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La Francia è pronta ad integrare gli obiettivi climatici Ue nella sua strategia energetica

Macron Francia Energia

Una proposta di revisione della legge francese era originariamente prevista per l’estate, ma è stata rinviata all’autunno poiché 7 gruppi consultivi avevano il compito di formulare raccomandazioni al governo

La Francia incorporerà gli obiettivi climatici dell’Unione europea nelle sue prossime leggi sulla pianificazione ambientale ed energetica. Lo ha detto questa settimana l’entourage del ministro dell’Energia francese, Agnès Pannier-Runacher, minimizzando i ritardi nella presentazione del Piano nazionale energetico e climatico francese aggiornato a Bruxelles.

GLI OBIETTIVI CLIMATICI EUROPEI E LE LEGGI FRANCESI

Negli ultimi 4 anni l’Ue si è posta l’obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas serra del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030 e di raggiungere una quota di energia rinnovabile del 42,5% entro la stessa data, riducendo al contempo il consumo energetico dell’11,7%. Questi obiettivi ora dovranno riflettersi nella normativa nazionale, e la Francia si sta preparando ad aggiornare la sua legge sulla programmazione energetica e climatica in tal senso.

Una proposta di revisione della legge francese era originariamente prevista per l’estate, ma successivamente è stata rinviata all’autunno poiché 7 gruppi consultivi – che riuniscono organizzazioni politiche, economiche e della società civile – avevano il compito di formulare raccomandazioni al governo.

LE RACCOMANDAZIONI DEI GRUPPI DI LAVORO AL MINISTERO DELL’ENERGIA

Martedì scorso questi gruppi di lavoro hanno presentato le loro prime raccomandazioni alla ministra Pannier-Runacher, e la loro prima conclusione è che la Francia deve elettrificare il proprio mix energetico, riducendo al contempo il consumo di energia. A tal fine, il rapporto prevede una riduzione dei consumi energetici del 25-30% entro il 2030, il doppio dell’obiettivo fissato nell’ultimo Piano Nazionale per l’Energia e il Clima (PNIEC) presentato alla Commissione europea nel 2021.

Nel frattempo, i dati mostrano che rispetto al 2022 il consumo di elettricità e calore rinnovabili aumenterà rispettivamente del 30% e del 60%. Per raggiungere questi obiettivi, le raccomandazioni stabiliscono alcune priorità: sufficienza energetica, efficienza energetica, sviluppo dell’energia nucleare e rinnovabile, mantenimento della capacità di backup termico e promozione dell’innovazione e del processo decisionale decentralizzato.

RADDOPPIARE L’EOLICO, QUADRUPLICARE IL SOLARE

In cifre, queste priorità significano un aumento dell’energia eolica offshore dagli 0,5 GW del 2022 a 18 GW nel 2030. La capacità eolica onshore è destinata a raddoppiare dai 21 GW nel 2022 a 35 GW nel 2030, mentre la capacità fotovoltaica è destinata a triplicare o addirittura quadruplicare, passando da 16 GW a 60 GW.

Anche se non sono stati ancora definiti tutti i dettagli, Pannier-Runacher ha spiegato che “si tratta dell’esercizio di pianificazione ecologica più serio e chiaro, soprattutto in termini energetici, che sia stato portato avanti da molto tempo. Per quanto ne so, non ho colleghi europei con la stessa profondità di lavoro”. Allo stesso tempo, l’ufficio della ministra ha confermato che il piano in preparazione terrà conto degli obiettivi Ue votati nei mesi scorsi.

Tuttavia, i gruppi ambientalisti hanno opinioni contrastanti sulla questione: in primo luogo, “gli obiettivi annunciati per ciascun settore, anche se sono stati rafforzati, sembrano insufficienti per raggiungere il nuovo target generale a livello europeo” di ridurre le emissioni di gas serra del 55%, ha affermato Anne Bringault del Climate Action Network, che ha fatto un’osservazione simile anche sulle rinnovabili: “sono state annunciate poche nuove misure per accelerare i tempi, perciò sembra difficile raggiungere gli obiettivi europei così come sono”. Nel frattempo, la Francia è ancora in ritardo rispetto agli obiettivi di diffusione delle energie rinnovabili fissati dall’Unione europea per il 2020.

ANTOINE ARMAND: “TESTARE LE POLITICHE SUL CLIMA E SULL’ENERGIA IN AREE PILOTA”

Queste difficoltà sono state riconosciute da Antoine Armand – deputato centrista che presiede i 7 gruppi di lavoro – che ha insistito sul fatto che le conclusioni presentate finora non sono definitive. “Non stiamo cercando di edulcorare la situazione, ad esempio non siamo ancora in grado di documentare in modo completo il modello di riduzione del consumo energetico da attuare”, ha detto Armand ad Euractiv in un incontro organizzato lunedì scorso dall’Associazione francese dei giornalisti energetici.

Per raggiungere gli obiettivi fissati a livello Ue, “l’impulso deve quindi essere politico e locale, ad esempio consentendo di testare le politiche sul clima e sull’energia in aree pilota”, ha proseguito il deputato, aggiungendo che il discorso “deve essere veritiero” e non nascondere il ritardo nel calendario legislativo.

I RITARDI DELLE LEGGI FRANCESI SU ENERGIA E CLIMA

La legge sulla programmazione energetica e climatica e gli altri due testi che la completano – la Strategia Nazionale Low Carbon (SNBC) e il Programma energetico pluriennale (PPE) – sono stati rinviati più volte dallo scorso luglio. Considerato il ritardo, è improbabile che le leggi francesi verranno aggiornate prima della fine dell’autunno o addirittura della fine dell’anno, secondo diverse fonti.

Tuttavia, i funzionari hanno affermato che questo non ostacolerà l’adozione del prossimo Piano Nazionale per l’Energia e il Clima della Francia per il periodo 2023-2030, che dovrà essere presentato alla Commissione europea a giugno. Infatti, poiché il processo PNEC è “indipendente dalla legge francese”, l’ufficio del ministro ha sottolineato che il piano nazionale aggiornato potrebbe essere presentato a Bruxelles prima che i 3 testi francesi vengano adottati.

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