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Petrolio Macron

La Francia verso una crisi energetica?

Sono oltre 21 le centrali nucleari della Francia costrette a rimanere spente. Il Paese, solitamente esportatore di energia, è diventato un importatore 

Francia verso una crisi energetica? Forse. Se in questi giorni il clima mite regala alla rete elettrica francese una tregua, il calo della capacità nucleare potrebbe mettere a dura prova il sistema nei prossimi giorni.

COSA SUCCEDE AL NUCLEARE FRANCESE

Secondo quanto affermato dall’operatore francese della rete elettrica, RTE, da metà dicembre 17 delle 56 centrali nucleari francesi hanno interrotto la produzione a causa di manutenzioni programmate o problemi tecnici.

Anche EDF ha annunciato, all’inizio di questo mese, di aver fermato altri quattro reattori a Civeaux e Chooz, dopo aver rilevato crepe sui tubi di un reattore.

FRANCIA SI AFFIDA AD IMPORTAZIONI

La Francia, sottolinea Reuters, è quindi costretta ad affidarsi alle importazioni per soddisfare la domanda di energia, invertendo la tendenza all’esportazione.

In particolare il 20, 21 e 22 dicembre ha dovuto importare da 12 a 13 gigawatt (GW), una cifra vicina alla sua capacità tecnica massima per le importazioni.

COSA SUCCEDE ORA CHE IL CLIMA SI RAFFREDDA?

Cosa succederà, viene spontaneo chiedersi, quando il clima non sarà più mite e il freddo farà aumentare la domanda di energia?

La Francia potrebbe dover affrontare un crisi energetica. Il funzionario della RTE assicura che il numero di centrali nucleari offline dovrebbe scendere a 12 entro l’inizio di gennaio e a otto entro la metà del mese, ma restano incerte le prospettive per le forniture elettriche.

IL LIMITATO IMPIEGO DELLE CENTRALI A CARBONE

Alla diminuita capacità nucleare, infatti, si aggiungono le limitazioni di impiego delle centrali a carbone, come da normative, spiega Reuters.

Nuove regole impono alle centrali a carbone un funzionamento massimo di 700 ore l’anno. Molto probabilmente si deciderà di farle funzionare a pieno tra gennaio e febbraio.

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