Per il direttore dell’AIE, Fatih Birol, “l’industria deve impegnarsi ad aiutare veramente il mondo a raggiungere i suoi obiettivi energetici e climatici, il che significa abbandonare l’illusione che enormi quote di CCS siano la soluzione”
Il dibattito sul ruolo delle tecnologie di cattura del carbonio nella riduzione delle emissioni e nel progresso della transizione energetica si sta infiammando. Mentre i governi sostengono le tecnologie e i progetti di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio (CCS) con incentivi fiscali, l’Agenzia Internazionale per l’Energia e i sostenitori della transizione energetica avvertono che la cattura del carbonio non significa che l’industria del petrolio e del gas abbia un passaggio gratuito per continuare fare affari come al solito.
L’AIE è arrivata addirittura a descrivere le soluzioni CCS come “un’illusione”, attirando le critiche dell’OPEC sul modo in cui cerca di prescrivere come l’industria energetica dovrebbe lavorare ed investire.
CCS: UNA SOLUZIONE O UN’ILLUSIONE?
Nel suo ormai famigerato avvertimento del “momento della verità” all’industria del petrolio e del gas riguardo alla sua mancanza di investimenti nelle energie rinnovabili, l’AIE ha criticato il settore poiché la maggior parte delle aziende sta osservando la transizione energetica dai margini, con i produttori di petrolio e gas che rappresentano solo l’1% degli investimenti totali in energia pulita a livello globale.
Il rapporto dell’AIE sottolinea che “le aspettative eccessive e la dipendenza dalla CCS” sono una delle due principali insidie nella discussione sul futuro del petrolio e del gas; l’altra è l’idea sbagliata secondo cui “le transizioni possono essere guidate solo da cambiamenti nella domanda”.
LA POSIZIONE DELL’AIE SULLA CCS
Secondo l’agenzia, la CCS è una tecnologia essenziale per raggiungere le zero emissioni nette in determinati settori e circostanze, ma non è un modo per mantenere lo status quo. “Le necessarie tecnologie di cattura del carbonio richiederanno 26.000 Twh di produzione di elettricità per funzionare nel 2050, che è più della domanda globale di elettricità del 2022. Richiederebbe anche oltre 3,5 trilioni di dollari di investimenti annuali da oggi fino a metà secolo, una cifra pari al fatturato medio annuo dell’intero settore negli ultimi anni”.
Secondo Il direttore esecutivo dell’AIE, Fatih Birol, “con il mondo che soffre gli effetti di una crisi climatica in peggioramento, continuare con il business as usual non è né socialmente, né ambientalmente responsabile. L’industria deve impegnarsi ad aiutare veramente il mondo a raggiungere i suoi obiettivi energetici e climatici, il che significa abbandonare l’illusione che enormi quote di cattura della CO2 siano la soluzione”.
LA REPLICA DELL’OPEC
Il “momento della verità” per l’industria del petrolio e del gas e i commenti “illusori” sulla CCS hanno attirato l’attenzione dell’OPEC, che attraverso i canali di comunicazione ufficiali ha criticato l’AIE per le sue osservazioni e rapporti. L’OPEC ha attaccato l’agenzia per aver descritto la CCS come un’illusione e per aver diffamato l’industria ed aver minimizzato la sicurezza e l’accessibilità energetica.
“Purtroppo – ha affermato l’OPEC in una nota – il rapporto dell’AIE definisce anche tecnologie come la CCS “un’illusione”, anche se i rapporti di valutazione dell’IPCC sostengono tali tecnologie come parte della soluzione per affrontare il cambiamento climatico. La verità che deve essere detta è semplice e chiara per coloro che desiderano vederla. Il fatto è che le sfide energetiche che abbiamo davanti sono enormi e complesse, e non possono essere limitate ad una questione binaria”, ha spiegato il segretario generale dell’OPEC, Haitham Al Ghais. L’organizzazione ha osservato inoltre che, “in un mondo in cui è necessario più dialogo, puntare il dito non è un approccio costruttivo”.
IL PARERE DELLA ENERGY TRANSITIONS COMMISSION
In un altro recente rapporto, la Energy Transitions Commission – una coalizione globale di leader del panorama energetico globale impegnata a raggiungere il net zero entro la metà del secolo – ha affermato che la cattura del carbonio potrebbe svolgere un ruolo vitale nella decarbonizzazione di alcune industrie, ma che gli impianti di rimozione della CO2 non possono essere utilizzati dalle aziende petrolifere e del gas, mentre continuano a pompare combustibili fossili.
Il rapporto “dissipa l’idea che la CCS e la rimozione del carbonio giustifichino il business as usual per la produzione di combustibili fossili”, secondo la Commissione, per la quale l’uso di carbone, petrolio e gas naturale dev’essere ridotto drasticamente entro il 2050, a partire da ora.