Circa 2.250 aziende del settore elettrico, che rappresentano il 40% delle emissioni della Cina, stanno partecipando alla prima fase del progetto.
L’attesissimo mercato nazionale del carbonio in Cina è partito il 16 luglio e si prevede che diventerà il più grande al mondo per volume di quote di carbonio scambiate. Il lancio del mercato cinese del carbonio è un primo passo verso la decarbonizzazione dei settori industriali del paese, anche se il governo è alla affannosa ricerca di un equilibrio tra il mantenimento della crescita economica e la determinazione di un prezzo della CO2, sottolinea S&P Global Platts.
COINVOLTE OLTRE 2000 AZIENDE
Circa 2.250 aziende del settore elettrico, che rappresentano il 40% delle emissioni della Cina, stanno partecipando alla prima fase del progetto. Le operazioni di trading sono partite sullo Shanghai Energy and Environment Exchange, secondo l’agenzia di stampa Xinhua. Il lancio – scrive El Pais – rappresenta un importante passo avanti nella lotta globale contro il cambiamento climatico: è uno dei primi, e fondamentali, passi per questo paese, il più grande emettitore del mondo (è responsabile di quasi il 30% delle emissioni del pianeta), per raggiungere il suo obiettivo di raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2060.
A 6 EURO A TONNELLATE LE PRIME OPERAZZIONI
Nelle sue prime operazioni, il prezzo delle emissioni è stato fissato a 48 yuan (6,3 euro) per tonnellata di carbonio, ovvero cinque volte meno del prezzo che raggiunge nel sistema europeo, a circa 33 euro.
EMISSIONI 2019 CINESI A OLTRE 14 MLD DI TONNELLATE
Secondo il Rhodium Group, le emissioni di gas serra cinesi nel 2019 sono state equivalenti a 14,09 miliardi di tonnellate di anidride carbonica.
MERCATO CO2 ESTESO GRADUALMENTE AD ALTRI SETTORI
Gradualmente, il mercato sarà esteso ad altri settori con alte emissioni, dal settore aerospaziale e petrolchimico all’acciaio e alla carta. Le aziende che emettono gas serra equivalenti a più di 26.000 tonnellate di biossido di carbonio all’anno saranno incluse nel sistema. Una volta che sarà completamente sviluppato e tutti i settori inquinanti vi saranno integrati, potrebbe coprire l’11% delle emissioni globali, secondo le stime della società di consulenza Trivium.