le tempistiche dettate dall’Europa”, ha precisato, tempistiche che sarebbe impossibile seguire “anche se le case da efficientare fossero 4 o 5 milioni”. Infine intervista del Sole 24 Ore al ceo di Edison Nicola Monti che ha chiesto un cambio di passo a livello di sistema paese su alcuni temi chiave legati alla decarbonizzazione come idroelettrico (“Un caos: manca omogeneità in Europa e le Regioni italiane procedono in ordine sparso. Come operatori siamo compatti e pronti a mettere il tema sul tavolo dei nuovi commissari a Bruxelles”) e i pompaggi (“le prossime aste di Terna sugli stoccaggi di energia devono prevedere le condizioni adeguate”). Annunciando che “entro fine anno Foro Buonaparte arriverà a 3 milioni di contratti elettricità e gas”.
ITALIA-CINA, MELONI E XI RILANCIANO IL DIALOGO SU AUTO ELETTRICA, DIGITALE E GREEN
“(…) Al centro del faccia a faccia ieri tra Xi Jinping e Giorgia Meloni nella residenza della Diaoyutai State House c’è stata però soprattutto l’economia, la volontà manifestata da entrambi di rafforzare il rapporto tra Cina e Italia che si traduce nel riequilibrio di una bilancia commerciale oggi troppo a favore della Cina anche attraverso il reciproco rispetto delle regole per facilitare scambi e investimenti. La rotta la indica il Piano d’azione sottoscritto domenica a Pechino dalla premier e dal suo omologo a Pechino rilanciato ieri da Xi Jinping. Il presidente ha fatto esplicito riferimento allo «spirito della via della Seta». (…) L’attuazione del Piano nei prossimi tre anni sarà la principale cartina di tornasole della riuscita o meno di questo rafforzamento del partenariato strategico tra i due Paesi avviato venti anni fa. Molto ovviamente dipende anche dal contesto complessivo. Che in questo momento è funestato non solo dalle crisi sul fronte ucraino e mediorientale ma anche dall’inasprirsi dei rapporti tra Pechino e Bruxelles con l’incremento dei dazi su auto e biocarburanti”. Lo scrive Il Sole 24 Ore di oggi.
“(…) All’Italia il leader cinese ha infatti chiesto che «comprenda e sostenga» l’atteggiamento scelto dalla Cina per «uno sviluppo pacifico e condiviso» svolgendo «un ruolo costruttivo nella promozione del dialogo e della cooperazione Cina-Ue». La pressione cinese è forte così come quella che arriva anche dal mondo industriale. Il rischio è quello di una contrazione generale degli scambi già messa a dura prova dalle guerre in corso (vedi il blocco pressoché totale del trasporto marittimo nel Mar Rosso che sta pesando sulle aziende). Anche in questo caso è rilevante il l ruolo che Pechino può giocare in Ucraina così come in Medio Oriente. Che se ne sia parlato durante il colloquio è assodato e confermato anche da Palazzo Chigi. Sui contenuti invece nessuna dichiarazione pubblica e neppure ufficiosa. La premier preferisce mettere l’accento sul rilancio dei rapporti economici con la Cina dopo l’uscita dalla nuova Via della seta. In fondo era questo l’obiettivo principale di questa trasferta che vede oggi la premier in viaggio verso Shangai prima del rientro a Roma. Il Piano d’azione triennale sottoscritto domenica prevede di «valorizzare il lavoro che abbiamo già fatto ma anche di esplorare nuove forme di cooperazione lavorando allo stesso tempo per un bilanciamento dei rapporti commerciali». Su questo Xi si è detto «disposto a collaborare» con l’Italia «per promuovere l’ottimizzazione e il miglioramento della cooperazione negli investimenti economici e commerciali, nella produzione industriale, nell’innovazione tecnologica e nei mercati terzi nonché per esplorare la cooperazione in aree emergenti come i veicoli elettrici e l’intelligenza artificiale»”, continua il quotidiano.
“Sempre dal presidente cinese – secondo quanto riferito dal network statale Cctv – è arrivata l’assicurazione che Pechino «accoglie con favore le aziende italiane che investono in Cina ed è disposta a importare più prodotti italiani di alta qualità». Allo stesso tempo si auspica che l’Italia «fornisca anche un ambiente imprenditoriale equo, trasparente, sicuro e non discriminatorio affinché le aziende cinesi possano svilupparsi in Italia». È quella «fiducia reciproca» a cui il Piano triennale fa espresso riferimento che sarà verificata annualmente dall’incontro tra i due capi di governo. (…)”, ha concluso il quotidiano.
