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Colonnine

L’incubo delle colonnine di ricarica tormenta le case europee

Le colonnine di ricarica sono ancora troppo poche in Europa e le case automobilistiche sono preoccupate. Ecco chi si lamenta e perché

La scarsità delle colonnine di ricarica non fa dormire sonni tranquilli alle case automobilistiche europee. Infatti, a preoccupare maggiormente i produttori non sono la domanda o gli incentivi dei governi, ma le carenze dell’infrastrutture per ricaricare le vetture a batteria. Ecco chi si lamenta e perché.

LE COLONNINE SONO ANCORA POCHE

L’infrastruttura di ricarica pubblica europea è in ritardo rispetto agli obiettivi elettrici. La scorsa settimana la Commissione Europea ha sottolineato l’importanza di prendere in considerazione problematiche di cui si parla poco rispetto al costo e alla durata delle batterie. Nella lista figurano appunto le colonnine, uno degli ostacoli maggiori alla transizione elettrica. Infatti, i buchi nell’infrastruttura di ricarica sono tra le cause principali dello scetticismo dei potenziali acquirenti, insieme al costo delle auto e alla durata della batteria.

Inoltre, al contrario degli Stati Uniti, nessuna casa automobilistica europea ha puntato sulla creazione di una rete capillare, che potesse offrire un servizio anche ai possessori di altri brand. Questo limita ulteriormente le possibilità di trovare una colonnina disponibile, soprattutto lontano da grandi città e autostrade. Da questo punto di vista la strategia di Tesla rappresenta un esempio che potrebbe favorire la diffusione delle Ev.

Neanche i Paesi che hanno investito di più nell’infrastruttura riescono ad avere una rete capillare su tutto il territorio nazionale. è il caso ad esempio della Francia, come sottolineato dal Ceo di BMW France, Vincent Salimon.

“Le stazioni autostradali in Francia hanno stazioni di ricarica elettriche al 100% affidabili, di qualità e funzionanti. A Parigi, c’è anche l’infrastruttura di ricarica che funziona bene. Dove c’è un grosso problema, e dove il governo ha bisogno di accelerare, è nelle aree semi-urbane, nelle strade dipartimentali, sulle strade nazionali. Non c’è niente lì”, ha affermato Salimon. Ma tutto questo potrebbe cambiare.

TESLA PIÙ AVANTI DI TUTTI

Tesla sta provando a replicare anche in Ue la strategia che ha permesso al produttore di aumentare il suo vantaggio rispetto ai concorrenti nella transizione elettrica.

Oggi la casa automobilistica fondata da Elon Musk possiede già la rete più grande di caricabatterie ultra-veloce in Europa, con 12.200 Supercharger su tutto il Continente. Basti pensare che sono più di tre volte rispetto alle colonnine del secondo operatore della Germania, EnBW della Germania, secondo le recenti stime di BNEF.

Per contrastare il predominio di Tesla, Ford, BMW, VW e Hyundai hanno creato una joint venture chiamata Ionity, che a gennaio ha iniziato a realizzare circa 600 stazioni e più di 3.300 punti di ricarica ad alta potenza in 24 Stati europei.

LA R5 È A RISCHIO?

Il nuovo campione delle automobili elettriche economiche è la R5, che costerà appena 25.000 euro. La casa ha annunciato che la vettura avrà un sistema di ricarica bidirezionale, quindi potrà immettere nuovamente energia nella rete. Il problema è che potrà essere ricaricata solo un con un caricatore apposito fornito da Renault e da alcuni operatori partner.

Anche Ford è preoccupata per il futuro della sua Explorer interamente elettrica, prodotta a Colonia.

“La rete di colonnine ha bisogno di accelerare drasticamente. Se questo non accade, nel 2035 i clienti non avranno la possibilità di guidare veicoli elettrici in tutta Europa, perché semplicemente non sarà pratico”, ha detto Martin Sander, responsabile del business delle auto elettriche di EuropaSander, durante un’intervista.

“L’interoperabilità e trovare un modo per rendere tutte le auto per essere in grado di ottenere l’energia nel sistema, ovunque provenga – è una discussione che si dovrebbe tenere. In Europa, abbiamo inventato lo standard GSM, e questa cosa è stata copiata ovunque”, ha detto la scorsa settimana il Ceo Luca de Meo in una conversazione con il numero 1 di Eurelectric.

“È più pratico fare affidamento sulla standardizzazione del settore”, ha detto in un’intervista Klaus Müller, presidente della Bundesnetzagentur tedesca, che controlla i mercati dell’elettricità e delle telecomunicazioni del Paese.

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