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Energia Solare

La carenza di energia di oggi è peggiore della crisi petrolifera degli Anni 70?

Per l’economista Daniel Yergin è grave “perché riguarda petrolio, gas naturale e carbone e coinvolge due Paesi che sono delle superpotenze nucleari”

Nel 1973, dopo la guerra dello Yom Kippur tra Israele e una coalizione di Paesi arabi, i produttori di petrolio del Medio Oriente dichiararono un embargo sulle esportazioni di petrolio negli Stati Uniti come punizione per il loro sostegno a Israele. Quello che seguì fu una crisi energetica di proporzioni epiche. Secondo l’economista americano ed esperto di energia Daniel Yergin, la crisi energetica che stiamo vivendo oggi potrebbe essere anche peggiore.

Nella crisi petrolifera degli Anni 70, dopo l’embargo, il prezzo del petrolio in tre mesi quadruplicò.
A quel tempo gli Stati Uniti pensavano che la quota di mercato persa avrebbe danneggiato finanziariamente gli Stati produttori, invece quei produttori compensarono la perdita di quota di mercato con prezzi notevolmente più alti.

I consumatori negli Stati Uniti, tuttavia, subirono un duro colpo sotto forma di carenza di carburante e misure urgenti di risparmio energetico, poiché il consumo di petrolio del Paese era cresciuto incessantemente per decenni grazie al petrolio mediorientale a buon mercato.

LE PAROLE DELL’ESPERTO DI ENERGIA DANIEL YERGIN

È interessante notare che, sebbene l’embargo non coinvolse l’Europa, il continente subì un colpo ancora più grave a causa del modo in cui i prezzi aumentarono a seguito della mossa dei produttori arabi. Venne introdotto il razionamento del carburante e limiti di velocità nazionali per risparmiare carburante.

Quest’ultima misura sui limiti di velocità può suonare familiare a coloro che seguono le raccomandazioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia per il risparmio energetico: è infatti uno dei dieci passaggi che l’AIE ha elencato come necessari per ridurre la dipendenza dell’Unione Europea dai combustibili fossili russi.

Secondo Yergin il fatto che la carenza di oggi coinvolga tutti i combustibili fossili e non solo il petrolio è uno dei motivi per cui questa crisi potrebbe essere peggiore di quella degli Anni 70. In un’intervista a Bloomberg di questa settima l’economista ha commentato: “penso che questo (la carenza di oggi, ndr) sia potenzialmente peggio. Riguarda petrolio, gas naturale e carbone e coinvolge due Paesi che sono delle superpotenze nucleari”.

Lasciando da parte il comprensibile disagio che l’ultima parte della dichiarazione susciterebbe in chiunque in Europa o Nord America, la prima parte è eloquente: l’Europa dipende dalla Russia per quasi la metà delle sue importazioni di carbone e gas naturale e per circa un quarto delle sue importazioni di petrolio greggio, e l’UE ha appena deciso di vietare le importazioni di carbone russo, nel tentativo di danneggiare l’economia russa come punizione per le azioni della Russia in Ucraina.

LE CONSEGUENZE DEL DIVIETO UE ALLE IMPORTAZIONI DI CARBONE RUSSO

Ecco cosa è successo dopo l’annuncio del divieto, che tra l’altro deve essere ancora approvato.
L’Indonesia ha aumentato i propri prezzi del carbone del 42%, i minatori australiani hanno riferito di avere una capacità limitata di sostituire il carbone russo e i prezzi del carbone asiatico sono aumentati vertiginosamente a causa delle notizie secondo cui gli acquirenti europei stanno cercando del carbone sostitutivo.

Quello che sta avvenendo nel carbone è praticamente ciò che accadrà nel petrolio e nel gas. Come ha notato Yergin, il mercato globale del gas naturale è già piuttosto teso e non c’è un sostituto pronto per il gas russo, se dovesse smettere di fluire. Questo nonostante gli sforzi da parte dei produttori di GNL statunitensi per aumentare le esportazioni.

IL GAS PROMESSO DA BIDEN E LE PREVISIONI DEGLI ANALISTI

Un altro esperto di energia, David Blackmon, questa settimana ha affermato che gli Stati Uniti non hanno i mezzi fisici per mantenere la promessa fatta dal presidente Biden all’UE di fornire altri 15 miliardi di metri cubi di gas in sotto forma di GNL. Blackmon ha notato il tempo necessario per aumentare la produzione di gas ed espandere la capacità di liquefazione, nonché la flotta limitata di navi cisterna per GNL e gli impegni di esportazione di GNL già esistenti con altri acquirenti.

In questo contesto di scarsa offerta e domanda di combustibili fossili, che sembra superare significativamente questa offerta, le cose sono già critiche senza alcun embargo su petrolio o gas, che un alto funzionario dell’UE ha detto potrebbe diventare “necessario” ad un certo punto.

Il costo della vita è in aumento in tutto il continente e i governi stanno lottando per tenerlo a freno.
Se l’UE dovesse seguire la strada dell’embargo, i risultati potrebbero essere disastrosi, come praticamente tutti gli analisti avvertono da settimane.

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