Nel 2024 Parigi è tornata superpotenza energetica: con oltre 100 TWh esportati, trainata dal rilancio del nucleare e da un’annata idrica favorevole, ha rifornito mezza Europa. L’Italia è il principale beneficiario, ma anche il più esposto
In pochi anni la Francia si è trasformata da grande importatrice di elettricità a vero e proprio caricatore d’Europa. Nel 2024 il Paese ha spinto flussi record di elettricità verso i vicini, sfruttando il rilancio del nucleare, una stagione idrica favorevole e consumi domestici relativamente bassi.
I NUMERI DELLA FRANCIA
Nel 2024 le esportazioni lorde della Francia hanno superato i 100 TWh e il saldo netto ha raggiunto livelli record, secondo RTE e gli analisti: 80–90 TWh nel 2024. Un boom di scambi che ha portato 5 miliardi di euro di ricavi. Parigi ha raggiunto così il primato di primo fornitore dell’Ue. Infatti, i report di sistema e mercato (ENTSO-E) mostrano un aumento consistente dei flussi transfrontalieri francesi nel 2024 rispetto al 2023. I prezzi all’ingrosso medi più bassi in vaste aree d’Europa hanno reso conveniente per la Francia esportare volumi maggiori.
Inoltre, dopo gli anni di fermate e manutenzioni, la disponibilità delle centrali nucleari è salita, aumentando la produzione baseload competitiva rispetto alle fonti fossili. Si aggiunge il fatto che stagioni con precipitazioni favorevoli hanno aumentato i volumi idrici disponibili, aumentando la produzione idroelettrica francese.
ITALIA TRA I PRIMI IMPORTATORI DI ELETTRICITA’ DALLA FRANCIA
L’Italia è fra i primi destinatari. Quasi un terzo delle esportazioni francesi nel 2024 è finito in Italia, una quota vicina al 32% delle esportazioni totali dirette verso l’estero. Per l’Italia, partner connesso tramite corridor e interconnessioni chiave, significa importare energia a basso contenuto di carbonio da nucleare e idroelettrico francese quando la domanda interna e i prezzi sono mutevoli.
Gli scambi elettrici passano per linee HV (cavi e sottostazioni) e sono regolati da quote, capacità d’interconnessione e mercati orari/giornalieri. Quando il prezzo in Italia sale rispetto alla Francia o quando il sistema italiano richiede margine, si attivano importazioni via Francia (e via Svizzera/Alpi in certi casi). Terna segnala che nel 2024 l’Italia ha continuato a contare su importazioni per coprire intorno al 16% del suo fabbisogno netto (percentuale variabile mese per mese), rendendo l’affidabilità delle interconnessioni un tema strategico. La dipendenza parziale del nostro Paese da energia importata sottolinea la necessità di diversificare (più rinnovabili locali, accumuli, domanda intelligente) e di negoziare condizioni stabili per la capacità d’importazione.
GLI SCENARI FUTURI
La produzione nucleare e il potenziamento delle rinnovabili in Italia e Francia potrebbero assicurare scambi stabili e più elettricità low-carbon sul mercato europeo. Al tempo stesso, come insegna la crisi energetica seguita alla guerra in Ucraina, essere fortemente dipendenti da un unico fornitore non è mai una buona idea. Infatti, problemi tecnici, tensioni politiche o decisioni di chiudere centrali potrebbero ridurre improvvisamente l’export francese, facendo salire prezzi e volatilità in Italia (e nel resto d’Europa). In particolare, a preoccupare oggi è l’instabilità politica del Paese Transalpino.