UE, PICHETTO: SULLE CASE GREEN TEMPI IRREALISTICI
“Sì all’efficientamento energetico dei fabbricati italiani, no alla tabella di marcia della direttiva sulle Case Green. A #PiazzAsiago, la rassegna culturale e politica ideata e condotta da David Parenzo e Alessandro De Angelis, ad Asiago fino a venerdì 2 agosto, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, intervistato dal direttore di Repubblica Maurizio Molinari sul tema “L’Europa Green e la sfida del futuro”, ha affermato che «sulle Case Green dobbiamo avere un quadro chiaro dei fabbricati italiani e dobbiamo inquadrare il percorso migliore» per l’efficientamento energetico. Ma, ha precisato, «abbiamo 21 milioni di case sotto classe D. Con il 110, che ha messo in crisi seria le casse dello Stato, ne abbiamo sistemate 500 mila. È un obiettivo che noi abbiamo, ma non con le tempistiche dettate dall’Europa»”. È quanto si legge su La Repubblica di oggi. “Tempistiche che, ha precisato Pichetto, sarebbe impossibile seguire «anche se le case da efficientare fossero 4 o 5 milioni». L’intervista si è poi spostata sul tema spinoso del nucleare, di cui il ministro si è sempre dichiarato sostenitore, ma guardando al nucleare avanzato, di terza e quarta generazione: «Il consumo di energia sta aumentando, la scelta sul nucleare è tra arretrare o andare avanti – hadetto Pichetto – ma serviranno strumenti sicuri ed efficienti». Alla domanda di Parenzo che gli ha chiesto se intende «essere ricordato come il ministro che ha riportato il nucleare in Italia», Pichetto ha replicato: «No, voglio permettere ai miei nipoti di poter guardare tutti negli occhi». (…)”.
EDISON, VERSO 3 MILIONI DI CONTRATTI. MONTI: “SBLOCCARE L’IMPASSE IDROELETTRICO”
“Il rinnovo delle concessioni idroelettriche? «Un caos: manca omogeneità in Europa e le Regioni italiane procedono in ordine sparso. Come operatori siamo compatti e pronti a mettere il tema sul tavolo dei nuovi commissari a Bruxelles». Il rilancio dei pompaggi? «Possiamo valorizzare una filiera tricolore con investimenti fino a 10 miliardi, ma le prossime aste di Terna sugli stoccaggi di energia devono prevedere le condizioni adeguate». Pochi giorni dopo la diffusione della semestrale, il ceo di Edison Nicola Monti – in un colloquio con Il Sole 24 Ore e Radiocor – chiede un cambio di passo, a livello di sistema Paese, su alcuni dei principali dossier legati alla decarbonizzazione. E annuncia: «Entro fine anno Foro Buonaparte arriverà a 3 milioni di contratti elettricità e gas», a fronte di un target di 4 milioni al 2030”. Lo scrive Il Sole 24 Ore di oggi. “(…) Il mix energetico di Edison è lo specchio di un Paese in cui le rinnovabili sono sopra il 50%. ‘Sì, ma per proseguire su questo trend occorrono interventi strutturali e investimenti. Con l’aumentare delle rinnovabili servono accumuli per immagazzinare l’energia. Un tema su cui regolatore e ministero si sono finalmente mossi: Terna gestirà il mercato a termine degli stoccaggi, il Macse, con le prime aste previste per la prossima primavera. Le tecnologie disponibili sono due: batterie e pompaggi. Le prime le importiamo principalmente dalla Cina. I secondi hanno vantaggi evidenti per il sistema Paese: durano molto di più, non si degradano, occupano personale, trascinano una filiera industriale interamente italiana tipica dell’idroelettrico, danno possibilità di ulteriore accumulo idrico contro la siccità. Per questo ci aspettiamo che le aste non si basino solo sul principio della neutralità tecnologica, ma creino le condizioni per investire sui pompaggi’. Di che numeri parliamo? ‘In tutto le aste dovrebbero coprire 9 GW di capacità, di cui 3-4 GW di pompaggi. Per realizzarli servono fino a 10 miliardi, che tuttavia secondo i nostri calcoli hanno una ricaduta economica di tre volte: altri 30 miliardi. Edison ha annunciato un accordo con Webuild per realizzare i suoi due primi stoccaggi, in Sicilia e Basilicata, che valgono complessivamente 1,2 miliardi e intendiamo portare alle prossime aste’”, prosegue il quotidiano.
“Altro tema di sistema: il rinnovo delle concessioni idroelettriche italiane. ‘Qui gli interrogativi sono parecchi. Parliamo di asset strategici e serve reciprocità nella Ue: perché l’Italia deve essere l’unica a mettere le concessioni a gara? Inoltre ogni Regione procede legiferando a modo suo: la Lombardia ha indetto la prima e unica gara, con scadenza il 18 ottobre, su due impianti in Valtellina gestiti da Edison, l’Abruzzo ci ha provato ma si è fermata dopo un’ondata di ricorsi, il Piemonte guarda al project financing, il Friuli ad altri meccanismi ancora. Insomma, una fortissima frammentazione. (…) Qual è la soluzione? ‘Riassegnazione delle concessioni a fronte di garanzie sugli investimenti: una strada che però si scontra con l’impegno preso dal precedente governo a mettere le gare nel capitolo concorrenza del Pnrr. Finora è stato difficile trovare con Bruxelles spazi di intervento su questo impegno, ma ci auguriamo che con la nuova commissione sia possibile rivedere questa posizione’”, ha concluso il quotidiano.