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La domanda record di GNL in Europa ridisegna il mercato globale del gas

I dati Kpler mostrano che, nei primi dieci mesi dell’anno, l’Europa ha importato 101,38 milioni di tonnellate di GNL, 16,75 milioni di tonnellate in più rispetto al 2024

L’Asia è da anni il motore della domanda globale di gas naturale liquefatto (GNL), con le sue economie in rapida crescita che consumano energia a ritmi elevati. Tuttavia, quest’anno abbiamo assistito ad un cambiamento: la domanda asiatica di GNL si sta indebolendo, mentre quella europea è in sostanziale crescita, nonostante i piani di riduzione del consumo di tutti gli idrocarburi.

IN ASIA LE IMPORTAZIONI DI GNL DIMINUISCONO

Secondo i dati di Kpler, le importazioni di GNL in Asia il mese scorso si sono attestate a 22,84 milioni di tonnellate: si tratta di un leggero aumento rispetto a settembre, ma sensibilmente inferiore a quello di ottobre 2024, quando le importazioni raggiunsero i 24,39 milioni di tonnellate.

Nei primi dieci mesi del 2025 – spiega Oilprice – le importazioni di gas liquefatto in Asia sono diminuite di oltre 14 milioni di tonnellate rispetto allo scorso anno, attestandosi a 225,8 milioni di tonnellate. Russell suggerisce che la Cina sia stata uno dei motori di questa tendenza, registrando ogni mese un calo delle importazioni di GNL su base annua dal novembre 2024.

IN EUROPA C’È UNA FORTE DOMANDA DI GAS LIQUEFATTO

Eppure, mentre gli importatori di energia asiatici hanno ridotto gli acquisti di gas liquefatto, gli acquirenti europei hanno aumentato i loro ordini. I dati Kpler mostrano che, nei primi dieci mesi dell’anno, l’Europa ha importato 101,38 milioni di tonnellate di combustibile, 16,75 milioni di tonnellate in più rispetto al 2024. E ciò è avvenuto nonostante la leadership Ue si vantasse di aver ridotto permanentemente il consumo di gas del blocco, non solo dalla Russia, ma in generale.

L’EUROPA STA INFLUENZANDO LA DOMANDA DI GNL IN ASIA

Probabilmente è stato questo aumento degli acquisti di GNL in Europa ad influenzare la domanda di combustibile superrefrigerato in Asia. Nonostante crescano ad un ritmo più rapido rispetto all’Europa nel suo complesso, i Paesi asiatici sono più sensibili ai prezzi delle importazioni di energia.

Un’impennata della domanda di GNL dall’Europa regolarmente mette a dura prova i prezzi degli importatori asiatici più poveri, anche se si potrebbe sostenere che l’Europa sta trovando sempre più difficile pagare le proprie tariffe di importazione di energia, mentre si sforza di finanziare una transizione energetica che si allontani dal petrolio e dal gas e un’accelerazione dello sviluppo di capacità militari che richiede energia a basso costo per avere successo.

In altre parole, l’Europa è emersa come una regione calda per la domanda di GNL, attirando l’attenzione dei produttori. Tuttavia, questa attenzione non è omogenea: il segretario all’Energia statunitense Chris Wright, ad esempio, ha ripetutamente invitato l’Europa ad interrompere del tutto le importazioni di energia russa e ad aumentare gli acquisti di GNL statunitense, e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen la scorsa estate ha firmato un accordo commerciale con il Presidente Trump, impegnandosi ad un massiccio aumento degli acquisti.

LE PREVISIONI SULLA DOMANDA DI GAS IN EUROPA

Nel frattempo, mentre l’Unione europea acquista sempre più GNL, anche dalla Russia, un’organizzazione per la promozione della transizione energetica incentrata sull’energia ha avvertito che l’Ue non dovrebbe accollarsi impegni di acquisto di GNL a lungo termine, poiché la domanda di gas in Europa nei prossimi 25 anni è destinata a calare di un quarto. “I Paesi europei rischiano di fare eccessivo affidamento su un unico fornitore, se si impegnano in contratti di GNL statunitensi a lungo termine”, ha spiegato l’organizzazione.

Nel primo semestre 2025 gli Stati Uniti hanno fornito oltre la metà (57%) delle importazioni di GNL europee, con le consegne dal Paese che hanno raggiunto un nuovo massimo”, ha riportato ad inizio novembre l’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), osservando che Germania e Grecia erano in cima alla lista dei fornitori unici, avendo ricevuto rispettivamente il 94% e l’84% del loro GNL dagli USA.

IEEFA: “L’AUMENTO DEGLI ACQUISTI DI GNL SARÀ UN FATTORE TEMPORANEO”

Tuttavia, l’IEEFA ritiene che questa accelerazione degli acquisti di GNL nel 2025 sia un problema temporaneo, mentre le dinamiche della domanda indicano un indebolimento in futuro. Il motivo è da ricercare nell’energia eolica e solare. Questo è stato l’argomento principale della lobby pro-transizione, anche se i dati suggeriscono che l’incremento record di produzione eolica e solare ha fatto ben poco per modificare la composizione del consumo energetico del sistema europeo, al di fuori di determinati picchi di produzione stagionali. Ad esempio, la Germania ha recentemente registrato il tasso più elevato di produzione di energia da centrali a gas naturale, a causa della debolezza dei venti per gran parte dell’anno.

Sebbene l’IEEFA e altri organismi di transizione prevedano una riduzione della domanda di gas in Europa, prevedono anche un eccesso di GNL dovuto all’eccesso di capacità. Tuttavia, è probabile che il GNL più economico spingerà la domanda verso l’alto in un maggior numero di Paesi importatori, man mano che la materia prima diventa più accessibile a tutti.

Poiché le condizioni meteorologiche difficilmente diventeranno più prevedibili in futuro, è probabile che la dipendenza dal gas naturale continuerà ad essere forte sia in Europa che in Asia, indipendentemente dalle ambizioni di transizione.

LE IMPORTAZIONI DI GNL DELL’ITALIA

Per quanto riguarda l’Italia, nel 2025 la capacità nazionale di rigassificazione è aumentata del 22%, toccando i 27,5 miliardi di metri cubi, quasi il doppio del volume di GNL importato nel 2024. A contribuire è stato l’avvio del nuovo terminal GNL di Ravenna, operativo dal giugno scorso.

Nella prima metà di quest’anno il nostro Paese ha importato 9,7 miliardi di metri cubi di GNL, contro i 7,4 dello stesso periodo del 2024, posizionandosi al quarto posto tra gli importatori europei. Le forniture dagli Stati Uniti sono cresciute del 90%, toccando 4,7 miliardi di metri cubi, mentre quelle dal Qatar – di cui l’Italia è il principale cliente europeo – sono salite dell’8%, a 3,5 mld di mc. Nel primo semestre l’Italia ha speso 3,9 miliardi di euro per il GNL, di cui 1,9 per il gas statunitense e 1,5 per quello dal Qatar.

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